La sicilia sempre più debole e solo terra di conquista
La Germania ordina: Trieste Porto franco, Messina no. E il Governo siciliano? Zitto!
E che cosa dovrebbero dire i governanti della Sicilia davanti all’ennesimo atto di prepotenza contro gli interessi non solo di Messina, ma dell’economia intera della nostra Isola? Non hanno detto nulla quando il Governo Renzi svuotava le ‘casse’ regionali e dovrebbero parlare adesso?
Quando mi affanno a spiegare che i nostri politicanti zonali sono in realtà figuranti e comparse reclutati dai pupari della politica nazionale alcuni stentano a crederlo. In effetti non è facile crederci. Ma io mi chiedo: chi avrebbe creduto a chi avesse sostenuto che Lance Armstrong, il super ciclista, era in realtà un super dopato, indegno di essere definito uno sportivo, un fasullo nell’anima e nel corpo? Nessuno, eppure era così.
Con la stessa consapevolezza politica e la stessa convinzione personale affermo e sostengo che i nostri politici nostrani sono una raffinata involuzione dei loro antenati. Questi erano ascari, nel senso che avevano un minimo di libertà d’azione, salvo poi a prendere ed eseguire gli ordini di chi privilegiava gli interessi del Nord. Oggi, invece, per avviarsi alla carriera politica regionale e percorrerla con profitto bisogna essere punciuti. Prima si fa atto di piena sottomissione e poi via a caccia di consenso, nell’unico modo in cui un politico venduto e corrotto può cercalo, ovvero corrompendo a sua volta.
Il punto più basso di questo mercimonio si è registrato nell’ultimo quinquennio, il quinquennium Neronis, dove la supina acquiescenza come regola dei comportamenti dei nostri parlamentari regionali si è estesa al mondo dei professionisti, al mondo accademico, che hanno espresso e prestato ascari del diritto ai diktat della politica romana.
Come spiegare altrimenti il silenzio colpevole del governo e del Parlamento regionale quando Roma ci ha sottratto miliardi e miliardi di euro, impoverendoci e massacrando la nostra economia? Come diversamente giustificare la viltà del governo Crocetta di fronte alle rapine nazionali?
Solo in un modo: i nostri politicanti stanno facendo il loro lavoro, stanno assolvendo alla loro funzione, né più né meno. Presidiare la postazione e fare finta di niente, anche quando, è notizia di oggi, una città sostanzialmente morta come Trieste diventa porto franco soltanto perché lo pretendono i tedeschi e il Governo italiano ormai ai tedeschi sa solo rispondere: JAWOHL!
Così le navi mercantili provenienti dall’Oriente manco le vedremo passare nel Canale di Sicilia: saliranno direttamente da Suez, fino all’Adriatico, e scaricheranno merci su merci che immediatamente saranno smistate nel Continente, nella Mitteleuropa, e tante finiranno in Sicilia a devastare i nostri mercati e le nostre produzioni.
Abbiamo solo una via per uscire da questo porcaio: queste deiezioni regionali dell’immensa cloaca nazionale devono scomparire dal panorama siciliano, devono essere cacciate via per sempre.
E così sarà.
Come diceva Tonio nei Pagliacci: “La commedia è finita!”.
Fonte Nuovi Vespri
Se Trieste è “sostanzialmente morta” allora beato chi vive nelle città morte. Trieste è così sostanzialmente morta che ha anche una metropolitana (sotterranea) dai tempi dell’Austria, ma non lo sanno neanche i Triestini perché è adibita esclusivamente al traffico di container, al momento.
Comunque il porto di Trieste è un porto franco internazionale dal 1700, non lo è diventato poco fa perché i tedeschi l’hanno ordinato. Sarebbe più giusto dire che a Roma si sono ricordati solo adesso che avevano a disposizione un porto extradoganale che ignoravano di avere, o che pensavano fosse uno scherzo.
Era porto franco internazionale prima dell’annessione all’Italia, e dopo la seconda guerra mondiale il trattato di pace che gli alleati ci hanno obbligato a firmare conteneva la specifica clausola che il porto di Trieste sarebbe dovuto rimanere porto franco internazionale anche in futuro senza possibilità di revoca.