
Report con un servizio giornalistico super partes e non inquinato dal giornalismo di regime, mette in evidenza tutto lo schifo dell’antimafia degli affari in Sicilia.
Diverse testimonianze inedite e la critica del conduttore a “Libera” per il silenzio sulla vicenda Montante
Il Circolaccio più volte ha cercato di divulgare i contenuti di questa vicenda già con le dichiarazioni rilanciate dall’ex assessore regionale e magistrato,Nicola Marino che litigò con Crocetta proprio per le pressioni di Montante
Per avere maggiore contezza vi suggeriamo di vedere il servizio su Rai Play
Ci sono molti punti che a definire “Inquietanti” è come usare un eufemismo
“Da Pollari a Montante. Fino a Banca Nuova, l’istituto dei Servizi Segreti”
Nel caso dell’imprenditore antimafia, Antonello Montante arrestato per corruzione e rinviato a giudizio, emerge la vicenda pirandelliana di un verbale scomparso dalle carte della Procura e dalla memoria di chi l’aveva firmato, un investigatore dei carabinieri, indagato per distruzione di documento. Montante si permetteva di minacciare ufficiali dei carabinieri, finanzieri e magistrati
Ancora una volta , Castelvetrano finisce in un servizio Rai. Montante aveva ottime relazioni con la famiglia Patti della Valtur.
Montante invece, non aveva buoni rapporti con un altro castelvetranese, Giovanni Crescente, fratello del magistrato scomparso, Luca e cognato del manager Giovanni Bavetta. il dottor Crescente venne licenziato da Montante e fu renitegrato dopo una causa giudiziaria . Era stato mandato a casa dopo sette anni di lavoro e aveva visto all’opera il presidente Montante.
Questa la storia di Giovanni Crescente: nel 2012 Confindustria Caltanissetta viene liquidata per costituire Confindustria Centro Sicilia, che raggruppa anche le province di Enna e Agrigento. In questo passaggio Crescente viene mandato via, mentre altri dipendenti, come il futuro assessore alle Attività produttive Linda Vancheri, passano da una struttura all’altra mantenendo le stesse mansioni. «La disciplina del trasferimento di azienda — si legge nella sentenza — impone che l’eventuale licenziamento sia giustificato da ragioni del tutto autonome rispetto al mutamento della titolarità dell’azienda». Secondo Crescente, difeso dagli avvocati Luigi Cascino e Ferdinando Caronia, si trattò di un atto discriminatorio, dovuto ai contrasti con Montante. Dopo tre anni dal licenziamento, l’ex direttore venne reintegrato . Crescente ,nell’intervista , fa trapelare i metodi di Montante e dei suoi amici .
Crescente era sotto il mirino di qualcuno:il 25 novembre del 2007 ignoti entrano nella n sede di Confindustria Caltanissetta. Un’irruzione mirata, obiettivo l’ufficio del direttore Giovanni Crescente. Vengono rubati due cd in cui erano memorizzati documenti e pratiche della sede nissena di Confindustria. Poi sono stati messi a soqquadro armadi, aperti cassetti, buttate a terra carpette e faldoni di atti custoditi nell’ufficio di segreteria di presidenza.Viene scritto, sull’episodio, da un giornalista “antimafia ” penna autorevole del giornalismo siciliano che attualmente lavora a GDS: Un colpo nel luogo simbolo della ribellione contro le estorsioni nella provincia nissena. Un’irruzione che arriva, lo sostiene il procuratore generale Pietro Barcellona, per tentare di bloccare la rivolta degli imprenditori contro il racket della mafia. Immediata la solidarietà di Lo Bello al presidente Antonello Montante, a Venturi e al direttore Giovanni Crescente: «Nel momento in cui la ribellione degli imprenditori al racket e a ogni forma di collusione e la contemporanea azione repressiva dello Stato stanno producendo in Sicilia importantissimi risultati. Bisogna evitare colpi di coda da parte della criminalità organizzata come quello gravissimo di Caltanissetta dove è stata devastata la sede di Confindustria, organizzazione promotrice di una importante battaglia contro il racket delle estorsioni»
Nel servizio di Report il Procuratore Barcellona viene chiamato in causa per le relazioni con Montante . I due sono dentro le indagini
Montante e le banche quando l’antimafia gestisce miliardi
Banca Nuova fu ‘pensata’ e creata dai servizi segreti di Nicolò Pollari, capo del Sismi dal 2001 al 2006, e sarebbe stata una centrale informativa del ‘lavoro’ di Antonello Montante, l’ex vicepresidente di Confindustria arrestato a maggio dai giudici di Caltanissetta con l’accusa di aver creato una rete spionistica per tenere sotto scacco politici, imprenditori e giornalisti. Lo afferma un ex manager di Banca Nuova intervistato sotto copertura da Paolo Mondani per la puntata di Report che andata in onda su Rai3. Il testimone ricorda che a Roma, a via Nazionale 230, agli inizi degli anni 2000 “c’era l’ufficio dove Pollari aveva piazzato Pio Pompa costruire dossier e nello stesso palazzo c’era la direzione di Banca Nuova” e collega Montante alla rete di Pollari-Pompa: “Montante fu un investimento per i Servizi”.
Il programma di Sigfrido Ranucci affronterà ascesa e caduta di Antonello Montante, per anni leader di Confindustria Sicilia ed a lungo paladino dell’antimafia in nome degli imprenditori che hanno detto ‘no’ al pizzo, da maggio in carcere per associazione a delinquere e corruzione. Nella sua casa gli investigatori hanno trovato archivi e dossier sui suoi avversari e nemici, e nella sua rete di informatori figurano i vertici dei servizi segreti civili, esponenti delle forze dell’ordine, il senatore Renato Schifani e l’ex governatore della Sicilia Rosario Crocetta. Il processo di Montante inizierà il 15 novembre con il rito abbreviato.
Alla ricerca di risposte alle domande su chi abbia creato il mito di questo falso eroe antimafia e a cosa serviva davvero la rete spionistica gestita da Montante, Mondani si è imbattuto in un testimone che ha rivelato notizie inedite sui rapporti tra l’ex vicepresidente di Confindustria e Banca Nuova, l’istituto di credito siciliano fondato da Gianni Zonin, l’ex presidente della Banca Popolare Vicentina. “Fu Pollari a tenere a battesimo Banca Nuova. I conti dei servizi stavano da noi ma non si trattava di un rapporto solo fiduciario. La banca è stata una vera e propria creazione dei servizi… La fa Zonin, ma la pensano i servizi: cioè Pollari, poi Giorgio Piccirillo direttore dell’AISI e dopo di lui il generale Arturo Esposito. Erano grandi amici della banca, avevano i conti da noi ma poi appoggiavano Montante. Tanto che Esposito è indagato con lui”, dice l’uomo che il programma indica come ‘ex manager’. L’uomo poi aggiunge che Montante in Banca Nuova “aveva ereditato un meccanismo oliato. Perché Montante è stato un investimento per i servizi. Intanto, lui e Pollari si incontravano. Tanto che Banca Nuova era una centrale informativa”. Secondo la ricostruzione raccolta da Report “uomini dei servizi segreti si vedevano lì e passavano informazioni ai nostri dirigenti (di Banca Nuova, ndr), che poi le facevano filtrare ai soggetti interessati dalle indagini della magistratura. E nella nostra filiale di Roma i funzionari dell’ambasciata americana e gli agenti Cia erano di casa. Diciamo che eravamo noi la banca dei nostri servizi e della Cia”.
Banca Nuova era diventata il più grande istituto di credito del Sud e lì avevano i loro conti “la famiglia Ciancimino, l’ex ministro Alfano e la moglie, la KSM di Basile e anche Finmeccanica. Una banca di sistema? Di più. Le banche di sistema fanno favori alla classe dirigente. Noi eravamo il sistema. La classe dirigente la creavamo noi. Mangiavamo e facevamo mangiare”. Da dove proveniva tutto questo potere? “Gianni Lettapresenziava ad alcuni Cda di Banca Nuova e a quale titolo me lo chiedo ancora oggi, ma la potenza della banca proveniva da lì”.
Fonte: il Fatto, Il sole 24 ore
Il Circolaccio