Antonino Patti, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Marsala, si pente subito dopo la sua condanna nel 1994 e comincia parlare anche della escalation di Francesco Messina Denaro a capo delle famiglie trapanesi. Un testimone attendibile che spiega , per averle vissute, le dinamiche su come i Messina Denaro arrivano al potere mafioso. Un potere che non viene riconosciuto solo dai boss ma anche da molti colletti bianchi dell’epoca.
L’arresto di Mariano Agate del 1980 apre le porte a Ciccio Messina Denaro che da quel momento parteciperà agli incontri di mafia regionali con le famiglie palermitane, agrigentine e catanesi. Nasce l’asse mafioso tra Corleone e Castelvetrano. Un super accordo a tutela anche degli appalti e del traffico di droga
La sua elezione, da parte delle famiglie locali avvenne in una cantina di proprietà dei Salvo di Salemi. I cugini esattori, secondo il pentito, erano molto vicini alla famiglia MAFIOSA di Castelvetrano e ai loro referenti politici. I Salvo davano voti a tanti politici.Non è un mistero che per anni hanno sostenuto deputati regionali e nazionali della DC e anche di altri partiti. Per loro non faceva differenza: marsalesi , trapanesi o castelvetranesi. Alcuni, è certo, venivano eletti con voti di mafia.I Salvo favorivano anche molte assunzioni e parecchi parenti dei boss finivano in banca o negli enti locali.
Dagli accordi tra mafia e politica di quel periodo si potrebbe anche capire perchè a Castelvetrano per decenni, non ci fu un deputato regionale. Partanna, Marsala e Trapani gestivano la politica e Castelvetrano, evidentemente, il comando mafioso. Se si esclude qualche timida esperienza, decisa sempre altrove, Castelvetrano ha avuto in quegli anni poca forza di rappresentanza nello scenario politico provinciale e regionale.
Nella città di Don Ciccio i voti si davano a chi li doveva meritare. Non era necessario portare a Palermo o a Roma dei castelvetranesi
Questa ricerca storica ci aiuta capire come si è mossa la mafia trapanese che contava e che ha dato ampia “delega” ai Messina Denaro Politici e uomini d’affari del tempo di certo, non poteva dialogare con capi decina e mezze calzette con le pecore dietro
Don Ciccio, secondo il pentito, viene eletto” super rappresentante provinciale” delle famiglie trapanesi agli inizi degli anni 80 dopo l’omicidio di Vito Lipari
Correva l’anno 1997 ,processo sulla strage dei Georgofili dagli atti del processo si evidenzia cosa è accaduto in Provincia di Trapani tra gli anni 70-80 e 90
PUBBLICO MINISTERO:
Mi limito ad aggiungere che, essendo il signor Patti persona che, come avr� modo di chiarire, ha fatto parte dell’organizzazione Cosa Nostra per un lungo periodo di anni, tanto che ha sub�to da ultimo un arresto in data 1 aprile 1993 e, poichè lo stesso signor Patti con le sue dichiarazioni comunque illustrerebbe fatti e vicende che possono anche riguardarlo sotto il profilo della responsabilità penale. Per questa ragione io ritengo che debba essere esaminato ai sensi dell’articolo 210 del Codice di procedura penale.
PRESIDENTE: Di conseguenza lei ha la facoltà di dichiarare che vuole rispondere, oppure che non vuole rispondere.
Patti: Si, si, voglio rispondere.
PUBBLICO MINISTERO:
Allora, senta Patti, io un attimo fa spiegavo alla Corte che lei ha fatto parte di questa organizzazione che si chiama Cosa Nostra.
Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: E che da ultimo è stato arrestato il 1 di aprile del 1993.
Patti: Si, si.
PUBBLICO MINISTERO: Sono esatte queste affermazioni che ho fatto io?
Patti: Si, io c’ho una condanna all’ergastolo.
Pubblico Ministero: Questa condanna all’ergastolo lei l’ha riportata per aver commesso che reato, o che reati?
Patti: Omicidio. Omicidio per conto di Cosa Nostra, di Marsala, mio paese.
PUBBLICO MINISTERO: In relazione a questo omicidio lei è stato condannato da solo, in quel processo le, o sono state condannate anche altre persone?
Patti: Io sono stato condannato io e il mio rappresentante, che è scomparso, attualmente è scomparso.
PUBBLICO MINISTERO: Come si chiamava questa persona?
Patti: Vincenzo D’Amico.
PUBBLICO MINISTERO: Ho capito.
Bene, io ho detto che lei ha fatto parte dell’organizzazione Cosa Nostra, è esatta questa affermazione?
Patti: Si, fin dal 1979, ottobre precisamente.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, quindi per essere precisi, lei vuol dire, la data in cui lei è entrato in Cosa Nostra l’ottobre del 1979.
EX 210 Patti: ’79, ottobre. Il 21.
PUBBLICO MINISTERO: Patti, quant’anni aveva all’epoca lei?
PUBBLICO MINISTERO: Quindi lei è stato combinato uomo d’onore ritualmente?
Patti: Si, “pungiuto”.
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PUBBLICO MINISTERO: Ecco, lei è stato quindi fatto uomo d’onore in quale famiglia?
Patti: Di Marsala, nella provincia di Trapani.
PUBBLICO MINISTERO: precisi
Patti: Però come mandamento avevamo Mazara.
PUBBLICO MINISTERO: Mazara.
210 Patti: Mazara del Vallo.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi qui bisogna non confondere Marsala con Mazara.
Patti: Mazara mandamento; Marsala famiglia normale, di Cosa Nostra sempre.
PUBBLICO MINISTERO: Senta, dalla data del suo ingresso in Cosa Nostra, fino a questo arresto del 1 aprile del ’93, arresto a seguito del quale lei è rimasto ininterrottamente in carcere e lo è tuttora, ecco quali sono state le sue vicende giudiziarie, intendo dire, ha subito degli arresti, dei periodi di detenzione, o � sempre rimasto in libertà?
Patti: No, io nell’86, ottobre ’86, sono stato arrestato per l’omicidio Ferrara e sono rimasto in carcere fino all’89, ottobre, tre anni.
PUBBLICO MINISTERO: Si.
Patti: Poi sono uscito, nell’89 ottobre, e poi mi hanno riarrestato nel ’93 il 1 aprile.
PUBBLICO MINISTERO: quando è cominciato, quindi il suo rapporto con l’Autorità Giudiziaria? Oggi siamo nel ’97, siamo alla fine di luglio.
EX 210 Patti: ’95, giugno ’95. Giugno ’95.
PUBBLICO MINISTERO: Ho capito. Ora io ho bisogno con lei di fare alcuni percorsi per così dire, nell’ambito della sua vicenda personale dentro Cosa Nostra. Allora, uomo d’onore della famiglia di Marsala.
Patti: Di Marsala.
PUBBLICO MINISTERO: Mandamento di Mazara del Vallo.
EX 210 Patti: Mandamento Mazara.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi lei, oltre che conoscere la composizione della famiglia nella quale fu combinato uomo d’onore, conosce anche la situazione nel corso del tempo della famiglia di Mazara?
Patti: Quella di Mazara, quella di Castelvetrano, quella di Alcamo, quella di Castellammare. Tutta la provincia di Trapani, quasi tutti li conosco gli uomini d’onore di Cosa Nostra.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, allora cominciamo – mi consenta questa espressione – cominciamo da casa sua.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Lei ha detto che il capofamiglia era questo D’Amico Vincenzo, che poi � scomparso.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Scomparso che cosa si intende, eliminato?
EX 210 Patti: Eliminato, ammazzato. L’hanno ammazzato i mazaresi, l’hanno strangolato e a Caparotta ci hanno sparato. Due in questo giorno.
PUBBLICO MINISTERO: Erano tutti e due componenti della famiglia di Marsala.
EX 210 Patti: Si, uno era rappresentante…
PUBBLICO MINISTERO: Uno ha detto era capofamiglia, anche l’altro?
EX 210 Patti: L’altro era consigliere.
PUBBLICO MINISTERO: Consigliere.
EX 210 Patti: Ciccio Caparotta.
PUBBLICO MINISTERO: Quali erano le altre persone – ora non è necessario che le indichi tutte se non se le ricorda, indichi pure quelle di cui ha memoria – che componevano la famiglia di Marsala.
EX 210 Patti: Io, mio cognato Titone Antonino…
PUBBLICO MINISTERO: Suo cognato, lo vuole ridire per piacere il cognome?
EX 210 Patti: Titone Antonino.
PUBBLICO MINISTERO: Titone Antonino.
EX 210 Patti: Che è stato ammazzato. Poi Caparotta, Vincenzo D’Amico, Tano D’Amico, Ciccio D’Amico, Vito Marceca, Michele Piccione, Vito Ghiappone, Nino Bonafede, Natale Bonafede, Pino Bonafede, Martino Pipitone, Gaspare Raia, Rallo Vito Vincenzo e Rallo Antonino.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, io ora, appunto, ho bisogno di mettere in evidenza le sue conoscenze relativamente a queste altre famiglie.
Dunque, lei ha detto che Mazara del Vallo era anche sede di mandamento.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Allora, parliamo un attimo della famiglia di Mazara del Vallo.
Patti: A Mazara c’era Mariano Agate, rappresentante, Turiddo… Salvatore Tamburello, consigliere, poi Ciccio Messina ‘u muratore soprannominato.
PUBBLICO MINISTERO: Che è mastro Ciccio?
EX 210 Patti: Mastro Ciccio, si.
PUBBLICO MINISTERO: Si.
EX 210 Patti: Che era sottocapo.
PUBBLICO MINISTERO: Si.
Patti: Poi c’era Giovanni Leone, che era capodecina, poi c’era Vito Gondola, che era capodecina, poi c’era l’architetto Bruno Calcedonio, Andrea Gancitano, Andrea Mangiaracina, mi sfugge… Vincenzo Sinacori.
PUBBLICO MINISTERO: Si. Senta, lei ha detto che il capofamiglia era Mariano Agate.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: intanto le debbo domandare: questo signor Agate, quindi lei lo conosce per un rapporto personale, con questa persona?
Patti: Io con Mariano Agate ho avuto sempre dei buoni rapporti, specialmente l’ultima… perch� lui l’hanno arrestato nell’82, ’81-’82 e poi si � fatto una decina di anni ed � uscito nel ’91. Nel ’91 io ero sempre a Mazara, prima perchè dovevano ammazzare il mio rappresentante, quello di Marsala e al consigliere, quindi c’era interessamento per questo fatto. Lui, ci interessava a lui questo… a lui e a altri.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, ma lei ha accennato al fatto che questo signor Agate ha sub�to degli arresti.
Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, allora nel periodo in cui questo signore era detenuto, la famiglia chi è che la dirigeva?
EX 210 Patti: Quando l’hanno arrestato nell’81-’82 la reggeva Bruno Calcedonio, per un periodo. E poi la dirigeva mastro Ciccio, mastro Ciccio Messina.
PUBBLICO MINISTERO: L’abbiamo detto, Messina Francesco.
Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco. Lei ricorda se Agate ha subito arresti anche successivamente a questo periodo che ha indicato lei?
Patti: Si, poi nel ’92 l’hanno riarrestato, febbraio, i primi di febbraio o la fine di gennaio ’92 e sono subentrati due a reggere la famiglia di Mazara, il mandamento, che era Andrea Mangiaracina e Vincenzo Sinacori al posto di Mariano Agate. Erano loro che dirigevano la famiglia e il mandamento.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco. Lei ha detto – riprendo un punto di poco fa – lei ha detto che questo Agate, questo signor Agate Mariano, ha avuto anche il ruolo di rappresentante. Cosa vuol dire rappresentante, lo vuol chiarire un attimo?
Patti: Rappresentante, che rappresentava la famiglia di Mazara e poi, quando c’era… rappresentante come mandamento, che quando si andava a discutere qualche cosa nella provincia di Trapani, cio� si riuniva il consiglio provinciale, lui faceva parte del consiglio provinciale.
PUBBLICO MINISTERO: Di Trapani.
EX 210 Patti: Di Trapani.
PUBBLICO MINISTERO: Per il mandamento di Mazara.
EX 210 Patti: Per il mandamento di Mazara, c’era Mariano. Non c’era il mio principale come rappresentante, per capirci.
PUBBLICO MINISTERO: Senta, ormai che ci siamo, allora stiamo parlando della famiglia di Mazara, della famiglia di Marsala, ci sono altre famiglie che fanno parte dello stesso mandamento di Mazara? O sono tutte qui?
Patti: No, c’era Salemi e Gibellina.
PUBBLICO MINISTERO: Mi scusi?
EX 210 Patti: Salemi e Gibellina.
PUBBLICO MINISTERO: Si, si, sta parlando sempre della provincia di Trapani, certo.
Ecco, anche questo paese era sede di famiglia?
EX 210 Patti: Vita?
PUBBLICO MINISTERO: Si.
EX 210 Patti: Si, c’è la famiglia.
Don Ciccio Messina Denaro “eletto” super rappresentante provinciale delle famiglie trapanesi agli inizi degli anni 80 e dopo l’omicidio di Vito Lipari
PUBBLICO MINISTERO: rimaniamo un attimo alla persona di questo Mariano Agate. Lei ha detto che aveva il compito di rappresentante e ha spiegato che cosa.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, a lei consta se c’era qualcuno che poi rappresentava l’intera provincia di Trapani?
EX 210 Patti: L’intera provincia di Trapani in quel periodo c’era Ciccio Messina di Castelvetrano. Ciccio Messina Denaro, che era capo provinciale. E siccome ci sono, nella provincia di Trapani c’è il mandamento Mazara, mandamento di Alcamo e il mandamento di… Mazara, Alcamo, Castelvetrano e Trapani, sono quattro i mandamenti.
PUBBLICO MINISTERO: Si.
EX 210 Patti: E Castelvetrano era capo mandamento della provincia però. Quattro capi mandamento e il consiglio provinciale.
PUBBLICO MINISTERO: Perfetto. Poi lei ha detto che c’era un rappresentante dell’intera provincia nella persona di Messina Denaro Francesco.
EX 210 Patti: Messina Denaro Francesco.
PUBBLICO MINISTERO: Di Castelvetrano.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, come le risulta questo, Patti?
EX 210 Patti: Perchè quando l’hanno fatto, c’ero pure io.
PUBBLICO MINISTERO: Spieghi…
EX 210 Patti: Quando hanno fatto capo provinciale a Ciccio Denaro, Ciccio Messina Denaro c’ero pure io la.
PUBBLICO MINISTERO: E questa, chiamiamola questa nomina, questa designazione lei rammenta in che circostanze si è svolta, qualche dettaglio, le persone presenti. Lei ha detto intanto “c’ero io”.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Vediamo se riesce a ambientarci questa designazione.
EX 210 Patti: Ce n’erano tante persone, tutte della provincia.
PUBBLICO MINISTERO: C’erano capi mandamento, anche capifamiglia?
EX 210 Patti: Tutti i capi mandamento di quel periodo, erano li.
PUBBLICO MINISTERO: In che anno siamo, Patti?
EX 210 Patti: Siamo nel… dopo l’arresto di Mariano, ’81-’82. Dopo l’arresto di Mariano Agate.
PUBBLICO MINISTERO: Bene, quello di cui ha parlato prima.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Perfetto.
Quindi c’erano tutti i capifamiglia?
EX 210 Patti: Si, tutti i capimandamento e poi c’era qualche soldato, qualche capodecina, qualcuno insomma che era di fiducia che accompagnava il rappresentante.
PUBBLICO MINISTERO: Lei c’era a titolo di soldato allora?
EX 210 Patti: Io si, io ero un capodecina.
PUBBLICO MINISTERO: Era già capodecina.
EX 210 Patti: Si, a me mi hanno fatto subito capodecina nella mia famiglia.
PUBBLICO MINISTERO: Senta, il rappresentante provinciale sostanzialmente come la esercita la sua carica di rappresentante provinciale, che vuol dire?
EX 210 Patti: Vuol dire che quando deve discutere qualche cosa nella regione, interprovinciale, ci va il capoprovinciale.
PUBBLICO MINISTERO: Eccoci.
EX 210 Patti: Qualche cosa… un omicidio di uno cosa non è che va a discutere… se la sbriga solo la famiglia. Ma quando c’è da fare qualche cosa grossa, a livello importante, che fa rumore, si discute, si riuniscono tutte le famiglie della Sicilia e si chiama interprovinciale.
PUBBLICO MINISTERO: E’ una specie di organismo quindi, appunto come dice lei, interprovinciale?
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Lei prima ha parlato di consiglio provinciale.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Ora questa sarebbe una sorta di consiglio interprovinciale allora, qualche cosa…
EX 210 Patti: Si, tutte le province della Sicilia.
EX 210 Patti: Il mio principale, quando mi ha “pungiuto”. E poi esiste in Sicilia e in America. La Sicilia è la mamma e l’America è la figlia, come…
PUBBLICO MINISTERO: Ecco. Senta Patti, quindi lei ha detto che questo signor Messina Denaro Francesco fu designato rappresentante provinciale per l’intera provincia di Trapani dopo l’arresto di Agate.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, ma c’era una ragione per la quale questa designazione si fece dopo l’arresto di Agate?
EX 210 Patti: Si, c’era.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, aiuti a capire questo.
EX 210 Patti: Ora, siccome prima era Cola Buccellato, a Castellammare del Golfo, Cola Buccellato prima di Ciccio Messina, il Messina Denaro.
PUBBLICO MINISTERO: Certo.
EX 210 Patti: Precisiamo perch� senn� qualcosa… C’era Cola Buccellato. E siccome Cola Buccellato si trovava in carcere a Trapani, Mariano Agate… l’hanno portato nel carcere di Trapani e Mariano Agate gli ha comunicato che era fuori a tempo indeterminato, Cola Buccellato. Gliel’ha detto Mariano Agate che l’avevano buttato fuori a Cola Buccellato.
PUBBLICO MINISTERO: Buttato fuori cosa vuol dire? Buttato fuori dalla famiglia? Messo di lato? Cosa vuol dire?
EX 210 Patti: Fuori dalla famiglia e fuori da tutto, da Cosa Nostra. Fuori da Cosa Nostra.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco. Senta, quindi quando vi erano questi incontri di questo organismo interprovinciale, il designato era questo signor Messina Denaro Francesco, ho capito bene?
EX 210 Patti: Si, si.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, a lei risulta che vi sia stata poi in effetti, e concretamente, una qualche riunione di questo organismo interprovinciale? Oppure è una informazione, questa che ha lei, solo di carattere come dire, teorico?
EX 210 Patti: No. Siccome io ho detto prima che io c’ero quando hanno fatto a Ciccio Messina Denaro, io ero presente ad assistere.
PUBBLICO MINISTERO: Un incontro dove
EX 210 Patti: Incontro. Noi eravamo in una cantina e questa cantina era di proprietà dei cugini Salvo, tra Mazara… Comunque nelle campagne di Mazara.
PUBBLICO MINISTERO: Di quali Salvo stiamo parlando?
EX 210 Patti: Salvo Ignazio e Nino.
PUBBLICO MINISTERO: Quelli di Salemi?
EX 210 Patti: Quelli di Salemi, che io conoscevo benissimo.
PUBBLICO MINISTERO: S�, s�.
EX 210 Patti: Erano della famiglia di Salemi.
E la riunione � stata in questa cantina dei Salvo.
PUBBLICO MINISTERO: S�.
EX 210 Patti: Ripeto, c’erano tutte le persone, le persone di Trapani. C’era Vincenzo Virga, c’era Nino Bolzetta di Trapani. Poi, di Paceco, c’era… o zu’ Vito che non mi ricordo il cognome.
Di Inciuria ci dicevano, gli dicevano Vito Nasca, di Inciuria, questo è morto.
Di Marsala c’ero io, c’era il mio principale Vincenzo D’amico, c’era Caparotta.
Poi, di Mazara, di Mazara c’era Calcedonio anche detto che… In quel periodo fungeva di reggente, perchè Mariano era arrestato, quando hanno fatto diciamo a Ciccio Messina Denaro.
L’avvento di Matteo Messina Denaro
PUBBLICO MINISTERO: Volevo tornare invece, lo abbiamo sfiorato, il discorso della famiglia di Castelvetrano.
Lei ha parlato di questo signor Francesco Messina Denaro.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi parla di una persona che lei conosce personalmente.
EX 210 Patti: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco. Poi…
EX 210 Patti: Poi, però poi negli ultimi tempi, dottore.
PUBBLICO MINISTERO: Prego?
EX 210 Patti: Gli ultimi tempi, con zu’ Ciccio non è che funzionava più come… funzionava Matteo, Matteo era quello che muoveva tutti i fili nella provincia di Trapani. Matteo Messina Denaro, che è figlio di Ciccio.
PUBBLICO MINISTERO: Di Ciccio Messina Denaro.
EX 210 Patti: S�. Che io conosco da una vita. E questo � pericoloso, molto pericoloso.
PUBBLICO MINISTERO: Ora mi consenta, mi lasci… Lasciamo perdere le valutazioni personali. Voglio dire, lei questo Matteo Messina Denaro lo conosce da una vita.
Cosa vuol dire?
EX 210 Patti: Si,
PUBBLICO MINISTERO: … quando dice “lo conosco da sempre”, vuol dire lo conosce a prescindere dal fatto della vostra appartenenza a Cosa Nostra?
EX 210 Patti: Si, io lo conoscevo anche quando non era entrato in famiglia.
PUBBLICO MINISTERO: Eh, questo che…
EX 210 Patti: Quando suo padre aveva la distilleria a Castelvetrano. E io gli portavo, gli portavo… a volte gli serviva qualche macchina rubata di Marsala, che loro dovevano fare qualche omicidio a Castelvetrano. E io gliela portavo.
E questo Matteo neanche era “pungiuto”. Non me lo avevano mai, non me lo avevano presentato.
Poi, lo hanno fatto a Castelvetrano e me lo hanno presentato.
Fonte : documenti
Il Circolaccio