
Terremoto a Catania, confiscati
centocinquanta milioni a Ciancio
Maxi operazione dei carabinieri del Ros. Ecco i conti che scottano.
CIANCIO L’ICONA DELL’EDITORIA SICILIANA VICINA AI POTERI FORTI
ERA AZIONISTA ANCHE DEL GIORNALE DI SICILIA
Società editrici, immobiliari, beni di lusso e un lungo elenco di conti correnti sono stati confiscati al re dell’editoria Mario Ciancio, imputato con l’accusa di concorso esterno all’associazione mafiosa. Accusa che ha sempre respinto, assistito dall’avvocato Carmelo Peluso. Ma parallelamente al processo, la sezione delle misure di prevenzione del tribunale etneo con i Pm Antonino Fanara e Agata Santonocito ha lavorato duro, ricostruendo tutti i movimenti di denaro di Ciancio, ma soprattutto, analizzando i capitali delle società che compongono il gruppo editoriale più potente del Sud Italia. Il risultato di questo lavoro è una confisca da 150milioni di euro.
INDAGINI PATRIMONIALI – I magistrati iniziano a verificare i fondi che Ciancio deteneva in Svizzera, intestati ad alcune fiduciarie del Liechtenstein, per verificare se fossero di derivazione lecita.
Attraverso una rogatoria analizzano i redditi del nucleo familiare di Ciancio. Arriva così la richiesta di sequestro, poi respinta dei depositi bancari. Nel 2015, la Procura dà incarico alla Pwc di ricostruire tutte le evoluzioni del patrimonio dal 1979 al 2014. Ciancio si affida a Giuseppe Giuffrida, consulente finanziario, che replica alle accuse della magistratura. Dopo numerose udienze, il 10 luglio del 2017, i pubblici ministeri Antonino Fanara e Agata Santonocito formulano le conclusioni.
CATANIA – Maxi operazione dei carabinieri del Ros, sequestrati beni per 150milioni di euro a Mario Ciancio, noto editore e imprenditore catanese indagato per concorso esterno all’associazione mafiosa. Il decreto di confisca è stato firmato il 20 settembre dal Tribunale di Catania, su richiesta della Sezione Misure di Prevenzione. Al centro del provvedimento ci sono conti correnti, polizze assicurative, n. 31 società, quote di partecipazione detenute in ulteriori 7 società e beni immobili nei confronti di Mario Ciancio Sanfilippo
Il valore dei beni, in corso di compiuta quantificazione, è non inferiore a € 150.000.000.
I CONTI CHE SCOTTANO – Un procedimento – del quale si è occupato LiveSicilia – condotto dai pubblici ministeri Antonino Fanara e Agata Santonocito che ha portato a una battaglia senza esclusione di colpi – parallela al processo per concorso esterno in associazione mafiosa – tra i magistrati e i legali di fiducia di Ciancio che hanno respinto le accuse.
Cinquanta faldoni depositati nel processo a carico di Mario Ciancio raccontano la storia degli ultimi 50 anni di Catania, anzi, del sistema Catania.
Un sistema in cui la gestione della pubblica amministrazione avrebbe favorito determinati affari dell’editore, mentre, sullo sfondo, ci sarebbero state relazioni pericolose anche con ambienti vicini alla mafia. Relazioni che l’editore ha sempre negato, sostenendo di essere stato, in passato, “vittima” della mafia.