“La condizione dell’occupazione in Sicilia è purtroppo tragica da sempre. La nostra regione sicuramente non ha avuto dei vantaggi dal jobs act, anzi è vero il contrario. E’ chiaro che soffriamo anche per gli episodi di corruzione e concussione nella pubblica amministrazione che alla fine favoriscono anche un crollo dell’occupazione, basti pensare a quanto avviene nell’ambito degli appalti”. A dirlo ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1 è il segretario regionale della Cgil .
In Sicilia si discute molto della manovra finanziaria regionale, un testo sommerso da una pioggia di emendamenti. “Eppure sul lavoro non c’è praticamente nulla – afferma ancora Genovese – perché manca un disegno complessivo che possa veramente aiutare l’occupazione. Un bilancio che zoppica, e in cui manca una strategia che punti allo sviluppo industriale, del terziario, dell’agricoltura. Il quadro è veramente desolante, in una regione sulla quale tra l’altro insistono due aree di crisi già definite: Termini Imerese, con la tragedia abbastanza nota della Fiat, e il Petrolchimico di Gela e di Priolo”.
I giovani fuggono dall’Isola
Molti lavoratori dell’indotto gelese, tra l’altro, non stanno ricevendo alcun sostegno al reddito, “perché gli ammortizzatori in deroga sono praticamente cessati il 31 dicembre 2015. E anche quelli relativi al periodo precedente non sono stati ancora erogati materialmente per intoppi di tipo burocratico che stanno coinvolgendo un po’ tutti i lavoratori dell’isola, non soltanto i lavoratori dell’indotto dell’Eni. E’ chiaro che in una situazione di cronica mancanza di lavoro questa situazione diventa più pesante e più problematica”.