Quella delle imprese artigiane e industriali fermate dal governo per fare fronte all’emergenza Covid-19, è una situazione molto difficile che rischia di aggravarsi.
Il vero problema è l’emergenza sanitaria collegata a quella economica.
Le molte cazzate che girano sui social sono dei veri depistaggi per non fare pensare . Si parla di cose spesso inutili per distrarre la gente dal dramma economico. Chi vive di rendita o alle spalle di genitori o parenti poco se ne preoccupa. Ci sono milioni di persone che temono di perdere il lavoro. Ci sono milioni di giovani che non vivono alle spalle dei genitori che attendono di capire se torneranno a lavorare. Facile cazzeggiare quando sai che il Papà o il nonno ti da i soldini. Facile discutere su tutto quando vivi di rendita e non hai mai sudato per campare. Sono tanti i “filosofi” social che stanno tutto il tempo a giudicare e campano di soldi non sudati da loro. Al fine mese non ci pensano
I piu tranquilli sono i dipendenti pubblici italiani
Se i dati sanitari mostrano timidi miglioramenti, la tempesta economica viaggia con un mese e mezzo di ritardo. Nel frattempo, la liquidità di cassa è quasi terminata; il fatturato di marzo e aprile è crollato del 70-80%; la maggior parte degli incassi da clienti (RI.BA, Bonifici o Assegni), tornano indietro o devono essere rinegoziati mentre i fornitori, minacciano di sospendere le consegne di materia prima.
C’è il rischio di un blocco totale, anche nei settori essenziali quali quello alimentare, farmaceutico e correlati come il packaging.
Quindi, la “potenza di fuoco” annunciata dal premier Conte, deve tradursi immediatamente in un “contributo statale a fondo perduto” equivalente almeno al 50-60% del mancato fatturato subito dalle aziende a marzo, e che continuerà tra aprile, maggio e giugno.
La proposta di pagare tasse e debiti, facendo altri debiti con i finanziamenti a garanzia è irricevibile; un palliativo destinato a mettere in ginocchio molte imprese, quando e se, a settembre si tornerà a pieno regime produttivo.
Fondo perduto, ipso facto! Diversamente, potrebbero verificarsi il licenziamento di centinaia di migliaia di lavoratori e la chiusura di una metà del comparto del manifatturiero e dei servizi a esso collegati.
Fonte: Huffpost