Messina Denaro o era un pazzo senza paura o aveva molti “uccellini” pregiati che lo informavano su cosa fare per evitare l’arresto. Sfidava la sorte troppo spesso. Un comportamento non da mente diabolica
Il covo di via Castelvetrano si trova in linea d’area a poche centinaia di metri della Caserma dei Carabinieri e della tenenza della Guardia di Finanza. Via Castelvetrano è una zona molto trafficata anche dalle forze dell’ordine che , negli anni hanno fatto diverse retate nella città del satiro. Eppure, il boss misterioso, se ne andava in giro in un quartiere dove era molto facile poter incontrare una pattuglia dei Carabinieri o della GDF.
Ancora una volta il boss ha dimostrato con i suoi comportamenti tanta spavalderia. Nel corso degli anni, se ne andava in giro senza temere possibili incontri con le guardie . Non aveva paura neanche delle soffiate che gente del luogo poteva fare riconoscendolo? Perchè era così sicuro?
Anche a Mazara sono state arrestate negli anni, con centinaia di perquisizioni , tanti fiancheggiatori o presunti tali e favoreggiatori della sua latitanza. Il boss preferiva stare in mezzo alle “bombe” sapendo di poter finire sotto qualche drone impazzito? Difficile credere che un maligno furbo come Messina Denaro si esponesse a rischi elevati senza calcolarli. Lui amava la libertà “lu pilu” , il lusso e comandare. La verità? forse non la sapremo mai. Certe operazioni che dovevano bloccarlo, non solo non hanno funzionato. Forse , come Lui stesso ha detto con l’esempio della foresta, hanno consentito al boss di fare come voleva grazie al fumo generato da rastrellamenti e inchieste. Guarda caso, il fuoco era sempre lontano dai covi scoperti dopo il suo arresto.
Nell’ultima operazione, l’ennesimo colpo di scena: Messina Denaro e una pistola con la stessa matricola di un carabiniere della Dia. Lo stimolo per un libro giallo è enorme. Roba da 007. Bond docet.
Ma come è possibile che qualcuno al di fuori della Dia, conoscesse il n. di matricola di una pistola in dotazione ad un carabiniere che, teoricamente essendo in attività riservata non doveva avere nessuna faglia nel suo vivere professionale? Certo , ad un cittadino qualunque risulterebbe difficile trovare simili informazioni. Non vendono matricole nei supermercati. Non è la prima volta che questi strani misteri legano Messina Denaro ad ambiti diciamo, istituzionali . Da dove arriva questa pistola? E perche si trovava ancora nel covo dopo tanto rumore investigativo? Dubbi, solo dubbi.
Lo stesso boss si “sbuccazziava” con i PM. “Mi avete preso solo perchè sono malato”. Una frase che sa di sfida e arroganza. Strano che i Pm impegnati negli ultimi 10 anni non abbiano seguito prima la pista sanitaria. Lo sanno pure le mucche che un uomo dopo i 50 ha statisticamente bisogno di servizi sanitari. Sempre più spesso gli over 50 vanno dai medici. Messina Denaro era inattaccabile dal punto di vista sanitario? Il boss non ha mai fatto analisi? O non è mai finito in ospedale magari per una colica ? E i denti? Mai sofferto di mal di denti? Noi non ci crediamo. Era diabolico ma i suoi organi non erano quelli di un alieno. Probabilmente il boss stava già male prima della diagnosi della neoplasia. In ogni caso, si muoveva e faceva aprire covi, senza temere controlli. Il ritrovamento del covo di via Castelvetrano sa di sconfitta per chi ha fatto terra bruciata, senza concludere praticamente nulla. Un pò di pulizia si. Boss di quattro soldi e fiancheggiatori che non avevano forse neanche più la fiducia del boss perchè troppo datati o schedati già da tempo sono finiti nel tritacarne e Lui tranquillo a spassarsela.
Gli indagati della recente operazione di Mazara erano tutti sconosciuti alle forze dell’ordine. Da anni , “lu siccu”, secondo le indagini in corso, girava in via Castelvetrano indisturbato e magari andava anche nella vicina edicola a comprare il giornale e farsi quattro risate al bar vicino, quando gli elicotteri e le volanti arrestavano decine di persone per sua colpa. Poi quando leggeva notizie su Castelvetrano rideva due volte. Molta gente accusata e al boss non è mai mancato nulla, Neanche le cure mediche. Davvero strano. Se veramente hai paura delle bombe scappi e cambi aria non rimani nel campo di battaglia a farti ammazzare. Queste cose li fanno gli eroi ma Lui non lo era. Era solo un arrogante senza pietà. Si nascondeva nella città dove tentò di uccidere il commissario Germanà. L’ex dirigente lo conosceva de visu avendolo fermato da giovane. Anche questo aspetto deve far riflettere. Non temeva di incontrarlo casualmente sapendo che Germanà capitava spesso a Mazara?
Sei gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla latitanza, avviata dopo la scoperta del condominio, nel centro di Mazara del Vallo
I misteri aumentano e le mezze verità anche. Sarebbe auspicabile che qualcuno dei suoi veri fiancheggiatori parli. Magari ci potrà spiegare il caso della pistola e della matricola o di chi veramente lo protetto anche con i soldi, ponendo fine alla produzione di romanzi e notizie che hanno generato solo confusione. Ancora una volta il boss, con atteggiamento arrogante, disse ai PM varie frasi -a trasi e nesci-. La sintesi del suo ultimo atto di sfida : “Non vi dirò mai dei mie amici. Non sarà facile per voi trovare quello che state cercando”.
Associazione Verità e Giustizia