L’inchiesta della Guardia di finanza mette in luce un porto, quello di Marsala, preferito dai contrabbandieri e poco guardato dagli inquirenti. Oltre a Mazara del Vallo, porto già finito in alcune inchieste, si scopre che la tranquilla Marsala è stata usata come base per questi scambi. Perchè Marsala? E cosa è stato trasportato? Una via facile di fuga per terroristi e forse mafiosi ricercati. Possibile che la mafia trapanese permettesse questo collegamento senza metterci le mani? Questa rotta poteva servire per trasferire ogni cosa all’ estero.
Mentre le forze dell’ordine hanno fatto “terra bruciata”a Castelvetrano e dintorni qualcuno ne ha approfittato per fare i cazzi suoi? chi ha dato assistenza a queste imbarcazioni? Chi vendeva loro il carburante? Impossibile per questi scafisti gestire la rotta senza avere agganci a terra
Immigrazione clandestina in comode imbarcazioni, blitz della Guardia di finanza di Palermo: 13 fermi. Un indagato parlava di un viaggio in Francia e di azioni pericolose. L’intercettazione: “Dio mi aiuti per quello che devo fare”
Il prezzo di una traversata variava dai 3.000 ai 5.000 euro. Ad ogni viaggio, che partiva dalla provincia tunisina di Nabeul, venivano imbarcate dalle 10 alle 15 persone. Le indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo e della Compagnia di Marsala, coordinate dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Geri Ferrara, Claudia Ferrari, Federica La Chioma, hanno svelato un’agenzia di servizi ben attrezzata. All’organizzazione di carattere transnazionale viene contestata l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Con un supplemento, i viaggiatori potevano percorrere la tratta fra la Tunisia e la Sicilia in due fasi, con tappa e soggiorno in una casa di Pantelleria, un modo per abbattere il rischio di controlli ed arresti.
Fonte: La Repubblica
Il Circolaccio