
Qualcuno disse che la politica è l’arte del’impossibile. E’ vero.
Lo è almeno, per le poliedriche geometrie politiche di Baldo Gucciardi potente dirigente del PD trapanese che, negli ultimi anni, ha rotto e ricucito accordi politici di ogni sorta. Dopo la batosta del 4 marzo, Gucciardi da vecchio democristiano, ha sotterrato l’ascia di guerra e ha capito che l’unica soluzione per non perdere a Trapani era quella di sostenere Giacomo Tranchida, fino a qualche settimana fa suo acerrimo nemico. Certo, si parla sempre di politica, nulla di personale. Dovrebbe sempre essere così. I politici intelligenti lo sanno che dovrebbero darsi battaglia solo con la dialettica e non usando la magistratura. Gucciardi e Tranchida sono due “cavalli di razza” e sanno bene quando smettere di litigare. il fine giustifica i mezzi.Il problema rimane spesso nei sempliciotti sodali del Pd di Gucciardi, sempre pronti a comando a sputare veleno sugli avversari e sempre pronti a gettare discredito su chi sta dall’altra parte arrogandosi loro, l’esclusiva di legalità e perbenismo. Ci verrebbe comodo qui riportare certe dichiarazioni riportate dai due leader durante la scorsa competizione elettorale, anche quelli dei loro amici. Lo scontro fu duro. Ne sa qualcosa Francesco Lisciandra di Castelvetrano che fu messo alla porta della segreteria del Pd da Monica Di Bella solo perchè il giovane Lisciandra decise liberamente di votare Tranchida. Quella era un’altra stagione, direbbe qualche “romantico” del Pd sempre pronto a giustifica l’operato del suo partito e a sputare veleno sugli altri. Preferiamo non ricordare. Le persone imparziali, invece, in questa rinnovata armonia ci leggono altro. Nella pax tra Gucciardi e Tranchida che non sarà autorizzato ad usare il simbolo del Pd c’è “puzza di scantu”. In moti ci leggono la paura dell’onorevole Gucciardi di perdere a Trapani, in ragione di un possibile successo dei 5Stelle. La paura fa 40 dicevano a Napoli e a Trapani la paura di perdere ha fatto scoppiare la pace a Gucciardi e a Tranchida, costringendo l’ex assessore a fare un passo indietro
Salvo Serra
Il Circolaccio