Quando c’è la monnezza di mezzo non si capisce niente o quasi. Un esempio, il caso Catanzaro titolare del più grosso impianto di conferimento rifiuti in Sicilia e amico dell’ex governatore Crocetta.
Il nome evoca due temi cari all’informazione siciliana, la Confindustria Sicilia e lo smaltimento dei rifiuti. Un mercato, quello dei rifiuti urbani che in Sicilia vale oltre 15 milardi di Euro. Una cifra spaventosa gestita da Regione e comuni.
Il presidente di confindustria Catanzaro, infatti, è a capo di una impresa siciliana che gestisce la discarica di Siculiana, una delle più capienti dell’Isola. Catanzaro è però anche il presidente di Confindustria. Perciò quando si scrive o si parla di Catanzaro i due temi diventano uno solo e questo non favorisce la comprensione dei problemi. La discarica può essere oggetto di attenzione, a prescindere. La voglia di spiegarla attraverso la Confindustria non aiuta a capire. Il giro d’affari per questa discarica privata è aumentato notevolmente. Più la crisi dei rifiuti è cresciuta più le discariche private si sono arricchite. Catanzaro , essendo nel giro delle simpatie di Crocetta e del senatore Lumia non ha mai avuto grossi problemi. Le accuse mosse dall’ex assessore Marino a Catanzaro e Crocetta, accuse molto gravi, sono state messe nel dimenticatoio
Catanzaro è anche un “marchio” evocato spesso, indirettamente, dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che non è affatto tenero con i padroni delle discariche, nonostante il Comune – attraverso una municipalizzata – ne gestisca una, Bellolampo, che riesce a stare in cronaca ogni giorno dell’anno. Secondo Orlando, un baluardo della gestione pubblica dei servizi, il settore dei rifiuti è inquinato ed andrebbe, perciò, “ripulito”. La qualcosa non fa una grinza, visto che si tratta di monnezza.
Orlando non ha mai attacato la discarica del presidente Catanzaro
Siculiana, la discarica di Catanzaro, non è stata inclusa dal governo regionale fra quelle che possono abbancare monnezza indifferenziata, perché non è dotata di un impianto di biostabilizzazione, considerato essenziale per svolgere il servizio. Pugno di ferro, invece che guanto di velluto, hanno commentato i malpensanti. Segno che la luna di miele fra Confindustria Sicilia e governo regionale è finita. Ma è mai cominciata? Monnezzae luna di miele sono incompatibili.
da un intervento di Salvatore Petrotto
Fonte: sicilia informazioni, il cap pensatore
Salvo Serra
Il circolaccio
In cifre: si tratta di due miliardi di euro di affidamenti diretti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, gestiti in regime di monopolio da più di dieci anni.
Gestione illegale, condannata, oltretutto, dalla Commissione Parlamentare Nazionale Bicamerale sul ciclo dei rifiuti che l’ha definita, nel 2013, ‘un caso unico di disfunzione organizzata’ od ancora peggio un ciclo dei rifiuti che in Sicilia è congegnato ‘per delinquere’. Condanna che è arrivata anche dalla Corte dei Conti, dall’Autority Antitrust e dall’Autorità Nazionale Anticorruzione. Gestione che ha prodotto il dissesto finanziario di quasi tutti i comuni siciliani e le tariffe sui rifiuti, per i cittadini, che sono mediamente il triplo rispetto al resto d’Italia. E proprio tale gestione è nelle mani, da oltre 6 anni a questa parte, direttamente di un assessore regionale, indicato da Confindustria Sicilia oltre che organizzato dall’attuale vice presidente di Confindustria Sicilia, grazie alla sua discarica di Siculiana, che gli ha fruttato guadagni per quasi un miliardo di euro in dieci anni. Discarica ritenuta illegale dai Carabinieri del NOE già nel 2007, oltre che da una commissione regionale istituita, sempre nel 2013, dall’ex assessore regionale ai rifiuti, il magistrato, Nicolò Marino.
Il dubbio che si eleva in chi pensa di avere un pò di sale in zucca è il seguente.” Se in Sicilia la mafia gestisce gli appalti e grandi affari è possibile che si sia dedicata a cose di pochi soldi e non abbia messo le mani, in qualche modo su un giro d’affari di 4mila Miliardi circa delle vecchie lire?
Leggendo questi puntuali articoli sulla gestione dei rifiuti in Sicilia , dal 2013 in poi, si ha come l’impressione che, mentre i furbi si arricchivano, i fessi venivano umiliati e indagati per quattro briciole. Come fare per distrarre l’attenzione su fatti di poco conto e lasciare stare in pace chi deve gestire molti soldi. Sarà una cazzata?