Ancora una volta , in Italia ,scatta lo scontro tra la stampa autoctona, quasi tutta controllata da grandi gruppi di potere, e chi sta al Governo.
E VENNE L’ERA DEL :” TUTTI HANNO RAGIONE ANZI NO; TUTTI SONO FANGO TRANNE NOI”
La vicenda Raggi mette in evidenza il peggiorare di quell’etica pubblica che, un tempo non lontano, riusciva a confinare i rapporti umani e personali da quelli pubblici e istituzionali
La dialettica democratica sta sempre di più disertando la vita del Paese.
Gli ex grillini, figli del “vaffa” cadano nelle trappole di furbi giornalisti da sempre vicini ad ambienti politici di destra e di sinistra. ED è anche normale che questo ci sia in un paese che si definisce libero. Il PCI , come la DC , investirono moltissimo in comunicazione. Si chiamava “STAMPA E PROPAGANDA”. Non era un giornalismo obiettivo ma di posizione. Un’arma di propoganda fondamentale per difendere ideali e progetti di sviluppo sociale. C’era lo scontro tra, favorevoli e contrari al sistema americano e capitalista
I giornali filo democristiani furono capaci , subito dopo la guerra di far credere al popolo che i “comunisti mangiassero i bambini” e dall’altro lato i giornali di partito e schierati con Il PCI volevano farci credere che Stalin e il comunismo erano la panacea di tutti i mali. Difficile che “Rinascita” rivista degli intellettuali di sinistra, (molto letta fino agli anni 2000) prima dell’avvento del “berlinguerismo” scrivesse delle deportazioni di Stalin dei dissidenti sovietici in Siberia o dell’uccisione di Trotsky. Guareschi con “Don Camillo e Peppone” ,su questo gioco di propaganda, è stato geniale
Per molti anni la stampa di sinistra e democristiana si fecero la guerra a colpi di tante minchiate con a margine autorevoli firme. Era giornalismo utile alla causa. Diverso dal giornalismo asettico .Anche la Destra storica con Almirante faceva propaganda attraverso giornalisti che erano portatori d’interesse.
La scesa in campo di Berlusconi impone un cambiamento radicale dell’informazione
L’ascesa al potere di Berlusconi, devasta il sistema dell’informazione. I giornalisti non sono più portatori d’interesse ideologico. Si passa dalla “Stampa e Propaganda” alla strategia di comunicazione e marketing. Il caso più evidente è quello di Emilio Fede che, da democristiano divenne il tirapiedi di Berlusconi che, per difendersi dalle Procure cominciò a sostenere un giornalismo di interesse e di posizione. Il messaggio da far passare era semplice:”facciamo credere che la Giustizia è corrotta”. Molti giornalisti, tranne Indro Montanelli, accettarono lauti compensi per fare i giornalisti di posizione. Eppure, nessuno si è scandalizzato quando la famiglia Berlusconi fece fuori Montanelli. La sinistra zitta. la stessa sinistra si incazzò per Enzo Biagi, grande professionista, quando fu fatto fuori dalla RAI dal cavaliere.La grande campagna di disinformazione organizzata con le migliori penne da Berlusca, per difendere le televisioni e Forza Italia, diede la stura al potere dell’informazione contrapposto. De Benedetti con Repubblica e altri , si schierarono dalla parte dei magistrati e i magistrati incazzati cominciarono a foraggiare certi giornalisti con documenti investigativi in esclusiva. L’indagato non sapeva neanche di essere indagato e su certi giornali uscivano le trascrizioni di intercettazioni o altri segreti investigativi. Insomma,i giornalisti amici delle procure sapevano di avvisi di garanzia o di arresti prima degli stessi interessati. Questo non è giornalismo d’inchiesta.
L’obiettivo non era certo il rispetto delle regole e della verità.L’obiettivo era la controffensiva al sistema Berlusconi. Tutto questo ha dato forza a quel giornalismo giustizialista e accusatorio che ha distrutto la vita di molte persone. Quale sentenze in giudicato. La gogna mediatica di distruggeva già con l’avviso di garanzia. Molti giornalisti super pagati e presenti in diverse testate, sono, ancora oggi, epigoni di quel percorso formativo. Sono portatori d’interesse e tutti credono di essere depositari del verbo divino.
Tuttavia, c’erano anche i giornalisti che non si piegavano a questo sistema. Per questa categoria, non era era facile. Fu molto dura. E ancora oggi, se vuoi fare giornalismo senza essere portatori d’interesse di gruppi politici, dei magistrati, dell’antimafia da salotto ma solo della vera verità ,rischi solo di farti male. Mai fare giornalismo contro i blocchi da soli E’ pericolosissimo. Essere “bastian contrario” fuori le logiche di sistema è molto pericoloso.
Abbiamo tutti da imparare dal grande Indro Montanelli.
Anche il Circolaccio è un blog che nasce come portatore d’interesse. Ci ispiriamo molto a Montanelli, Biagi, Francese , Rostagno e De Mauro. Grandi del giornalismo italiano per levatura professionale ed etica
Occorre che ci sia anche chi intende fare informazione nell’ interesse di coloro sono stanchi di tante bugie politiche, delle paranoie di certa antimafia affaristica, di magistrati che non dovrebbero sentire l’odore acre della politica e non dovrebbero sostenere certa stampa per difendere il loro operato. Noi intendiamo, con tutti nostri limiti, essere portatori di quella coscienza critica che non parte dall’interesse di un gruppo politico o istituzionale. Noi intendiamo sostenere quel giornalismo che vive del bisogno di tutti noi di sapere la verità nelle cose che accadono. Non è facile. Ci dobbiamo provare. Se tutti difendono una posizione ,la libertà di informazione sarà solo una teoria accademica
Il caso Raggi apre, ancora una volta, una grande questione. Una “questione” che gli ex grillini usarono contro l’ex sindaco Marino per demolirlo facendo, involontariamente, un grosso favore a chi, dentro il PD, voleva eliminare l’ex primo cittadino.
La verità è una sola: nessuno può dare lezione di etica a nessuno
Dall’ ultima lezione di giornalismo di Indro Montanelli ,tenuta all’Università di Torino, il 12 maggio del 1997.
So che molti di voi sono interessati al giornalismo e ai mezzi di comunicazione. Io questa passione ho cominciato a coltivarla già dal ginnasio, non ho mai voluto far altro che il giornalista, con gran disperazione di mio padre. Lui, da bravo preside di un liceo, lo considerava con molto disprezzo come un mestiere piuttosto aleatorio.
Ma il giornalismo è stato la grande vocazione della mia vita. Vi confesso però che, sebbene abbia amato e continui ad amare questo mestiere, non posso consigliare a nessun giovane di intraprenderlo oggi, perché credo che il giornalismo sia ormai al capolinea.
Dovrebbe trasformarsi completamente, in un senso che non so prevedere. Sono attaccato a dei ricordi e provengo da una certa scuola, e a quest’età mi è molto difficile pensare a qualcosa di diverso. Spero per voi che abbia luogo una trasformazione completa, che tenga conto dei fatti gravi accaduti nel tempo – tra cui molte colpe e deviazioni dei giornalisti -, dell’ingresso di tecnologie nuove, di tutto un ribaltamento del costume. Il giornalismo classico, dal quale non mi saprei mai distaccare, è impossibile che si possa adeguare. Il giornalismo si fa per il giornalismo, e per nessun’altra cosa.
Il Circolaccio