
Allarme! Non passate a Roma per Piazza Indipendenza dove c’è la sede del C.S.M.! C’è pericolo di attentati della mafia, dato che lì è ora Antonino Di Matteo, condannato a morte da Totò Riina con sentenza pronunziata all’orecchio di un paio di Guardie Carcerarie. Sentenza che (parola di mafiologhi di “Antimafia 2000”) la morte di Totò Riina ha reso irrevocabile.
Sulla ridicola panzana della condanna a morte che il vecchio Riina avrebbe pronunziato in modo da farsi ben sentire da due Guardie Carcerarie nei confronti di Di Matteo perché “era andato troppo oltre”, probabilmente (non c’è altra ipotesi che tenga!!!) nel sostenere la cavolata di Scarantino, il falso e titubante pentito sulle cui parole si è consumato il più vergognoso errore giudiziario sull’assassinio di Borsellino (una diecina di ergastoli riconosciuti fasulli) a tutto vantaggio dei veri autori mafiosi del crimine.
Con questa panzana della condanna a morte, quello che è stato (ed è) di fatto il comitato “pro carriera di Di Matteo”, ha fatto l’ira di Dio ogni volta che i desideri del più costoso magistrato d’Italia non sono stati esauditi a puntino e senza indugio.
Doveva vincere il concorso per il posto alla Procura Nazionale Antimafia “perché condannato a morte dalla mafia”.
Doveva prendere possesso della carica subito, “perché condannato a morte”, pur rimanendo, però a casa sua, a Palermo, distaccato a quella Procura, sempre “perché condannato a morte”.
Doveva esser gratificato delle cittadinanze onorarie di almeno un centinaio di città e comunelli di tutta Italia “perché condannato a morte”.
Doveva “godere” della scorta più numerosa di quella del Presidente della Repubblica “perché condannato a morte” etc.
Doveva essergli assegnata un’auto blindata speciale “anti comando radio di esplosioni” ultimo ritrovato, “perché condannato a morte”.
Etc. etc.
Ed ogni volta che sembrava che qualcuno recalcitrasse negandogli o ritardando quell’”ultima sigaretta” che costava allo Stato più del funzionamento di un intero Tribunale, scoppiava la baraonda del Guru “Antimafia 2000” e, delle tifoserie organizzate, “Agende Rosse” dal Grande Fratello dell’assassinato Borsellino, con accuse di collusione con la mafia, di scarsa volontà di difendere ed assecondare l’Eroe. Eroe di cento città, pronto al supremo sacrificio che uno Stato, da lui individuato come colluso con la mafia avrebbe preferito non risparmiargli.
Quanto è costata allo Stato quella commedia?
L’ubiquità pretesa, imposta ed ottenuta (Procura Nazionale Antimafia a Roma e Procura Antimafia a Palermo) con la scorta volante con l’Eroe (è da ritenere con aerei speciali) tra Palermo e Roma e verso le cento città dove l’Eroe andava in trasferta “privata” (ma scortata) per questioni di cittadinanze onorarie e simili e per predicare contro lo Stato reo di trattative e collusioni, sono cose il cui costo non è facilmente immaginabile.
E, poi il pericolo che avrebbe fatto correre a Poliziotti e Carabinieri scortatori con lui volanti nei cieli d’Italia.
Pericolo fatto correre, si dovrebbe ritenere, anche agli organizzatori ed al pubblico di “cerimonie” e di “allocuzioni” in giro per l’Italia (con appuntamenti ottimi per i sicari esecutori della fantasiosa sentenza di morte. Panzana grottesca digerita tranquillamente da giornali, altri magistrati, ministri e funzionari).
Ed ora? Metteranno reticolati e costruiranno casematte attorno al Palazzo dei Marescialli?
C’è a Piazza Indipendenza una caserma per la scorta dell’Eroe?
Delle due l’una: o al Palazzo dei Marescialli è stato creato un fortilizio (una volta c’era un certo magistrato componente del Consiglio Superiore che passava per il “presidente della commissione sicurezza”, e come tale interveniva ed operava, poi si scoprì che nessuno aveva mai creato tale commissione e che il suddetto era presidente di sé stesso!!!).
Oppure la condanna a morte era ed è (come in effetti è) una bufala, ed allora se ho scritto che quanto a maneggi per le carriere di certi magistrati andiamo di male in peggio, peggio di Palamara e soci, nessuno potrà dirmi che esagero.
Tra i “tagli” di spesa che i Cinquestelle (tra l’altro promotori delle cittadinanze onorarie del Nostro) non vi sarà quello delle spese per la più agguerrita scorta d’Italia. Non lo credo. E non ci credo. Del resto, la panzana (e la scorta) hanno ottenuto ciò che se ne doveva ricavare.
Ma ognuno ha non solo i ministri ed i parlamentari che in fondo, si merita. Ma anche i Magistrati cui, se non altro con il silenzio hanno tenuto bordone a queste buffonate hanno oggi il C.S.M. che loro si confà.
Mauro Mellini
16.10.2019