Sta diventando, quello delle infiltrazioni mafiose all’interno della massoneria, l’ennesimo minestrone all’italiana dove, tra chi accusa e chi difende, di mezzo ci passa più la politica e le sue strategie che la verità giudiziaria. La trasmissione di Rai 3 “Presa diretta che ha trattato con molta professionalità l’argomento, sentendo anche molti massoni, ha rilanciato l’argomento principale: i rapporti tra la massoneria, i mafiosi e le istituzioni. La questione, evidentemente, non può riguardare solo la Sicilia e la Calabria e , a questo punto, la magistratura ha il compito di chiarire ogni dubbio attraverso indagini precise e non fumose.
Rosy Bondi, che tra le altre cose è stata eletta in Calabria ,come capolista del Pd alla Camera con il sostegno di Marco Minniti che la fece candidare nella regione dove Lui è stato eletto al Senato, punta il dito sulle logge siciliane e calabresi sostenendo che, nelle logge di queste regioni, ci sono addirittura, condannati per associazione mafiosa.
Rosy Bindi :”Non siamo ancora alle conclusioni definitive, ma i primi risultati del nostro lavoro dimostrano che tra i nominativi degli iscritti alle logge massoniche della Calabria e della Sicilia, ci sono alcuni condannati per 416 bis, quindi per associazione mafiosa, e un numero considerevole di situazioni giudiziarie in itinere, imputati, rinviati a giudizio, sia di reati di mafia che di quelli che comunemente chiamiamo i reati spia di comportamenti mafiosi o comunque di collusione con la mafia”.
La Bindi lancia anticipazioni molto inquietanti. Nel corso dell’intervista a Rai 3 l’ex democristiana lascia passare il messaggio che, evidenzia, un pernicioso ruolo delle logge. Sarebbero, secondo il presidente, possibili luoghi di incontri tra mafiosi, professionisti di grido , politici, pezzi dello Stato e servizi segreti.
Cosa sono i reati spia? Ci sono riscontri legislativi? Ci sono prove a supporto?
Di tenore diverso sono le dichiarazioni di Claudio Fava, vice presidente della commissione Antimafia . Fava ,di certo non è mai stato gentile con i massoni ed è considerato uno dei detrattori più accaniti del mondo massonico. Fava , di recente, ha addirittura proposto una legge che vieta ai dipendenti pubblici, di far parte della massoneria
Claudio Fava all’Ansa a luglio scorso dichiarava :”da una prima lettura degli elenchi degli aderenti alle logge massoniche in Calabria e in Sicilia, non sembra che emergano nomi di straordinaria notorietà ma c’é una dimensione di adesione alla massoneria che sfugge a ogni controllo, per esempio con le logge coperte o con ‘i fratelli all’orecchio’. La sensazione che ci siano propaggini che si spingono nel Parlamento è più che una sensazione; non mi stupirei se anche in Commissione Antimafia ve ne fosse qualcuno“.
A questo duro attacco risponde Stefano Bisi capo del Goi
“Dalla Bindi solo proclami, ci dia nomi ed obbedienze”
«La presidente Rosy Bindi ci dica i nomi, dica chiaramente a quale Obbedienza o a quali Obbedienze si riferisce quando parla genericamente dell’esistenza di alcuni condannati al 416 bis negli elenchi di massoni sequestrati e si metta d’accordo con il vice presidente Fava che rilasciato dichiarazioni diverse».
“Affermo questo- continua Bisi- perché ci possono essere dei clamorosi casi di omonimia e anche di persone che sono state espulse e che non hanno più rapporti con la Massoneria ufficiale. La stessa cosa e’ avvenuta ed avviene per quanto riguarda partiti politici ed altre associazioni. Anche lì ci sono stati condannati e indagati. Non si possono lanciare proclami generici attraverso la TV di Stato e i media al termine di un’inchiesta violenta, aggressiva e discriminatoria, quella della Commissione Antimafia, che e’ stata portata avanti, a nostro giudizio, con palese violazione di leggi. L’alto ruolo e la responsabilità che ricopre la presidente Bindi e le numerose situazioni giudiziarie che nel passato e nel presente hanno visti assolti da pesanti accuse, personaggi di spicco, dovrebbero indurre alla prudenza e soprattutto alla massima chiarezza nel parlare di un’indagine così delicata e che mette in gioco l’immagine e la vita di persone. Vogliamo ricordare che qualche mese fa il capo della Procura di Catanzaro, Nicola Gratteri, in dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa, aveva esplicitamente detto che le indagini non riguardavano le logge regolari e le sue parole testuali erano state queste: “stiamo parlando della Massoneria deviata”
Fonte: ANSA, LC news24
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