
Beni confiscati, trattamento di favore per il marito di Silvana Saguto
La vicenda Saguto non risparmia a chi, intende cercare la verità dei fatti e non con pregiudizio circostanze a dir poco inquietanti
La Procura di Palermo non si è accorta di nulla
I fatti dimostrano che a Palermo l’ ufficio misure di prevenzione usava il potere in modo molto personale
Il marito di Silvana Saguto godeva di una posizione privilegiata rispetto agli altri coadiutori.
Si parla di fatture gonfiate e raddoppiate a favore di Lorenzo Caramma, coinvolto insieme alla moglie, l’ex presidente della Sezione misure di prevenzione di Palermo e ad altri imputati, nell’inchiesta della procura di Caltanissetta sulla presunta gestione illecita dei beni confiscati alla mafia.
L’ingegnere Caramma, addetto alla manutenzione dei mezzi nella gestione del gruppo Buttitta, amministrata dall’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, avrebbe avuto, rispetto ad altri colleghi un diverso e più vantaggioso trattamento. Tutto questo è emerso nell’ambito del processo che si celebra nei confronti di 15 imputati, dalla deposizione dell’addetto alla contabilità del gruppo Buttitta, Fidel Carollo.
“Caramma per l’incarico ricevuto avrebbe dovuto percepire 2 mila euro al mese. Il compenso nel 2012 fu quasi raddoppiato e portato a 3.450 euro al mese, ma questo fu un provvedimento che riguardò solo Caramma” – ha detto il teste.
La difesa ha tuttavia evidenziato che nel 2012 all’ingegnere Caramma, a seguito di una procura speciale, vennero assegnate altre mansioni, quali la manutenzione dei mezzi, i processi di produzione e la gestione dell’officina. “L’azienda – ha affermato Carollo – nel 2014 attraversò un momento di crisi e Cappellano Seminara chiese di sospendere i pagamenti per i coadiutori e di procedere a una riduzione dei compensi del 20 per cento. Uno dei pochi, insieme a qualche altro professionista che su disposizione dell’amministratore giudiziario e del giudice delegato continuava a essere pagato era Caramma perché sosteneva di avere delle necessità impellenti”.
Le assegnazioni di incarichi e consulenze sarebbero state ricambiate con regali, favori e denaro. Il marito della Saguto, l’ingegnere Lorenzo Caramma, avrebbe ottenuto consulenze professionali. Tra i presunti beneficiari anche il figlio della Saguto, Emanuele, mentre il padre Vittorio sarebbe coinvolto in alcune operazioni finanziarie finite sotto inchiesta.
Nella lista degli imputati anche gli amministratori giudiziari Gaetano Cappellano Seminara, tra i “favoriti” per l’accusa nell’assegnazione degli incarichi, Aulo Gabriele Gigante, Roberto Nicola Santangelo e Walter Virga, l’ex giudice della sezione misure di prevenzione Lorenzo Chiaramonte, il colonnello Rosolino Nasca della Dia, i docenti universitari Carmelo Provenzano e Roberto Di Maria della Kore di Enna, la moglie di Provenzano, Maria Ingrao, e la collaboratrice Calogera Manta e l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo. Hanno scelto il giudizio abbreviato invece i magistrati Tommaso Virga, Fabio Licata e il cancelliere del tribunale Elio Grimaldi.
Fonte : sito sicilia
Il Circolaccio