E’ una congiura? O si tratta soltanto di autocensura?
Mi riferisco al preoccupante silenzio dei grandi media, ad eccezione del giornale La Repubblica, Report ed Il Fatto Quotidiano, rispetto a quanto di sconvolgente sta emergendo presso la Procura ed il Tribunale di Caltanissetta, riguardo al cosiddetto ‘Sistema Montante’.
E dire che è stata scoperchiata una pentola maleodorante da cui continuano a traboccare notizie, intercettazioni e documenti che rivelano, in tutto il suo enorme squallore, qual è la fetida sostanza di quello che il giornalista Attilio Bolzoni chiama ‘potere infetto’ (tradotto in siciliano potere ‘mpistatu’).
Avrei voluto parlarvi dei terribili, devastanti e compromettenti rapporti di Antonello Montante con tutti i vertici dello Stato, malgrado fosse compare e socio d’affari di alcuni capimafia di Caltanissetta. Probabilmente anche grazie a cosa nostra è diventato ex presidente di Confindustria Sicilia oltre che responsabile nazionale per la legalità di Confindustria Nazionale. Da quelle postazioni diventerà anche una sorta di ‘commissario unico’ della Sicilia e, prima che l’arrestassero, stava per ‘commissariare’ l’Italia intera! Era una specie di ‘vicerè‘, ma molto più potente del re! Oggi risulta condannato a 14 anni di reclusione. Fino a qualche anno fa era ritenuto ed accreditato unanimemente un insostituibile ‘apostolo dell’antimafia’. Tale roboante etichetta gliela avevano appiccicata addosso due ex potenti ministri dell’Interno e della Giustizia, l’agrigentino Angelino Alfano ed Anna Maria Cancellieri, donna molto legata ai Li Gresti, nota famiglia di faccendieri originaria di Paternò.
Tutti quanti strisciavano ai suoi piedi! E quando diciamo tutti, diciamo proprio tutti. Oltre ai ministri di cui sopra, si sono prostrati al suo cospetto capi della Polizia, capi di Stato Maggiore dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, capi delle Procure e dei Tribunali, capi dei Servizi Segreti e persino Capi di Stato. Grazie alla sua malefica genialità ha unto tutto e tutti con ‘l’olio santo’ della sua fantomatica ed ingannevole ‘legalità’ di facciata.
Di queste attività eversive del Montante e di tanto altro ancora, di cui ho maturato delle terribili esperienze personali, ne parlo diffusamente nel mio libro ‘Il Sistema Montante’, pubblicato il 18 aprile scorso dall’editore Bonfirraro.
Visto che il caso Montante è scoppiato in Sicilia, ho tentato, finora inutilmente, di interessare in tal senso la testata giornalistica regionale della RAI, considerato che si tratta di un servizio pubblico, pagato col canone di noi contribuenti.
Mi è stato riferito, ufficiosamente, che è stato impartito un preciso e perentorio ordine che è quello di non parlare minimamente di questo mio libro. Per la RAI esso fa parte dell’indice dei libri proibiti! Probabilmente perché in esso si affronta la controversa questione riguardante anche gli scandalosi rapporti tra il Montante ed i giornalisti. Il mio peccato è quello di avere parlato diffusamente di Vincenzo Morgante, un ex potente direttore delle testate giornalistiche regionali della RAI, oggi approdato presso le emittenti radiotelevisive del Vaticano. Inoltre viene citato anche il marito di Lucia Basso, una giornalista che ancora oggi lavora alla TGR Sicilia e che si è presentata quale teste a favore del generale della Guardia di Finanza Gianfranco Ardizzone, anch’egli condannato nell’ambito del processo a carico di Antonello Montante. Tra l’altro gli atti relativi alla testimonianza della Basso sono stati trasmessi alla Procura di Caltanissetta per verificare eventuali profili relativi all’ipotesi di reato di falsa testimonianza.
Probabilmente per tali ragioni, e non solo, dentro RAI TRE REGIONE non s’ha da parlare del mio libro ‘Il Sistema Montante’.
Ma se si eccettuano quasi tutte quante le testate giornalistiche locali, che ringraziamo vivamente, anche altri ‘giornaloni’ nazionali e le grandi TV private, non si sono interessate del devastante ‘Sistema Montante’. Eppure le sue disastrose ricadute istituzionali riguardano l’Italia intera! Chissà perché continuiamo ad assistere a questo totale disinteresse! Forse perché il Montante coltivava tutte quelle che lui amava chiamare ‘cointeressenze’, grazie alla ‘sua’ Confindustria, oltre che con le donne e gli uomini piu’ rappresentativi ed influenti del nostro Stato, anche con i maggiori editori italiani?
Mi rendo conto che questo mio ‘disgraziato’ libro avrebbe riscosso maggiori interessi e maggiore fortuna, se solo avessi accuratamente, ed opportunisticamente, evitato di far pubblicare i nomi ed i cognomi, correlati dal racconto e dalla relativa documentazione, degli squallidi rapporti di una trentina di giornalisti e di dieci magistrati con Antonello Montante.
Cosa volete che vi dica, purtroppo non ci posso fare niente, è più forte di me!
Dico sempre a me stesso: boccaccia mia statti zitta!
Ma non ci riesco, soprattutto quando subisco delle cocenti ed insopportabili ingiustizie, così come capita del resto capita assai spesso ad alcuni milioni di Siciliani e di Meridionali in genere, per colpa dei soliti ascari e ventriloqui di turno, che vendono sé stessi e la loro Terra, il piu’ delle volte per un piatto di lenticchie!
Salvatore Petrotto