Fu Orlando insieme al gruppo della Rete a fare l’esposto contro Falcone. Ma l’Italia è un Paese che non ricorda. Ieri non è andato all’aula bunker perché c’era Salvini? Io dico che non sarei andato perché c’era lui”. Giuseppe Di Lello, ex magistrato del primo pool Antimafia, e poi europarlamentare di Rifondazione comunista, intervistato dall’Adnkronos, non usa giri di parole. “La verità? E’ che la Sicilia è un’isola pirandelliana”.
Di Lello “come sempre” è stato nell’Aula, la stessa in cui fu celebrato il primo maxi processo alla mafia. “Un’emozione come ogni anno – racconta – ma anche un ricordo triste. Ho pensato a Chinnici, a Falcone, a Borsellino, un’intero ufficio Istruzione demolito con la dinamite”. Per Di Lello, le celebrazioni per il 27° anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, “non sono state una passerella”. Per l’ex componente del pool antimafia il ministro dell’Interno “aveva l’obbligo di essere presente” perché nella strage di Capaci “la mafia ammazzò anche tre poliziotti. Sarebbe stata assurda l’assenza di Salvini o del premier Conte”.
Da sinistra al centro destra. “Leoluca Orlando aveva denigrato Giovanni Falcone e restano nelle emeroteche e nella memoria di tutti le sue frasi contro Falcone, un eroe della lotta alla mafia che troppe volte fu lasciato solo a Palermo o nel Csm. I fiumi di retorica non cancellano questa amara e drammatica verità”, denuncia il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.”Che Orlando quindi oggi faccia il protagonista contestando le celebrazioni e negando la sua partecipazioni ad alcuni momenti ci sconcerta e riporta alla memoria pagine di cui Orlando si dovrebbe ancora oggi vergognare”.
Fonte:sicilia.admaioramedia.i