Ci potrebbe essere un “papello” tra don Ciccio e Matteo? .
Una specie di testamento mafioso da rispettare e dove certe famiglie amiche non si devono toccare?
Il boss avrebbe pure accettato il pentitismo come strategia per allontanare gli inquirenti da Lui, sacrificando altri , attraverso fidati amici e familiari?
Tutti parlano di chi avrebbe avuto rapporti con la famiglia ma nessuno è riuscito a farlo arrestare. Nessuno sa dov’è. I pentiti e collaboratori parlano di reti e contro reti e Lui non si trova mai. Centinaia di arresti. Ognuno dice la sua e poi nulla. I PM spesso hanno creduto a piste insignificanti
Neanche le spie più abili sovietiche sono riusciti a farla franca durante il periodo della guerra fredda
Messina Denaro fin ora ci è riuscito
E’ sempre credibile la versione data di chi dice di pentirsi? Pentirsi dalla mafia è una cosa pentirsi dell’amicizia avuta con la famiglia Messina Denaro un ”altra
I Messina Denaro hanno portato nel territorio il “populismo mafioso” tanto che, tanta gente ,scambiava la mafia per semplice amicizia e sostegno. Pochi omicidi, i piccoli non pagano il pizzo e se cerchi un lavoro o una licenza loro risolvono. Se diventi grosso devi fare altro. Senza troppe pistole
Occorre una grande preparazione investigativa per catturare Messina Denaro
Non basta avere risalto su giornali e blog. Questa è solo passerella se non si arriva al cerchio magico che protegge il boss
Era il 27 aprile del 2008 – Giuseppe Clemente, fratello di Nicolò arrestato a luglio e imprenditore con varie relazioni tra pubblico e privato, si toglie lavita in un bagno del Reparto Sestante, la sezione modello di ‘osservazione e trattamento psichiatrico dei detenuti’ del carcere delle Vallette a Torino Giuseppe Clemente, ex imprenditore di Castelvetrano, coinvolto in numerosi omicidi di mafia e condannato all’ergastolo in via definitiva nel 2004 nell’ambito del maxi processo ‘Omega’ ha portato con se molti segreti del periodo delle mattanze imposte da Riina e Matteo Messina Denaro. Clemente stretto parente del capo decina che porta il suo stesso nome e morto a 91 anni apparteneva ad una famiglia che con la mafia ci ha sempre campato dal dopo guerra in poi. Le ramificazioni parentali del nonno, del padre e dello zio hanno intrapreso, all’interno della società castelvetranese vari ambiti. Cugini zii e parenti hanno fatto diverse scelte. C’e’ chi ha studiato e si è laureato e si affermato nelle professioni con un notevole tenore di vita ,c’è chi ha fatto l’imprenditore e chi solo il dipendente. Il caso più conosciuto è quello di Peppe cresciuto alla Corte di Matteo , insieme a Nanà Ciaccio condannato all’ergastolo e con parentele strette con alcuni vecchi imprenditori che ai tempi della Prima Repubblica e fino al 2000 dominavano il settore dei rifiuti in città e Ciccio Geraci detto “Tistuni”. E’ proprio Geraci che si pentirà e farà arrestare i compagni d’avventura. Questo pentimento non è stato mai del tutto chiaro. Geraci ha fatto tanti nomi ma del nascondiglio di Matteo e delle sue reti protettive alto locate non ha mai parlato La famiglia Geraci abitava a due passi dalla casa di Matteo Messina Denaro e dopo la collaborazione di Ciccio, nessuno ha mai toccato qualcuno o qualcosa dei Geraci. Di recente Tommaso Geraci grosso imprenditore del settore oro è finito nuovamente sotto inchiesta
La percezione che si ha, leggendo attentamente, nella storia mafiosa di Castelvetrano è quella del “papello”. Ovvero ordini di scuderia dettate da Don Ciccio e relative alcune famiglie che meritano sempre rispetto a prescindere perchè di provata fiducia
Probabilmente, per arrivare a catturare Messina Denaro bisognerebbe capire come funziona questo lascito di consegne dettato dal padre Ciccio che aveva un vissuto mafioso con il territorio molto diverso dal padre. Don Ciccio rispettava molto Rizzo e i vecchi Clemente come altre famiglie di Castelvetrano
Clemente aveva solo 44 anni, soffriva di depressione e sul suo suicidio, avvenuto sotto l’occhio di una telecamera, non ci sarebbero stati misteri.Una vita bruciata dall’amicizia con Matteo Messina Denaro. Aveva il grilletto facile.
Fu arrestato il 17 marzo 1996, nell’ambito di un’indagine, avviata grazie alle dichiarazioni di Geraci collaboratore di giustizia, che permise di mettere in luce una lunghissima storia di delitti partita nel 1961 quando, a Marsala, fu assassinato Vito Sammartano, noto come ‘Anitrafredda’. A quell’omicidio seguirono 30 anni di guerre tra le vecchie famiglie legate ai Rimi di Alcamo, ai Badalamenti e ai Bontade di Palermo e le nuove legate ai Corleonesi di Toro’ Riina. Clemente aveva 32 anni quando finisce la sua libertà. Nonostante tutto non si pentì e non collaborò. Secondo alcune relazioni investigative pare che Messina Denaro fosse molto legato
Da una nota investigativa del 18 febbraio del 2013 viene fuori il ruolo prepotente dei Clemente
Un noto imprenditore di Castelvetrano riceve la visita di Girolamo Bellomo, detto Luca
I due si conoscono molto bene. cosa confermata anche da Lorenzo Cimarosa successivamente
Bellomo impone certi acquisti a questo imprenditore
Dopo quell’incontro, sempre lo stesso imprenditore chiama l’ispettore della Squadra Mobile di Trapani dal suo cellulare già monitorato, riferendo che Luca Bellomo gli aveva indicato le ditte riconducibili ai noti Cimarosa Lorenzo, Filardo Giovanni, Clemente Nicolò e Clemente Santo, quali future assegnatarie dei lavori per l’edificazione del suo progetto imprenditoriale. La stessa cosa che Grigoli riferisce già nel 2009 al processo. Gli stessi precisi ordini che si ripetono
L’iniziativa imprenditoriale di cui sopra trova inizio nel 2001 , quando una società controllata da questo imprenditore rileva molti terreni vicino alla svincolo autostradale dal defunto uomo d’onore Rizzo Nicolò Gaspare che non ebbe figli maschi. Le sue due figlie, una delle quali ha lavorato per anni al comune di Castelvetrano, hanno sposato due architetti. Uno dei generi di rizzo ha lavorato parecchio con il pubblico e con il privato. In particolare le sue fortune coincisero con le fortune politiche di un ex sindaco della città.Rizzo, non era boss qualunque. Aveva trattenuto molto bene le fila della mafia del Belice ed era molto amico di Francesco Messina Denaro. Erano entrambi “batioti”
Tutto molto facile da documentare. Strano che gli investigatori abbiano perso molti anni prima di capire il ruolo dei Clemente
Fonte : Adn Krons , documenti
Il Circolaccio
Cecco Angiolieri
0 thoughts on “Mafia: il caso Clemente e il rispetto delle vecchie tradizioni familiari di Matteo Messina Denaro”