“La verità tutti la ricercano ma, una volta trovata, pochi hanno il coraggio di renderla pubblica”
“Si vive in una sorta di sottile ed impalpabile ipocrisia che fa comodo a tutti, tranne a qualcuno che ha, invece, l’ardire, la passione, di uscire fuori dal “coro” con tutte le conseguenze del caso. Lottare e difendere la verità vuol dire addentrarsi in un terreno minato: in tanti cercheranno di falsarla, di insabbiarla, di stravolgerla…”
Questa è l’introduzione di un articolo scritto da Gabriella Gagliardini e dedicato ad un amico comune, Marco Federico, un amico che ha provveduto a divulgare diversi articoli del Circolaccio anche quando si parlava di cose pesanti e controcorrente e per questo lo ringrazio. Proprio adesso, nell’anniversario della strage di Via D’Amelio, che hanno voluto fare coincidere con la desecretazione di atti in possesso della Commissione Antimafia, potrebbe essere utile leggere questo articolo, magari fosse solo per far si che non cominci una campagna denigratoria magari sminuendo quanto sta diventando di dominio pubblico o peggio ancora che passi tutto nel dimenticatoio. Prima di passare all’articolo è doveroso fare una presentazione dell’Autrice, Gabriella Gagliardini.
Laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne (Francese e Inglese). Dopo aver superato il corso per Ispettore di Polizia viene assegnata alla Digos della Questura di Ancona. Assegnatapoi al Ministero dell’Interno – Relazioni Internazionali, Questura di Roma e per un periodo relativamente lungo all’Interpol. Prima di essere assegnata al Sismi, ha trascorso un breve periodo alla DIA. Ha lasciato improvvisamente il servizio a causa di problemi creati da certi ambienti dello Stato e in merito ha scritto un libro molto esaustivo, “Biografia di una 007” dove mette in risalto, attraverso la propria esperienza personale, le vittime di una parte di quella magistratura inefficiente, politicizzata o legata ai mass media.
” Del grande Dante abbiamo sempre conosciuto il suo spasmodico desiderio di libertà:”..-Libertà vò cercando ch’è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta…” La libertà e la verità vanno di pari passo, se non si riesce a convivere con la verità si è, necessariamente schiavi di qualcosa o qualcuno.
Ai giorni nostri, come suppongo anche in passato, ci sono molti schiavi e pochissime persone libere. Assistiamo ad uno stuolo di persone schiave di pregiudizi altre schiave di doppi giochi, ambiguità per un fine poco limpido. Tali persone hganno l’impressione di essere completamente libere, ma è una falsa libertà, anche se è loro la scelta del proprio “status”, alla fine sono destinate a rimanere nella trappola che, inconsciamente, si sono preparate. Non possono più uscire da certi schemi, da determinati sistemi e ” modus vivendi”, ormai non riescono più a tornare indietro. C’è chi sceglie di travisare la verità per lucro, lavoro o altre finalità simili fino a culminare al tanto discusso “Segreto di Stato” giustificato dalla necessità di proteggere lo stesso Stato da attacchi esterni.
“Le campagne di disinformazione volte a scandire i vari passaggi politici di un governo democratico allo scopo di confondere idee e realtà sociali con costituzione di gruppi militanti politici di forze estreme, pronti a colpire la “spina dorsale” dello Stato (le Istituzioni) hanno obiettivi strategici di lungo periodo” enuncia Marco Federico.
Marco Federico, da sempre appassionato di Intelligence, sembra penetrare il significato di quanto accade giornalmente sotto i nostri occhi che, in pochi sanno cogliere. La verità nascosta nei meandri della quotidianità è quello che più lo attira, lo scavare al di là dell’apparenza, capire il significato che è a monte delle cose apparentemente semplici e scontate. dotato di fertile mente, Marco Federico è costantemente alla ricerca del vero e di nuove idee per progetti lungimiranti e grandiosi. Il suo è sempre uno slancio altruista, uno sforzo verso i più deboli, proteso in direzione di una società giusta, senza discriminazioni, ne parzialità.
“La strategia classica è affine all’incantesimo operato su forze oscure”… Con questa definizione Marco Federico sembra metterci in guardia dalla “strategia classica”, cioè quella esistita da sempre, che ha sfidato i secoli e ancora perdura nel tempo. “le forze oscure” sono tutte quelle forze che non vogliono emergere alla luce del sole, che sono come i vampiri, scappano di giorno ed escono di notte perchè più protette. Dal momento stesso che non scono di giorno, anch’esse sono schiave della notte, del buio e non riescono a rivelarsi altrimenti. “Le forze oscure” sono sempre da temere in quanto tali; per il fatto stesso che hanno bisogno di nascondersi, il loro fine non sarà, di certo, tanto limpido.
La controinformazione, come azione possibile di contrasto alla disinformazione, deve ispirarsi e mirare a quei principi di verità e di democrazia, prima che le notizie fabbricate “ad hoc” penetrino nelle viscere del Paese, determinando la progressiva modifica delle idee e dei sentimenti dei suoi cittadini”
La controinformazione è un procedimento delicatissimo in cui entra in gioco la sensibilità, l’abilità, l’equilibrio, ma anche la serietà del soggetto che intraprende tale “iter”. Infatti, non tenendo presente la possibile miccia che verrà innescata riguardo alle eventuali reazioni umane, si esercita un potere devastante di manipolare l’intero modo di pensare di un popolo, assoggettandolo ai voleri, più o meno occulti, di qualcuno che ha tutto l’interesse di farlo.
Come si riesce a fermare tale procedimento una volta azionato? Finchè il danno è circoscritto, forse ci può essere una debola speranza, ma se il danno si è già diffuso a macchia d’olio niente e nessuno potrà arrestarlo, con il rischio che possa culminare in un vero e proprio conflitto.
Per evitare le conseguenze devastanti sarebbe meglio riflettere e prevedere le possibili conseguenze, piuttosto che intraprendere il classico gesto di “gettare la pietra per poi ritirare la mano”
Il Circolaccio
Maurizio Franchina