È prevista, dall’1 al 4 ottobre, una «visita studio del distretto agri-culturale in Sicilia» nello specifico nelle province di Palermo, Enna e Trapani, che possa contribuire alla valorizzazione della biodiversità del paesaggio agrario tradizionale e, al contempo, connetterla all’aspetto storico-culturale. L’Isola, nota per il suo vasto patrimonio archeologico con dei notevoli siti di riferimento frutto di una sua storia culturale segnata da grandi civiltà antiche e con una rilevante biodiversità vegetale, si pone, infatti, come area privilegiata in cui sperimentare ed attuare nuove strategie di gestione efficiente ed innovativa del «Capitale Culturale» territoriale. In questo contesto, dal 2017, grazie al progetto «AgriCultura», si sta sviluppando un «distretto agri-culturale» inteso come «sistema territorialmente definito, coincidente con un’area ad alta densità di risorse culturali ed ambientali di pregio in cui un uso appropriato delle risorse naturali determina un’armonia architettonica ed ambientale, una simbiosi tra funzionalità e bellezza». «AgriCultura», avviato su proposta del CREA-DC e del CNR-IBAM, si propone di migliorare la qualità dell’offerta territoriale, integrando la valorizzazione dei beni culturali con la promozione delle risorse naturali, anche attraverso la costituzione di nuove filiere produttive di interesse nutraceutico e salutistico, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro, sostenendo la nascita e l’avvio di start-up innovative e spin-off di ricerca. Alla luce di ciò, si intende stabilire una connessione tra il territorio, inteso come beni culturali, e la biodiversità dei suoi prodotti ed incentivare il turismo. Il modello di distretto agri-culturale prevede, inoltre, una fase di trasformazione e di impiego delle specie vegetali locali in prodotti agroalimentari, farmaceutici e cosmetici e la loro commercializzazione all’interno del book shop allestiti presso i musei o siti archeologici. A tal fine è prevista un’ultima fase di formazione sull’autoimprenditorialità per la creazione di imprese innovative capaci di integrare le risorse culturali con quelle agroalimentari e farmaceutiche. Sulla base di queste indicazioni anche il GAL Elimos, rappresentato da un territorio (costituito da 14 Comuni del trapanese) ricco di storia, cultura, siti archeologici e da una eccellente biodiversità agraria tipici degli areali mediterranei, vuole avviare dei percorsi di sviluppo, per contribuire a sostenere la creazione della «Rete dei Distretti agri-culturali siciliani» ed incrementare nuove opportunità economiche ed occupazionali. In tal senso venerdì 4 ottobre alle 9.00, presso l’«Area archeologica di Segesta», dopo i saluti di Antonino Accardo (Sindaco di Calatafimi-Segesta) e di Rossella Giglio (Direttore del Parco Archeologico di Segesta), rispettivamente Rocco Lima (Direttore) e Liborio Furco (Presidente) terranno un seminario proprio sul tema «Il turismo archeologico nel territorio del GAL Elimos».
Calatafimi Segesta lì, 30 settembre 2019.