Carissimi Amici,
Ciò non è dovuto solo a problemi di efficienza fisica che, proprio alla fine del periodo feriale mi ha dato qualche preoccupazione ed il solo fatto di dovermene occupare mi ha distratto dal mio abituale impegno.Leggendo la mia pagina fb avrete notato da qualche mese a questa parte una notevole riduzione della quantità dei miei scritti e, credo, anche della qualità.
La fase finale del lavoro per il libro “C’era una volta Montecitorio”, contrariamente a quanto si possa credere, mi ha impegnato e stancato molto.
Un lavoro minuzioso ed anche un po’ noioso e, poi, una serie di iniziative per adempiere al dovere di dare al libro una certa pubblicità, che è difficile a realizzarsi quando non si può confidare sulla forza di grandi complessi editoriali tendenzialmente monopolisti.
Credo che, con l’aiuto di qualcuno di Voi, questo handicap sia stato ridotto.
D’altra parte questo non ha significato una scelta tra i miei interessi materiali e, magari personali ed interessi politici comuni a quelli di Voi che mi confortano della loro attenzione e del loro sostegno morale.
Credo che non vi sia, su questo piano, differenza vera tra l’impegno per formulare e diffondere idee ed impegno nella vita politica, in quella politico-giudiziaria e politico-culturale e, invece, quello per la riflessione sul passato, del resto recente, sia mio personale che comune alla società in cui viviamo.
Ho più volte affermato che la politica è la storia del presente (e la storia la politica del passato).
Ma in questo particolare momento, in cui un’ondata di fango e di detriti di un passato se non glorioso, certo più composto e comprensibile sembra volerci strappare quanto ci resta della cultura e della razionalità politica, l’identità dell’impegno nei due campi è ancor più evidente e portatrice di conseguenze fondamentali.
Troppo spesso noi abbiamo ritenuto di poter voltare semplicemente le spalle al passato, alle lotte per superarne gli aspetti meno accettabili.
Se la speranza, la fede, l’impegno per un avvenire più degno dell’Umanità sono essenziali per la qualità della vita politica, la conoscenza del passato, la capacità di continuare a viverne le migliori passioni, di comprenderne la trama e la ragione sono indispensabili perché ci sia dato comprendere, e, quindi, vivere, il presente e guardare senza abbagli all’avvenire.
Quel poco di storia che ho vissuto personalmente mi è stata e mi sarà, per quanto mi resta di vivere ed operare, essenziale. Agli altri, a Voi, che mi siete vicini nel pensiero politico e nel tentativo di dare ad esso corpo, anche questo poco potrà essere utile. Per capire e capirmi.
Vi ringrazio e spero di non essere inutile anche con questo impegno per così dire “letterario” a soddisfare la vostra sete di giustizia e di unità.
A fare e vivere degnamente la storia di oggi. La nostra politica.
Mauro Mellini