Nicolò Marino: ecco chi è veramente il gruppo Catanzaro di Agrigento
Sono gravi le affermazioni che l’ex assessore regionale all’Ambiente Nicolò Marino preso da Crocetta per gestire un settore delicatissimo, ha fatto a Report.
Marino è un magistrato.
Nomi, cognomi. E, soprattutto, cariche. Tutte importantissime. Ministri, procuratori, togati, politici, imprenditori. È la Marino’s List. Sottotitolo: «Le istituzioni che hanno coperto il sistema Montante e Catanzaro». Il magistrato catanese – oggi in servizio alla Corte d’Appello di Roma, dopo il burrascoso commiato da assessore regionale ai Rifiuti – rompe un lungo silenzio
La torta dei rifiuti in Sicilia vale 15 milardi di euro ed è in mano a poche società. Un sistema che ha prodotto debiti e rifiuti.
Crocetta e i suoi amici sapevano
A Report dice che andò via perchè Crocetta era manipolato dal ” re” delle discariche di Sicilia ovvero Giuseppe Catanzaro, titolare con la sua famiglia della famosa discarica di Siculiana dove, per mesi, l’ex governatore Crocetta, durante la crisi di Belice Ambiente e delle discariche trapanesi, autorizzò a conferire i rifiuti urbani con costi esorbitanti per i comuni.
Con i fatti – e non con le semplici parole – l’assessore Marino capì che Crocetta proteggeva l’imprenditore agrigentino espressione di confindustria sicilia. Citando personaggi e cose che ci riportano agli anni ’90 e ai primi anni di questo secolo. Vicende dove e’ presente la mafia. Il governatore Crocetta, il senatore Lumia, Antonello Montante(finito sotto inchiesta) e Ivan Lo Bello non dissero nulla sulla diatriba tra Catanzaro e Marino
Furono tempi duri per i “Professionisti dell’Antimafia” di Confindustria Sicilia. Marino li spiazzò con le sue dichiarazioni. Aveva capito che Crocetta e certa antimafia avevano interesse a coprire le discariche di alcune società tra cui quella di Siculiana.
Finalmente i detentori del ‘verbo’ antimafioso hanno trovato pane per i loro denti. E che pane duro!
Infatti l’ex assessore regionale all’Energia e Ambiente , Nicolò Marino – picchia duro. A report ricorda quella stagione di strani interessi sui rifiuti . Giuseppe Catanzaro, da anni ‘Re’ incontrastato delle discariche dell’Isola si rivolse a Crocetta suo grande amico perchè contrastato da Marino. Catanzaro pensava di intimorire l’ex assessore con l’annunciata querela
E’ noto che Marino, pur facendo parte del Governo regionale di Rosario Crocetta – notoriamente alleato di ferro della ‘Triade’ di Confindustria Sicilia (Antonello Montante, presidente, Ivan Lo Bello e il già citato Giuseppe Catanzaro) – non si è sottomise ai nuovi, veri ‘potenti’ della Sicilia.
Il fatto che Confindustria Sicilia, grazie allo ‘scudo antimafioso’ costruito sapientemente nel corso di questi anni, goda di protezioni ad altissime sfere, non ha spaventato Marino, che vide e e denunciò anomalie nella gestione dei rifiuti in Sicilia. A cominciare dalla follia di una Regione che, in questo delicatissimo settore, va avanti con le discariche che inquinano terreni e falde idriche. Con la connivenza di ambientalisti, o presunti tali.Infatti Marino si scagliò contro la discarica di Siculiana e Catania perche non rispettavano i limiti di legge. Con lo stesso criterio, il Governo Crocetta fece chiudere diverse discariche a Trapani e anche in altre province. Questa scelta, di fatto, favorì le discariche private
Marino ha più volte denunciato il ruolo esercitato nel bussiness delle discariche siciliane dal gruppo Catanzaro. Ieri lo ha rifatto a Report. Non si capisce perchè la magistratura ancora non interviene
L’ex assessore nel 2014 scrisse
“Questa Amministrazione – è ben a conoscenza che nel lontano 1995 la Catanzaro Costruzioni s.r.l. ebbe ad aggiudicarsi il servizio per la gestione della discarica di Siculiana in ATI con la FORNI ed Impianti industrialiIng. De Bartolomeis S.p.a. di Milano (l’unica in possesso dei requisiti per la partecipazione alla gara), questa ultima coinvolta successivamente nell’inchiesta TRASH della DDA di Palermo, per vicende connesse alla turbativa d’asta in gare per discariche, depuratori ed altri impianti di smaltimento, inchiesta culminata finanche nell’arresto del suo direttore generale, Massimo Tronci, per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, risultato in rapporti di affari con RIINA Salvatore, BUSCEMI Antonio, LIPARI Giuseppe, VIRGA Vincenzo, NANIA Filippo, BRUSCA Giovanni e SIINO Angelo”.
“Questa Amministrazione – aggiunse l’assessore – è ben a conoscenza della partecipazione della Catanzaro Costruzioni S.r.l. alla gara dei Termovalorizzatori nella quale, come sottolinea il T.A.R. Palermo nelle sentenze del 7/30 maggio 2013 nn. 1197/2013, 1199/2013, 1193/2013: … nel caso concreto, (che) l’intera procedura è stata condizionata ab origine, da un illegittimo accordo tra le imprese partecipanti per la spartizione territoriale del servizio e per la formulazione di offerte dai contenuti certamente pilotati e non frutto di libere valutazioni di carattere imprenditoriale”.
“In un contesto del genere – sottolinea sempre l’ex titolare dell’assessorato all’Energia – la nota qualsiasi prospettiva di libera concorrenza è, di per sé inesistente o fortemente vanificata, con il risultato che l’amministrazione pubblica non può accollare sulle sue spalle, e, giocoforza, su quelle dei contribuenti, la spesa necessaria per lo svolgimento di un servizio di fondamentale importanza per la collettività….. – ... è, con tutta evidenza, il frutto non solo di un sicuro scambio di informazioni, ma addirittura di una preparazione a tavolino del concreto contenuto delle singole offerte, limato al punto tale da non lasciare scoperto neanche uno dei 25 ATO presente sul territorio, evitando, al contempo, l’intersezione delle offerte medesime…
“Questa Amministrazione – sempre l’assessore scrisse prima di dimettersi – è ben a conoscenza che grazie allo stato di ‘emergenza’, tanto criticato dal Sig. Catanzaro nella missiva inviata lo scorso mese di maggio al Senato della Repubblica in occasione della conversione in legge del decreto Monti (che sanciva l’Emergenza nella città di Palermo sull’intero ciclo dei rifiuti e limitatamente all’impiantistica per il resto del territorio siciliano), lo stesso Gruppo Catanzaro ebbe affidato nel 2002, con Ordinanza Prefettizia, quindi in regime di emergenza, la realizzazione dell’ampliamento e la gestione della discarica di Siculiana, ‘senza sottostare per l’assegnazione dei lavori ad alcuna procedura di pubblica evidenza’, come sottolineato dal Giudice per le indagini preliminari di Agrigento in occasione della Sentenza pronunciata nelle forme del giudizio abbreviato, in data 28 settembre 2012. Gestione che veniva ulteriormente autorizzata in via d’urgenza (con Ordinanza ex art. 191 D.L. 152/2006), dal Presidente della Provincia di Agrigento, su richiesta della stessa ditta Catanzaro”.
Fonte Meridione news
Il Circolaccio