
Si calcola che in Italia nel 2016 il gioco , sia stato uno dei mercati più in crescita
Siamo sempre più convinti , e lo diciamo da tempo che, i veri mafiosi e loro amici “con la cravatta”, cercano di far soldi e di nascondere i loro denari solo in attività molto remunerative e con poco rischio. Trovano le soluzioni più moderne perchè trovano i “consulenti” che suggeriscono cosa fare. Il livello più alto di questa macchina che fa solo soldi, non ha nessun interesse a redistribuire ricchezza, ma solo a sfruttare i più deboli
Valutando certe inchieste e collegandole tra loro sembra come se Il gioco grosso si apre solo a chi può giocare a certi livelli. Un pò come nel calcio. In un territorio ,giocano migliaia di ragazzi ma solo 3 o 4 finiranno tra i professionisti. Gli altri rimarranno per sempre dilettanti e poveri e giocheranno sempre a calcio anche per il valore dello sport
Dalla stagione degli appalti, a quella dei supermercati, adesso i soldi si possono fare e riciclare con altri mercati. Quando hai soldi dalla tua parte è più facile comandare e controllare i territori.
L’era dei mafiosi “cu li peri incritati finiu”
Molti commenti errati e valutazioni prive di riscontri oggetivi, maturano in ragione della poco conoscenza o attenzione al sistema economico in cui si muovono gli interessi dei mafiosi che comandano e che, con certe complicità, non intendo favorire lo sviluppo del libero mercato e della libera impresa
Le scommesse un mercato enorme e difficilmente controllabile dove anche lo Stato ci guadagna
Cifre da capogiro e rischi molto bassi
Secondo una recente ricerca dell’Osservatorio Gioco Online del Politecnico di Milano, il business delle scommesse nel 2016 è cresciuto del 24% per un valore complessivo che è passato in un solo anno da 821 milioni a oltre un miliardo di euro (1.018 milioni di euro per l’esattezza).
Mentre in Europa il mercato delle scommesse è stimato in circa 84,9 miliardi di euro e cresce al ritmo del tre cento annuo. Nel nostro Paese la gran parte di queste scommesse, l’81%, riguardano il calcio, resta un esiguo 12 per cento di scommesse sulle partite di tennis, e l’1% nel basket.
Con internet e società off shore in paesi fuori dall’Europa è possibile giocare ovunque. Alcune società online hanno sede a Panama ,ad Hong Cong e anche nelle isole Cayaman
Un sistema che consente anche il riciclo di denaro sporco e una continua liquidità
Il mercato è gestito anche da società molto serie
Esempio di possibilità di riciclo: 5 persone fanno 10 scommesse al giorno anche di 500 Euro a testa, o vincono o perdono generano sempre flussi di cassa non rintracciabili facilmente. Quando giochi nessuno ti chiede il codice fiscale, basta avere un conto su una carta. se giochi invece nelle sale puoi farne a meno. Inoltre, il grande vantaggio di questo business è quello che possono giocare tutti: mafiosi, mezze calzette, poveracci, professionisti, intellettuali, politici, giornalisti, calciciatori, funzionari. Insomma tutti.
Il tempo della schedina è finito da tempo. Ormai sulle scommesse sportive e di altro genera si muovono montagne di soldi
Un mercato appetibile contaminato in questi anni sempre di più dall’illecito e dalle infiltrazione della criminalità organizzata: nel 2014 – ultimo dato disponibile – le violazioni sono state 547 e 496 le persone denunciate. Oltre 5.204 i siti di gioco non autorizzati inseriti nella black list dei Monopoli di stato e oltre 700 milioni i tentativi di accesso a questi siti. Complessivamente negli ultimi dieci anni sono stati sequestrati 36 milioni di euro. Un risultato, se pur ancora parziale, determinato dal fatto che l’Italia è in questo momento il Paese più avanzato nelle politiche di prevenzione in materia.
Come è possibile non aver intuitito che boss del calibro di Messina Denaro ci avrebbe messo le mani e da tempo?
E sulla scia dell’esperienza italiana è nato un progetto che sarà presentato oggi a Roma che punta a diventare un modello di politiche di contrasto replicabile anche in altri Paesi Ue. Si chiama progetto AMF “Anti Match-fixing Formula” è «l’obiettivo – spiegano gli ideatori – di sviluppare un modello pubblico-privato integrato a livello europeo per la prevenzione del fenomeno del match-fixing, attraverso la selezione di buone pratiche europee e nazionali, in grado di soddisfare e rafforzare l’attuale cooperazione». Coordinato dall’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio, è cofinanziato dalla DG Home della Commissione europea (Direzione Generale affari interni).