Non si potranno realizzare i termovalorizzatori in Sicilia. Almeno non in questa legislatura e forse neanche nella prossima visto che l’iter per l’avvio delle procedure resta ancora fermo in fase preliminare.
Come si può ancora gestire lo smaltimento dei rifiuti con le discariche? Quali interessi ci sono?
La mafia , forse, preferisce il sistema tradizionale?
Come mai la Germania li utilizza e in Sicilia ci sono tante difficoltà?
Intanto la munnizza rimane per le strade
Gli strumenti assolutamente indispensabili per uscire dall’emergenza, imposti da Roma e inseriti nel piano di accordi fra la Sicilia e il Ministero dell’Ambiente restano solo una esposizione di principi mentre la Sicilia continua a portare in discarica i rifiuti con il rischio che in qualsiasi momento si torni all’emergenza e con territori nei quali dall’emergenza non si è mai veramente usciti.
Il motivo è burocratico e difficile da comprendere per il cittadino comune e per certi versi veramente assurdo. Il piano predisposto dall’assessorato all’Energia da un anno giace in un altro ufficio regionale, l’assessorato all’Ambiente, che non ha ancora espresso il suo parere obbligatorio per legge.
Se a questo si aggiunge il fatto che la riforma dei rifiuti non è mai entrata nel vivo e dunque i vecchi Ato in teoria non esistono più e le nuove Srr non esistono ancora non c’è neanche un soggetto che possa stringere le convenzioni e pagare le spese per l’invio dei rifiuti all’estero o in altre regioni.
E i rifiuti restano lì mentre i siciliani sperano che non si fermino altri impianti di compostaggio, non si riempiano discariche o non si guastino impianti di trattamento TMB perchè basterebbe una sola di queste condizioni per precipitare all’improvviso in una nuova emergenza.
Sul tema dei termovalorizzatori prende posizione, ancora una volta, la Cisl: “Ribadiamo la richiesta di un commissariamento nazionale sul tema della infrastrutturazione del sistema rifiuti in Sicilia, che possa con modalità trasparenti e urgenti dotare la Regione di tutti gli impianti necessari a completare il ciclo integrato dei rifiuti, creando servizi efficienti per i cittadini, maggiore tranquillità per i lavoratori del settore e rimettendo finalmente l’Isola in Europa almeno sul versante della gestione rifiuti”. Lo scrivono in una nota i sindacati di settore, Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, che si dicono fortemente preoccupati per le dichiarazioni e per gli effetti determinati a seguito delle “tardive dimissioni del capo del Dipartimento regionale Pirillo che si dice stanco dei mille ostacoli incontrati nel suo mandato, stanchezza oggi palesata con la richiesta di trasferimento”.
“Noi avevamo più volte sollecitato Pirillo in passato a fissare incontri con le parti sociali, per affrontare la delicatezza dell’emergenza rifiuti siciliana” spiegano. “La situazione è oramai precipitata. Le dichiarazioni dell’assessore regionale Contrafatto sul piano regionale sull’impiantistica dei rifiuti in Sicilia, incastrato nell’inerzia degli assessorati interessati, Energia e Territorio e Ambiente e dal gioco dello scarica barile di responsabilità istituzionali, confermano ancora una volta la palesa incapacità dell’esecutivo regionale su un tema così delicato come quello del sistema di gestione dei rifiuti nell’isola e sulla esigenza di una vera industrializzazione del settore a partire dalla costruzione degli impianti”. “Auspichiamo che l’assessore Contrafatto e il governatore Crocetta quale atto di responsabilità verso i siciliani e verso i lavoratori del settore, decidano di dimettersi” concludono Fp Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti.
“La Regione Siciliana è vittima di se stessa. Sembra incredibile come il demoniaco piano rifiuti, che prevede la costruzione di diversi inceneritori, sia fermo a causa di un rimpallo di responsabilità tra gli assessorati Territorio e Ambiente e quello Rifiuti. Siamo al paradosso. Anziché battibeccare sugli inceneritori, Crocetta e soci, farebbero meglio ad implementare gli impianti di compostaggio, unico vero sistema per rendere efficace la raccolta differenziata”. Questa la posizione espressa dal deputato del M5S, già presidente della Commissione Ambiente all’Ars Giampiero Trizzino.
“Se non si trattasse di un enorme danno ambientale ed alle tasche dei siciliani – prosegue Giampiero Trizzino – potremmo tranquillamente dire che la gestione dei rifiuti da parte del governo Crocetta sia una farsa. Hanno puntato praticamente tutto sugli inceneritori e poi non sono stati capaci di tenere fede al loro programma. Per quanto attiene agli impianti di compostaggio, vorremmo capire come dovrebbero fare i comuni ad incrementare la raccolta differenziata, riducendo la quantità di rifiuti avviati in discarica, se la Regione latita sugli impianti di trattamento della frazione organica. In Sicilia infatti vi sono solo 7 impianti attivi ed uno mobile. Stando ai numeri trasmessi dallo stesso ufficio regionale per la differenziata, mancherebbe poco meno di un milione e mezzo di euro per mettere a regime gli impianti di trattamento della frazione organica dei rifiuti, praticamente un’inezia rispetto a quanto la Regione e quindi i cittadini pagano alle discariche private per il conferimento dell’indifferenziato e rispetto a quanto sarebbe necessario per la costruzione degli inceneritori tanto cari a Crocetta e soci. Chissà che questo atteggiamento sonnolente, non giovi ai soliti amici degli amici”.
Fonte Blog Sicilia