M5s difende Appendino a spada tratta dall’accusa di falso ideologico. E i deputati osservano: “Non è il caso Raggi”
In piena campagna elettorale siciliana un avviso di garanzia alla sindaca Chiara Appendino non fa piacere. In particolare se l’accusa è di “falso ideologico”, la stessa mossa nei confronti della collega Virginia Raggi, e la stessa soprattutto che nel tempo ha fatto balzare i grillini sulla sedia quando erano gli altri partiti ad essere coinvolti. Ma nei 5 Stelle questa volta, a differenza del rinvio a giudizio nei confronti del sindaco di Roma, si respira un’aria diversa. Non ci sono quei silenzi assordanti, almeno per ora, o quelle lunghe scene di imbarazzo tipiche di chi aspetta che venga data la linea. Anzi, quando qualcuno prova ad accostare le due indagini, Roma e Torino, ci sono alcuni deputati pronti a far presente che “non sono la stessa cosa, così come è diverso il caso Nogarin. L’avviso di garanzia è un atto dovuto dopo che il Pd ha presentato un esposto. Chiara poteva spostare i 5 milioni di debito nei confronti della società Ream nel bilancio successivo perché c’è un contenzioso. Non ha mentito”.
Le facce dei parlamentari sono senza dubbio più rilassate rispetto ai volti che giravano nei corridoi di Montecitorio quando dalla procura di Roma emergevano le notizie sulla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, l’ex capo di gabinetto del Campidoglio ancora in carcere. Perché in quel caso, secondo l’accusa, il sindaco ha mentito all’Anticorruzione del Comune con lo scopo di creare un vantaggio a Renato Marra e inoltre avrebbe mentito dicendo di aver deciso da sola e invece avrebbe messo Raffaele Marra al corrente di tutto. Insomma, in Campidoglio in ballo c’erano le poltrone. Sono questi i fatti che oggi gli stessi parlamentari grillini ricordano quando le due sindache vengono paragonate. “Chiara ha spiegato che la sua è stata una scelta ponderata. Lo ha fatto in accordo con la società perché c’è un contenzioso in atto, lo ha fatto nell’interesse della città”, chiarisce un deputato molto vicino al Comune di Torino.
Fonte : LA Stampa
Il Circolaccio