Il grande dibattito che anima in questi giorni la città di Castelvetrano impone alcune riflessioni che un amico ritiene di poter riassumere con un solo termine dalla doppia coniugazione “AMI-AMO CASTELVETRANO”.
Castelvetrano è l’onesto cittadino che ogni mattina si alza per andare a lavorare ed è altrettanto bravo il cittadino che malauguratamente , da troppo tempo non sa come sbarcare il lunario. Castelvetrano è fatto di giovani che, pur disperati per il loro avvenire incerto, praticano la condanna della maledetta mafia schifosa con il quotidiano comportamento irreprensibile. Castelvetrano però è anche l’umanita che spesso dimentica di riversare amore per la sua città, spesso non si rende conto di quali e quanti beni archeologici e monumentali inseriti nel contesto ambientale meritino attenzione, cura e proiezione e ancora di più con quelle azioni comportamentali che si potrebbe evitare ridando così un po di decoro alla città. Non serve soltanto indignarsi per chi colpevolmente indugia nella spettacolarizzazione del cancro mafioso anche se con scritte “LA MAFIA FA SCHIFO”.
Quando gridare che “LA MAFIA E’ UNA MONTAGNA DI MERDA”, causava la morte del povero Peppino Impastato, non c’erano certamente sodali dell’informazione e non che lo sostenevano.
La paura faceva novanta e faceva tombola chi se ne stava cautelativamente in disparte.
ERA CODARDIA?
Bisognerebbe potere affermare i propri principi senza seguire nessuna “corrente vincente” perchè gli opportunismi non hanno mai procurato nessun bene alla collettività. Hanno sempre paura in modo coerente, di quelli che sono sempre potenti e prepotenti, mafiosi, magistrati e politici. Chi può, in coscienza escludere una qualche personale responsabilità nell’avere consentito l’affermazione del “romanticume mafioso”. Magari riservando atteggiamenti rispettosi a beneficio di chi si sapeva perfettamente che gestisse il potere mafioso, e ne ho visti e sentiti tanti.
Quando si dice ossequio per i potenti!
Oggi abbiamo la necessità di indignarci per l’abusata omologazione del binomio “Castelvetrano – Matteo Messina Denaro”. non fosse altro che per la trascurata realtà che cittadino di Castelvetrano Matteo Messina Denaro non lo è più, essendo opportunamente stato privato della cittadinanza, e sempre omesso da tutti. Per criminale analogia non possiamo certamente dire che i cittadini di Londra siano “squartatori” perchè la letteratura, pone Londra assieme al termine squartatore nel famoso titolo.
Castelvetrano troverà (bisogna non sperarci ma crederci) il guizzo di orgoglio necessario per affermare la sua grandezza morale?
E se rappresentata da Filosofi, Santi, Letterati e Patrioti, allo stesso modo si spera che questa grandezza morale possa pulsare quotidianamente nel cuore di tutti i suoi cittadini.
Il Circolaccio
Maurizio Franchina