Fava,candidato della Sinistra siciliana restituisce al mittente il corteggiamento di Micari. Fava e i suoi compagni, “incompatibili” con Alfano e Renzi
CATANIA – “Pisapia? L’ho cercato ma non sono riuscito a trovarlo. Era in vacanza e aveva staccato il telefono”. Così Claudio Fava, candidato alla presidenza della regione Sicilia per la sinistra unita, alla trasmissione 24 Mattino su Radio24. “Se penso di potere sorpassare Micari, il candidato di Renzi? Assolutamente sì. Perché che Micari sia il candidato di Renzi, o che Fava sia il candidato o meno di Pisapia, ai siciliani non frega nulla. A loro frega sapere chi sono Fava, Micari, Musumeci, chi si portano dietro, la loro proposta di governo, quali persone li affiancano, quale zavorra esista rispetto al passato e quale proposta di novità e di discontinuità esista rispetto al futuro”.
Parlando del candidato governatore del centrodestra, Fava ha detto: “Conosco Nello Musumeci, eravamo vecchi colleghi all’università, lo considero una persona onesta e perbene”. Ma, ha aggiunto Fava, “considero purtroppo la compagnia di giro che si porta dietro la peggiore zavorra che possa esprimere la politica siciliana: sembrava una gita scolastica di ex assessori di Cuffaro e di Lombardo la sua presentazione”. “E quando tu ti candidi, ma non sei capace di dire no alle candidature che, accanto a te, ti impongono – ha chiosato Fava – a quel punto puoi essere anche una persona perbene, ma parti già con le pietre in tasca”.
“Se da quella parte fossero disposti a ricostruire un perimetro concreto e omogeneo di centro-sinistra, cioè fuori Alfano e in discontinuità rispetto a Crocetta, ho detto che sarei anche disposto a primarie con Micari – ancora Fava -. Mi sembra però complicato che decidano di mettere alla porta Crocetta e Alfano a pochi giorni dal voto”. Per Fava la scelta del Pd è conseguenza di “una discussione politica andata avanti per due mesi che poi si è conclusa con la loro scelta: sì ad Alfano, viva Crocetta. In continuità con un governo che nessuno di loro giudicava bene, ma che adesso tutti considerano indispensabile come esperienza a cui fare riferimento”. “Alfano – sostiene Fava – credo che rappresenti un percorso abbastanza particolare della politica italiana degli ultimi anni, da dieci anni ministro assente dalle funzioni di ministro, presente soltanto come capo popolo e capo partito. E la Sicilia diventa il terreno in cui lui deve consolidare questa sua forza. Considerare tutto questo come un baratto necessario mi sembra abbastanza umiliante per chiunque, soprattutto per i siciliani. È un partito che in Sicilia è stato capace anche di trattare il dramma degli immigrati come un business sul quale lucrare preferenze, scambi elettorali, favori e prebende con un’inchiesta pesante in corso riguardo un suo sottosegretario. Insomma – ha chiosato Fava – sembrano cose che richiedono un po’ di coerenza e di dignità, per cui andarsi ad alleare con questa gente in Sicilia solo perché così hanno deciso su un tavolo romano mi sembra una cosa che sia il caso di evitare se possibile”.
Fonte :Live Sicilia