Carlo Alberto dalla Chiesa viene ucciso il 3 settembre 1982 assieme alla moglie Emanuela Setti-Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo da trenta pallottole di Kalashnikov.
Furono condannati all’ergastolo e ritenuti i mandanti dei tre omicidi i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci.
Lo uccisero con un” isolamento ” voluto e seguito dal massacro di via Carini. Carlo Alberto Dalla Chiesa fu ucciso con la giovane moglie e l’agente di scorta senza pietà alcuna
“Chiunque pensasse di combattere la Mafia nel “pascolo” palermitano e non nel resto d’Italia non farebbe che perdere tempo”.
E’ una delle riflessioni più note e importanti del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso in un agguato mafioso assieme alla moglie e a un agente di scorta il 3 settembre 1982.
(ANSA) – PALERMO, 3 SET – Ci sono Rita, Nando e Simona Dalla Chiesa alla cerimonia in corso a Palermo, in via Isidoro Carini, dove 37 anni fa furono assassinati il prefetto, generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo. Rita Dalla Chiesa ha abbracciato a lungo il prefetto Antonella De Miro. In un messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito il generale “innovatore attento e lungimirante”. È stato poi rimosso il messaggio a firma del capitano ‘Ultimo’ Sergio De Caprio che all’inizio della cerimonia era apparso affisso vicino alla corona di alloro della Presidenza della Repubblica. Al termine della cerimonia lo spazio era vuoto. “Trentasette anni fa il generale Carlo Alberto dalla Chiesa fu ucciso in un vile agguato con la giovane moglie Emanuela Setti Carraro e con l’agente di scorta Domenico Russo. Tutti noi italiani abbiamo il dovere di custodire, tramandare e mettere in pratica quotidianamente l’insegnamento del generale dalla Chiesa, ciascuno nei propri ambiti di competenza e di responsabilità”: così il Sottosegretario di Stato all’Interno Luigi Gaetti, con delega a rappresentare il Governo in occasione della Cerimonia commemorativa. Per il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra: “Bisogna ammettere che il sangue di alcuni martiri ha permesso che l’azione dell’antimafia divenisse più consapevole e convinta e anche più efficace”.