La corruzione è arrivata a lambire la Magistratura. Anzi, per essere esatti e per non sopprimere così qualche pagina di storia, è arrivata ad inquinare addirittura i procedimenti per l’attribuzione delle cariche per Giudici e P.M.
Certo la corruzione della giustizia non è oggi e non è mai stata una novità.
Solo che fino ad oggi quello che si scopriva in quell’ambito era coperto da una discrezione che è l’opposto della pubblicità che le stesse Procure alimentano (e che talvolta è il vero fine delle loro iniziative) in danno di altri rami dei poteri pubblici.
Ho fatto parte del C.S.M., ma per un periodo così breve (ottobre 1993 – luglio 1994) da non aver avuto modo di far parte, ad esempio proprio della III Commissione (incarichi direttivi).
C’era corruzione? In senso proprio non sembrava. Ma le nomine ad incarichi direttivi, se non erano pagate con quarantamila euro (di cui oggi si fa addebito a Palamara) erano oggetto di mercanteggiamenti, di “do ut des”. Il tutto coperto dalle manovre delle varie “correnti”.
C’era evidente uno scambio di incarichi direttivi coperti dagli “equilibri” tra le Correnti (M.D., Unità Per la Costituzione, Magistratura Indipendente…).
Non si pagava denaro, si contraccambiava con l’”appoggio” di un’altra nomina. Ciò era lecito?
Secondo me era corruzione bella e buona. O, almeno, abuso d’ufficio.
E, poi, in quella “consigliatura” (brutta parola che indica la durata di un incarico di un Consiglio Superiore) c’era il contrario: le persecuzioni.
180 furono in quei quattro anni i procedimenti per “incompatibilità ambientale” a carico di magistrati. A fronte di tre o quattro in tutti gli anni precedenti.
Disgustosa fu la sottoposizione a questi procedimenti del Presidente Paiardi, della Corte d’Appello di Milano, che evitò di esser rimosso chiedendo egli stesso il trasferimento a Roma, in Cassazione.
Paiardi era un giurista di alto livello e di belle qualità. Ma avrebbe dovuto giudicare in secondo grado le cause di “Mani Pulite”. Ed allora inventarono contro di lui una incompatibilità ambientale per i suoi rapporti d’ufficio (conferimento di deleghe!!!) con il Presidente della Sezione Fallimentare colto con le mani nel sacco, cioè con una scatola di scarpe piena di banconote… Dissero che c’era una “culpa in eligendo”. Vergogna!!!
Allora c’erano le “correnti”, facenti capo, più o meno ai partiti.
Oggi la politica pare faccia a meno (e le correnti sono più evanescenti) dei partiti, ma non dei soldi.
Allora si mercanteggiavano scambi tra le correnti e per le correnti. Oggi resta il denaro.
Cambiano le etichette di uno stesso male. Che è antico.
Mauro Mellini