Messina Denaro, l’agricoltura la sua passione per le olive e l’olio: quanto vale il business della mafia sull’agroalimentare italiano?
La cattura di Matteo Messina Denaro, con la connivenza di imprenditori e commercianti, riporta al centro il tema della criminalità organizzata: quanto valgono il business e il brand mafia( da: “Qui Finanza”)
Come spiega la Direzione Nazionale Antimafia, il legame delle mafie con l’agricoltura ha radici antiche, di natura storico-culturale, legato alla nascita stessa del fenomeno mafioso, per larga parte nato proprio nelle campagne.
DA SEMPRE SI DICE CHE LE OLIVE DEL BELICE SONO UNA VERA ECCELLENZA.
Solo per i buongustai? Dalle recenti indagini sul boss Matteo Messina Denaro, si è appreso che il boss si “divertiva” a promuovere olio e olive della Nocellara. Un “testimonial” d’eccezione nel marketing dei prodotti locali.
I Messina Denaro e la Nocellara una “relazione ” che dura da decenni e poco vista dagli investigatori
DA SEMPRE POLITICI E POLITICANTI HANNO ILLUSO QUESTO TERRITORIO PUNTANDO SU QUESTO STRAORDINARIO PRODOTTO. DOPO DECENNI DI INVESTIMENTI LA SITUAZIONE NON E’ MAI CAMBIATA: PRODUTTORI SEMPRE PIU’SFRUTTATI E STANCHI E OLIVE SEMPRE PIU’ CARE NEI SUPERMERCATI
’ TUTTA COLPA DEI POLITICI? FORSE.
IL MERCATO E’ SEMPRE STATO NELLE MANI DI NAPOLETANI E DEI LAZIALI PERCHE’? UN ACCORDO COMMERCIALE CHE FUNZIONA DAGLI ANNI 50 E CHE E’ CRESCIUTO NEGLI ULTIMI ANNI IN VIRTU’ DEI COPIOSI INVESTIMENTI AZIENDALI: SOLDI A PALATE E POCO VALORE AL PRODOTTO CHE VIENE RACCOLTO
DOPO IL FALLIMENTO DELLA SAICA DEI FRATELLI TAORMINA NESSUNA AZIENDA DEL TERRITORIO E’ RIUSCITA AD AVERE LA STESSA FORZA COMMERCIALE
CHI HA TENTATO DI CAMBIARE LE REGOLE DI QUESTO MERCATO ,IN PASSATO, SI E’ FATTO SEMPRE MALE PERCHE? A QUALCUNO HANNO BRUCIATO L’AUTO AD ALTRI E’ TOCCATO DI FINIRE SUL MARCIAPIEDE
MESSINA DENARO POTEVA RIMANERE INDIFFERENTE A QUESTA ENORME QUANTITA’ DI SOLDI? DIFFICILE CREDERLO: ANCHE SE ; GLI INQUIRENTI HANNO GUARDATO POCO DENTRO QUESTO COMPLESSO SETTORE DOVE; RICICLARE NON E’ DIFFICILE
E’ corretto non generalizzare . Ci sono stati imprenditori hanno sempre rispettato le regole del libero mercato ma non rinunciando a vantaggi di questo antico metodo. Quale metodo? Ve lo spieghiamo
Il mercato delle olive impegna il 90% delle aziende di trasformazione su due cose: le modalità di pagamento e il prezzo gestito dai trasformatori e mediatori; la partita si è giocata sempre su questi ambiti. Tuti sanno nel Belice che il produttore non viene pagato subito. LO sanno anche Carabinieri , poliziotti e Finanzieri che magari hanno terreni di famiglia da governare.
Quasi sempre , il produttore deve aspettare mesi per avere i soldi . Addirittura, in molti casi, un anno. Questo sistema , non certo casuale, genera flussi di denaro enormi.
Esempio: la ditta X prende le olive dal produttore Y ad ottobre. La ditta X paga un primo acconto non prima di gennaio e completa il pagamento quasi sempre a luglio dell’anno successivo. La ditta X venderà il prodotto e genererà un evidente vantaggio finanziario dal pagamento di terzi, o in modo contanti o a 60 giorni.
Quindi, se compro 100 mila Euro di olive dal produttore e le pago in 12 mesi, gli stessi soldi mi generano liquidità di cassa per almeno due volte. Sono regole semplici del mondo finanziario. Insomma, come dire: “lavorare con i soldi dei produttori”. Se si considera il valore dell’intero mercato come fatturato che, secondo recenti statistiche, genera oltre 300 milioni di Euro come raccolto, fare due conti non è difficile
Qualcuno ha scritto che, toccare gli equilibri del vetusto sistema agricolo locale, può essere pericoloso. O ti fa danno la mafia o rischi di fallire. Ci sono diversi esempi di azioni violente e di gente finita sul lastrico
E’ davvero cosi? E perche?
Alcune indagini e sentenze ormai datate dimostrano ampiamente che la mafia ha sempre avuto interessi nell’agricoltura. A noi piace ragionare con la nostra testa e analizzare le questioni senza strumentalizzazioni.
E’ appurato che la mafia degli anni 50 con la complicità di alcuni imprenditori dell’epoca dettò le regole nel settore olivicolo. Regole che sono state rispettate per decenni. E’ ancora valido quel patto?
Francesco Messina Denaro conosceva bene il meccanismo e fece da collegamento per stabilire le regole tra i commercianti napoletani e certi imprenditori che potevano ammassare le olive. I napoletani non volevano problemi.
Queste cose le associazioni di categoria, e altri addetti ai lavori le hanno sempre sapute. Le hanno sempre sapute anche persone delle forze dell’ordine che, a loro volta ,hanno avuto terreni da gestire e olive da vendere. Ci sono stati anche articoli di giornale in passato rimasti nel vuoto.
Oggi, secondo le recenti inchieste e alcuni organi d’informazione, la mafia dell’olio e dell’olive , ha avuto un significato anche per il super boss Matteo Messina Denaro.
Già nell’operazione Golem nel 2009 emerge un quadro inquietante
da Repubblica
Estorsioni e droga sono gli affari illeciti gestiti dal clan del boss latitante Matteo Messina Denaro, ma dall’indagine “Golem” che ha portato all’arresto di 13 fiancheggiatori del ricercato, emerge anche un forte interesse della mafia sulle olive e la produzione dell’olio, uno dei principali capitoli dell’economia della provincia di Trapani. A margine dell’attivita’ di indagine riguardante la conduzione dell’oleificio “Fontane D’Oro”, che e’ stata sequestrato, sono emersi chiari riferimenti al tentativo, da parte di due delle persone arrestate, Francesco Luppino e Franco Indelicato, di imporre i prezzi di mercato delle olive, la cui lavorazione costituisce uno dei settori imprenditoriali piu’ importanti del Belice tanto che Castelvetrano, il paese di Messina Denaro, e’ nota come “la citta’ delle olive”. Sul punto, sono in corso approfondimenti investigativi.
L’agricoltura, fonte primaria per l’economia del territorio non è mai stata libera.
Da qualche anno , alcune famiglie di produttori stanchi di tanti soprusi e angherie hanno deciso di non vendere più ai napoletani. Hanno cominciato ad alzare la testa e con tante difficoltà a cercare di vendere le loro olive direttamente sul mercato con i loro marchi. Le difficoltà sono tante. Molti si sono svenati.
Lo Stato , non c’è stato. Il boss in galera e adesso, tutto può cambiare? O è Forse troppo tardi?
Ormai il mercato delle olive nel territorio è in mano ad imprenditori laziali e campani che, praticamente, controllano il 70% del mercato del semilavorato olivicolo puntando esclusivamente sui loro marchi. Di chi è la colpa di questa ”colonizzazione”? Come dicono molte inchieste è difficile sfruttare il territorio senza l’ok mafioso. E’ veramente cosi? O tutto questo è accaduto anche per l’incapacità di certa imprenditoria di arrestare l’avanzata dei napoletani? La risposta non spetta a noi
Noi possiamo dire solo che :liberare l’economia agricola da tutte queste “non regole “assurde e illogiche sarebbe una grande conquista sociale e di libertà.
Il Circolaccio ne ha parlato diverse volte . Già dal 2018. Strano che nei vari libri dell’antimafia da salotto non si parli di questo settore
Ass Verità e Giustizia
Fonte : Il Sole 24 Ore, Repubblica
Il Circolaccio