
Chi sono i colossi delle cooperative in Italia? Tra appalti, scandali, manager arrestati ed il grande affare dell’Expo, un viaggio nel mondo delle coop rosse dai fatturati stratosferici. Un mondo dove etica e solidarietà sembrano aver lasciato spazio alla managerialità ed agli affari.
Chi tocca questi argomenti in Italia ha rischiato di finire triturato da inchieste o da gogne mediatiche. In Sicilia, secondo le inchieste più recenti sembra che, le uniche aziende immuni da infiltrazioni mafiose, nonostante i grandi giri di soldi , siano solo le coop rosse In Sicilia la coop 25 aprile di Palermo in mano a tutta gente vicina al Pd fallendo, dopo oltre 20 anni di attività,ha generato pure un grosso debito ai supermercati confiscati alla mafia.
Coop e Conad in Italia hanno la massima quota di mercato nella GDO .In Sicilia Conad che ha avuto campo libero anche da Coop e che ha la sede a Partinico e Alcamo ,fattura oltre 800 milioni di Euro ed ha centinaia di punti vendita in tutte le città dell’Isola
IL SILENZIO ROSSO
Il caso Ischia sugli appalti vinti cooperativa CPL Concordia, si arricchisce di nuovi particolari e spuntano i nomi dei politici. Quella di Ischia è una delle inchieste che hanno riguardato il mondo della Lega delle Cooperative che in questi anni è finito a più riprese sotto la lente della magistratura.
Il sistema delle Coop rosse funziona così: le singole cooperative versano una quota dei loro ricavi alla Lega Coop, la quale a sua volta distribuisce alle leghe locali i fondi. Le quote versate determinano ovviamente il peso politico delle singole cooperative nelle scelte e negli indirizzi della lega. Il principio del versamento delle quote è scontato: chi ha di più versa di più. Pertanto è facile definire un gruppo di cooperative, dal fatturato considerevole, che comanda in Lega Coop: la Cmc (cooperativa muratori e cementisti), la CCC (consorzio cooperative costruttori), la Manutencoop che si occupa di logistica e servizi, la CIR (cooperativa italiana di ristorazione), la Granarolo che si occupa di latte ed alimenti, la CPL Concordia, ed ovviamente i colossi dei supermercati Coop e Conad (consorzio nazionale dettaglianti).
Dalle attività e dai fatturati di questi colossi delle coop rosse si comprende come queste cooperative abbiano da tempo fatto “il salto della quaglia” puntando la loro mission aziendale sulla managerialità ed il fiuto per gli affari. I bilanci dei colossi delle costruzioni CCC e CMC(quest’ultima ,ha fatto in Sicilia lavori per centinaia di milioni di Euro :l’autostrada Caltanissetta- Agrigento e l’ospedale di Mazara del Vallo) sono impressionanti.
La CMC è di Ravenna ma ha sedi dislocate in tutto il mondo tra cui Angola, Cina, Arabia Saudita, Laos, India, Libia, Usa, Sud Africa, e finanche in Lesotho. Conta ben 41 società controllate, 32 società collegate alla principale ed inoltre partecipazioni in altre 40 società. Nel bilancio del 2015 l’attivo è di 1 miliardo e 277 milioni di euro.
La CCC è di Bologna ed è la cooperativa cugina della CMC, con cui condivide molti appalti e partecipazioni azionarie. I numeri della CCC sono enormi: 15 società controllate, 29 società collegate tra quelle dirette e quelle per conto di altre cooperative, ben 75 partecipazioni ad altre società tra cui Acea, Banca Popolare di Lodi, Hera, Acer Manutenzioni e Tramvia di Firenze, ed ancora partecipazioni in consorzi che delineano un attivo nel bilancio del 2013 di 1 miliardo e 200 milioni di euro. Proprio la CMC e la CCC sono tra i motori delle grandi opere nel nostro paese: la Tav in Val di Susa, la metropolitana di Roma, la Tramvia di Firenze, tutte opere che sono state agevolate dallo Sblocca Italia del governo Renzi.
La ManutenCoop offre servizi e lavora in gran parte con le pubbliche amministrazioni. Oltre 15 mila persone impiegate, tra cui 61 dirigenti e ben 13 mila operai, in una cooperativa dove la partecipazione sembra non essere tanto in voga visto che nel 2013 c’e’ stata una sola assemblea dei soci davanti a 462 persone.
La CIR invece si è affermata nel campo della ristorazione, è nata a Reggio Emilia e fornisce i pasti alle mense degli ospedali di mezza Italia, delle scuole, delle aziende ed ha l’appalto per le mense militari nelle caserme e nelle accademie. Inoltre è attiva nel settore dei buoni pasto fornendo servizi ai comuni ed agli altri enti locali, grazie anche a numerose sedi distaccate a Milano, Padova, Ferrara, Genova, Guidonia, Scandicci.
Al comando delle coop rosse, grazie al peso fornito dalle quote versate alla lega, oltre al gruppo dei costruttori, dei manutentori e dei ristoratori ci sono i supermercati Coop e Conad, così importanti da aver designato il successore alla guida della LegaCoop dell’attuale Ministro del Lavoro Poletti. Infatti Mauro Lusetti, attuale presidente della LegaCoop, viene proprio dalla Conad in cui amministrava il settore del Nord Italia (Nordiconad). Il suo competitor per il vertice delle coop rosse era Gianpiero Calzolari, numero uno del gruppo Granarolo, che controlla anche i marchi Yomo, Accadì, centrale del latte di Milano e centrali del latte di Calabria. La Granarolo ha fatto registrare nel bilancio 2014 un ricavo di 1 miliardo e 37 milioni di euro, conta oltre 2 mila dipendenti ed ha 12 stabilimenti in Italia e 3 all’estero. Rappresenta la più importante filiera del latte in Italia ed è tra i pezzi più influenti nel mondo delle coop rosse. Un mondo che conta 9 milioni di soci, 490 mila occupati ed un fatturato complessivo di oltre 79 miliardi di euro.
Le inchieste della magistratura
I colossi delle coop rosse sono finiti al centro di decine di inchieste della magistratura in tutta Italia. Quando il pane quotidiano sono gli appalti, gli affidi diretti senza gara, le concessioni ed una gestione fiscale degli introiti molto complessa, avere a che fare con i giudici, le forze dell’ordine e gli avvocati diventa una parte dell’attività delle aziende.Di tutto questo si parla pochissimo
La CPL Concordia è finita al centro dello scandalo di Ischia in merito alle tangenti per la costruzione degli impianti di conduzione del gas metano sull’isola. Un’inchiesta, quella coordinata dai sostituti procuratoriHenry John Woodcock e Celeste Carrano, che quotidianamente fa registrare nuovi sviluppi. Per i magistrati i vertici della CPL Concordia versavamo tangenti ai politici per ottenere appalti. Nell’inchiesta sono spuntati tanti nomi, da Massimo D’Alema a Giulio Tremonti, da Amedeo Laboccetta fino all’ex sindaco dell’isola Luigi Muro di Fratelli d’Italia. Sono due gli ex manager della coop modenese che hanno deciso di collaborare con i magistrati: prima Francesco Simone, ex responsabile delle relazioni esterne della cooperativa, che ha parlato di “ministri nella rete delle tangenti”, e poi Nicola Verrini, ex membro del Cda della CPL Concordia. Verrini, dal carcere di Poggioreale, sta ricostruendo ai magistrati napoletani la rete di tangenti ed intrecci tra la cooperativa e la politica, soprattutto tra l’ex presidente della coop rossa Roberto Casari ed il Partito Democratico.
La CMC è la quinta azienda italiana, un primato offuscato da alcune inchieste e da qualche brutta figura. Come quella del crollo del viadotto “Scorciavacche” sull’autostrada Palermo – Agrigento. Un’opera ultimata alla vigilia di Natale dello scorso anno e crollata a capodanno. “Voglio il nome del responsabile” disse il presidente del consiglio Matteo Renzi, ebbene a costruire quel viadotto fu la CMC che dopo l’incidente cancellò dal suo portale la scheda del lavoro. Una delle inchieste più importanti che ha coinvolto il gruppo di Ravenna è quella sull’allargamento del porto di Molfetta in Puglia. L’inchiesta, che portò ad una raffica di arresti ordinati dal gip del Tribunale di Trani ed eseguiti dalla Forestale, muoveva le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, reati contro la fede pubblica, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e svariati reati ambientali. Una vicenda che fece tremare i vertici della CMC visto che la Procura pugliese arrivò a chiedere il blocco di tutti i cantieri della coop rossa.
I bolognesi della CCC invece sono finiti in due grosse inchieste della magistratura. La prima riguarda il “sistema -Sesto” che ha portato alla rovina dell’esponente del Pd Filippo Penati, e che riguarda le bonifiche delle aree industriali di Sesto San Giovanni alle porte di Milano. Nel giro delle tangenti finirono i vertici delle società Fingest di Modena e Aesse di Ravenna legate alla CCC. Proprio a Bologna invece i costruttori delle coop rosse sono finiti nell’inchiesta sul People Mover, la monorotaia che avrebbe dovuto attraversare la città felsinea. Il processo comincerà in questi giorni e tra i rinviati a giudizio insieme all’ex sindaco Pd di Bologna Flavio Del Bono ci sarà anche il numero uno di CCC Piero Collina. Secondo i magistrati l’appalto del People Mover sarebbe stato fatto “su misura” per la CCC.
Ma non c’è solo il penale nei guai delle coop rosse, l’evasione fiscale ha colpito duramente la Conad nell’estate di quattro anni fa. L’inchiesta “Fuori tutto” della Guardia di Finanza e dalla Procura della Repubblica di Roma colpì la Conad Tirreno, la sezione Toscana del Consorzio Nazionale Dettaglianti. Secondo gli inquirenti la Conad Tirreno avrebbe nascosto al fisco oltre 20 milioni di euro trasferiti presso società bulgare. Nell’inchiesta finirono anche la Banca di Lucca, la Pistoiese Calcio ed il gruppo Roscer. La Conad si dichiarò estranea alla vicenda.
La Manutencoop è stata travolta da diverse inchieste tra cui quelle della Procura di Brindisi per gli appalti sulle forniture elettriche. L’inchiesta racconta di tangenti, pressioni sulla politica ed assunzioni di persone segnalate dagli amministratori locali in cambio degli appalti per la fornitura energetica a Foggia e Bari presso gli enti pubblici. Il ruolo chiave della vicenda secondo i magistrati appartiene a Mauro De Feudis ex funzionario commerciale di Manutencoop che finì dietro le sbarre nel novembre del 2013. La coop non sembra aver perso colpi, anzi nel mega progetto di ristrutturazione delle scuole italiane lanciate dal governo Renzi si è aggiudicata ben 3 lotti del progetto #scuolebelle per un totale di 20 milioni di euro. Una procedura su cui l’Antitrust ha deciso di vederci chiaro avviando una indagine conoscitiva. Il numero uno di Manutencoop è Maurizio Levorato, finito agli arresti lo scorso luglio nell’ambito dell’inchiesta su Expo 2015. Ed è proprio l’esposizione milanese che partirà il prossimo mese a rappresentare il nuovo grande affare delle coop rosse.
Le coop nel grande affare dell’Expo
Levorato secondo i giudici avrebbe agito illecitamente per aggiudicarsi l’appalto da 323 milioni di euro per la Città della Salute a Sesto San Giovanni nell’ambito di Expo 2015. Dopo una prima richiesta di arresto respinta, Levorato è andato in carcere il 30 luglio del 2014. L’Expo di Milano vede una presenza davvero importante delle coop rosse. La CMC si è occupata della “rimozione delle interferenze” uno degli appalti finiti sotto la lente della magistratura. L’appalto era stato dato al massimo ribasso. La figura più vicina alla CMC, secondo i magistrati che indagano su Expo, era Primo Greganti, “il compagno G”, finito in carcere per la tangentopoli del 1992 e ritornato in pista negli affari delle grandi opere. Greganti sarebbe stato lo sponsor della CMC presso l’ex direttore della pianificazione acquisti di Expo Angelo Paris, arrestato anche lui.
Mentre Manutencoop e CMC si sono occupati della costruzione delle strutture di Expo, la CIR e la Granarolo sono entrate nei padiglioni. Il gruppo dei ristoratori di Reggio Emilia, il terzo in Italia dopo Autogrill e Mc Donald’s, ha avuto in concessione diretta, quindi senza gara d’appalto, i lavori per la somministrazione di 7 milioni di pasti. Un appalto che ha suscitato non poche polemiche. La Cir avrebbe avuto l’affido dopo due avvisi di manifestazione di interesse andati deserti. Ma c’è chi, come Piero Sassone della ICIF giura di aver inviato tramite posta certificata e raccomandata l’interesse della sua azienda. Secondo il commissario straordinario di Expo Giuseppe Sala invece, nessuno aveva risposto all’invito di Expo e da lì la decisione dell’affido diretto alla CIR. Il gruppo Granarolo invece gestirà l’area “azienda latte” posizionata nella zona Cardo Sud Ovest del Padiglione Italia.
I manager inquisiti restano al loro posto
Trasparenza, solidarietà
, etica. Si resta perplessi accostando quelli che sono i valori decantati dal mondo delle cooperative ed il loro comportamento davanti alle inchieste. Il mondo delle coop non può difendersi dagli scandali parlando di “mele marce”, anche perché quelle mele sono tutte sull’albero, in posizione di vertice esattamente come lo sono da anni. Maurizio Levorato, finito in carcere nell’inchiesta Expo è ancora ai vertici di Manutencoop, Piero Collina numero uno della CCC comincerà a giorni il processo sul People Mover a Bologna per turbativa d’asta. Al suo posto è rimasto anche Matteo Matteucci, presidente della CMC, che ha ammesso la consulenza di Primo Greganti coinvolto nell’inchiesta su Expo. Insomma tutti ai loro posti nel segno della trasparenza e del garantismo.
Fonte: zeroviolenze
Il Circolaccio
I GRANDI MATTI DELLE COOPERATIVE ROSSE