Lettera aperta di Dell’Utri dal carcere: “Non voglio grazia ma giustizia e diritti”
Dell’ Utri ha 76 anni ed gravemente malato
Una lettera accorata, forte e dai toni decisi in cui non chiede compassione ma giustizia e il riconoscimento dei propri diritti. L’ha scritta dal carcere Marcello Dell’Utri, a cui due giorni fa il tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto la richiesta di sospensione della pena.
Anche il Vescovo di Mazara del Vallo interviene sul caso
Dell’Utri, il vescovo Mogavero: “Disumano negargli il calore di una famiglia”
“La grazia per Marcello Dell’Utri la si può certamente chiedere per le sue condizioni di salute, poi tocca però al Presidente della Repubblica concederla o meno. Ma negargli il calore di una famiglia, pur con tutte le garanzie di legge, nelle sue condizioni di salute, a me sembra davvero disumano”.
Lo strano rapporto tra certa politica e la magistratura
L’ex senatore sta scontando in cella una condanna a 7 anni per concorso in associazione mafiosa. Nella lettera Dell’Utri, che oggi ha ricevuto in carcere la visita dell’on. Renato Brunetta, torna a chiedere di poter essere curato in ospedale.
“E’ un uomo di 76 anni, malato, ingiustamente detenuto e legittimamente arrabbiato” commenta Renato Brunetta che racconta il suo incontro con Dell’utri a Rebibbia. “Con Dell’Utri – aggiunge il parlamentare – abbiamo parlato per circa mezz’ora, alla presenza della direttrice del carcere e del capo degli agenti di custodia”.
Dell’Utri è affetto da patologie cardiache e oncologiche e, dopo la decisione del tribunale di respingere la richiesta di sospensione della pena, ha iniziato lo sciopero del vitto e delle terapie.
Dalla Sicilia della vicenda ha parlato, in questi giorni, anche il vice commissario di Forza Italia Francesco Scoma “Il senatore Marcello Dell’Utri resta in carcere. Non sono bastate neanche le due relazioni presentate dai consulenti della Procura Generale (il cardiologo Luciano De Biase e il medico legale Alessandro Fineschi) che si erano espressi per l’incompatibilità alle cure in carcere, per sovvertire quello che sembra soltanto un accanimento nei confronti di Dell’Utri a cui viene negato il diritto alla salute. Nella decisione del tribunale sembra leggersi il sovvertirsi della funzione carceraria: non più rieducativa ma soltanto punitiva e, anche senza alcun briciolo di umanità. Povera Italia”.
“Marcello a questo punto ha iniziato lo sciopero del vitto carcerario. Non mangia il cibo del carcere ma le pochissime cose che acquista per sé, fette biscottate qualche crackers, biscotti e della cioccolata. E acqua minerale. Rispetto ad un paio di mesi fa l’ho visto dimagrito e sopratutto insofferente”.
E’ quanto riferisce il senatore di Fi Francesco Giro che per un’ora ha incontrato Marcello Dell’Utri nel carcere
romano di Rebibbia. “Conosco Marcello – racconta Giro – da 20 anni. Il mio apprendistato politico lo devo a persone come lui. E’ sereno anche se amareggiato per la sua vicenda carceraria. Tre perizie mediche su quattro – sottolinea – hanno stabilito che le sue attuali condizioni di salute sono assolutamente incompatibili con il regime penitenziario. Persino la perizia disposta dal PM, quella presentata dal suo collegio di avvocati e quella dei medici di Rebibbia. Ma il tribunale di sorveglianza ha negato il beneficio dei domiciliari in base alla quarta e unica perizia negativa per Marcello quella (guarda un po’) presentata dal tribunale di sorveglianza”.
Fonte : Blog Sicilia
Il Circolaccio