Il Governo Giallorosso intende per rafforzare la dittatura delle procure. Il silenzio dei renziani che non hanno partecipato all’incontro
Più poteri alle procure, l’obiettivo del Mazarese , Bonafede
Non c’è tra gli obiettivi la modifica della legge sulla prescrizione – afferma il ministro -, l’obiettivo è quello di approvare la riforma entro il 31 dicembre e di questo sono molto orgoglioso, quando si lavora nell’interesse dei cittadini si trova sempre una piattaforma comune, che chiaramente deve essere discussa con i parlamentari».
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede esulta per l’esito dell’incontro con il suo predecessore Andrea Orlando, che si è svolto ieri alla presenza del premier Giuseppe Conte. “Stiamo rivoluzionando la giustizia italiana” ha esclamato, sostenendo che entro la fine dell’anno il governo otterrà la delega per applicare una straordinaria modificazione delle norme che porterà a introdurre il limite massimo di 4 anni per un procedimento penale e raggiungere una media anch’essa di 4 anni per i procedimenti civili. Bonafede intende dare maggiore potere alle procure come suggerito dal suo amico Davigo. L’intenzione è quella di diminuire i diritti dell’indagato e complicare il lavoro dei difensori
Di giustizia torna a parlare, proprio nel giorno del vertice governativo, il leader della Lega Matteo Salvini, in diretta Facebook: al Paese serve una riforma della giustizia, “ma non come la pensano Pd e M5s”, ha detto, spiegando che quella che lui ha in mente prevede “tempi certi e processi brevi” e il rispetto del “principio che chi sbaglia paga, anche se lo fanno i giudici”. Però, questo argomento non piace ai magistrati che sono vicini al Pd e al Movimento. In molti paesi civili anche i magistrati che sbagliano pagano. In Italia no. Il sistema conviene alla sinistra che ha sempre utilizzato il giustizialismo per distruggere gli avversari. L?italia ha bisogno di una giustizia libera dalla politica. Basta con i casi come quello di Palamara
Fuori la Lega, dentro il Pd. E in un amen, la riforma della giustizia, bloccata dal fuoco (ex) amico del Carroccio, esce dalle secche. E bastato un vertice a Palazzo Chigi, tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il sottosegretario, Andrea Giorgis, e il vicesegretario Pd, Andrea Orlando, per liberare il testo che rimette mano alla durata dei processi (ma non solo) dalle sabbie mobili. Oltre due ore di incontro per rimettere la riforma sui binari che dovrebbe condurla a destinazione: il via libera entro la fine dell’anno.
AVANTI TUTTA. Il disegno di legge Bonafede, approvato salvo intese – e solo in alcune parti – dall’Esecutivo gialloverde finirà archivio. Ma la nuova maggioranza giallorossa ne “condivide i principali obiettivi”. Uno su tutti: “rivoluzionare” il sistema giustizia. L’accordo raggiunto ieri tra M5S e Pd dinanzi a Conte sarà presto nero su bianco in una legge delega che il Guardasigilli confida di approvare entro il 31 dicembre. “Sono molto soddisfatto, stiamo rivoluzionando la giustizia italiana – esulta il Guardasigilli -. Il principale obiettivo è quello di ridurre i tempi della giustizia civile e penale, dimezzandoli e arrivando a quattro anni per il processo penale, mentre per il processo civile si arriverà a una media di quattro anni”.
Gli fa eco il suo predecessore a Via Arenula. “Siamo d’accordo sull’impianto e abbiamo approfondito gli strumenti per raggiungere l’obiettivo un netto miglioramento dei tempi del processo, sia civile che penale, anche con certezza dei tempi”, conferma Orlando. Certo, restano ancora alcuni nodi da sciogliere. A cominciare dalla riforma del Consiglio superiore della magistratura. Cinque Stelle e Partito democratico concordano sulla necessità di “una radicale riforma” dell’organo di autogoverno dei magistrati, spezzando i legami tra politica e magistratura all’origine delle “degenerazioni del correntismo”.
Fonte: Il Foglio, la notizia