L’uscita del docufilm “Vendetta” riapre vecchie ferite all’interno del cosiddetto mondo dell’antimafia. Ferite che confondono le idee anche sul modo di operare di certi tribunali. Non si può certo nascondere quanto è accaduto a Pino Maniaci. Ormai l’intero globo lo sa. Si potrebbe anche dire che, il giornalista di Tele Jato è stato anche un pò fortunato. Altri, magari vittime di accuse montate ad arte e con casi simili, non hanno goduto della stessa “grazia”.
Un episodio davvero grave e che film di Netflix viene messo in evidenza, è quello della evidente manipolazione fatta sul video prodotto dai Carabinieri in merito all’accusa di estorsione, Un fatto già ampiamente dimostrato durante il processo, come prova “artificiale”, ovvero fatta in laboratorio penale, secondo dettatura .
Un caso poco trasparente e dimenticato dai giornalisti con la toga
L’avvocato Antonio Ingroia nel settembre 2016 presentò un esposto alla Procura di Caltanissetta contro ignoti , proprio su questo grave episodio. Ne avete sentito più parlare? Silenzio tombale sull’accaduto
Ingroia all’epoca dei fatti rilasciò un’intervista al sito Meridionews per spiegare le ragioni della denuncia . Disse :”come detto da Piano Maniaci ci rivolgiamo alla procura di Caltanissetta affinché sia fatta chiarezza su alcuni fatti che collegano l’indagine a carico del giornalista condotta dalla procura di Palermo con quella in corso a Caltanissetta sulla dottoressa Saguto e sull’avvocato Cappellano Seminara. Di seguito il testo dell’intervista:
«Non abbiamo nessuna intenzione di denunciare i pm che si sono occupati del caso. Vogliamo solo depositare a breve un esposto-denuncia contro ignoti alla Procura di Caltanissetta». Lo dissero, Antonio Ingroia, legale di Pino Maniaci insieme all’avvocato Bartolo Parrino. Nel documento si chiedeva di fare chiarezza su due punti in particolare: il primo riguarda il video diffuso dai carabinieri di Partinico contente le intercettazioni relative all’operazione Kelevra, che vede coinvolto Maniaci e il secondo riguarda i presunti intrecci con l’inchiesta sull’ex presidente della sezione Misure di prevenzione Silvana Saguto.
Solo qualche mese prima, stata presentata anche una denuncia-querela contro i carabinieri di Partinico colpevoli, secondo il direttore di Telejato, di aver montato in maniera subdola il video, diffuso attraverso i media: «Vogliamo sapere com’è stato possibile realizzare quel montaggio, chi ne è l’artefice e soprattutto chi ha fatto uscire notizie che dovevano essere secretate», commenta anche Parrino. «Che la Procura si preoccupi di divulgare il gossip prima ancora della notizia di reato non ci piace – aggiunse – Hanno dato il via a un processo mediatico, come se avessero avuto bisogno di un supporto per la contestazione mossa contro Maniaci».
Sulla seconda richiesta contenuta nell’esposto i legali precisarono: «Il punto è questo – riprende a dire Ingroia – Abbiamo motivo di credere che ci possano essere dei legami fra l’indagine condotta dalla Procura di Caltanissetta su Silvana Saguto e sull’avvocato Cappellano Seminara e la vicenda Maniaci», dice riferendosi all’inchiesta che vede coinvolta l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione e l’amministratore giudiziario del tribunale di Palermo. «Riteniamo che si debba fare piena luce sulle ragioni e sui mezzi mediante i quali la dottoressa Saguto e il suo gruppo siano venuti a conoscenza dell’indagine nei confronti di Maniaci».
Adesso, vedendo il docufilm “Vendetta” si capisce benissimo cosa hanno combinato i Carabinieri in quel video. Purtroppo, nonostante anni di indagini e altro, nessun seguito , almeno così ci risulta , è stato dato a quell’esposto . In merito al video manipolato, Ingroia nel docufilm è molto chiaro.