Sono giunti alla soglia del successo delle loro mire per impossessarsi di tutto il potere.
Hanno demolito la Prima Repubblica, hanno demonizzato, debellato Berlusconi, hanno messo sotto processo lo Stato per concorso esterno mediante trattativa con la mafia, hanno piazzato loro esponenti quà e là in Parlamento, nelle Regioni e nei Comuni. Ci mancava solo che ordinassero il sequestro di prevenzione dello Stato, nominandone amministratore qualche don Ciotti o qualcuno degli sciacalli dello sfruttamento processuale. Il successo dei Cinque Stelle, con la loro vocazione pangiudiziaria con i loro plurimi e variegati legami con il P.d.M. faceva balenare la vittoria definitiva: l’Italia sotto sequestro giudiziario, la classe dirigente, quella ancora qualificabile come tale, in galera, al confino, agli arresti domiciliari.
Non è il quadro di una scena di una nuova pièce umoristica. C’è chi scalpitava per veder completata una simile operazione.
Non sembra che le cose si siano messe proprio secondo i progetti dell’eversione togata.
Il Partito dei Magistrati da un anno a questa parte e, in certa misura, fin dalla caduta del Governo Berlusconi, dilaniato da fazioni diverse, corrispondenti a diversi punti di vista circa le modalità di appropriarsi delle amministrazioni e del potere politico. C’è la fazione del “tutto e subito”. C’è quella del “subito” per ciò che è a portata di mano. C’è chi confida nel populismo e chi ne teme il radicarsi e l’estendersi.
Ma soprattutto sta venendo meno al Partito dei Magistrati la comoda copertura dell’incapacità di un po’ tutti i partiti politici di rendersi conto della sua esistenza, del suo funzionamento. Qualche voce, infatti, ha cominciato a denunciare, centrando i termini della questione, il pericolo del dilatarsi del potere paragiudiziario.
Nell’ambito della magistratura si sono manifestate resistenze a questa corsa sulla via della sovversione. Parole come quelle di Terzi, Presidente del Tribunale di Torino non si levavano dai magistrati, ma anche da “laici”, da tantissimi anni.
Che si sia proprio sulla strada della soluzione è affermazione forse eccessiva. Né può dirsi che si possa essere senz’altro più ottimisti (o meno pessimisti) di qualche tempo fa.
Ma qualcosa si muove. Qualcuno mostra di capire e di poter capire.
Bene. Non addormentiamoci. Sveglia!!!
Mauro Mellini