Direzione Pd, Renzi assente: “Mi dimetto ma non mollo”. Martina: “Noi all’opposizione”
L’annuncio nella enews del segretario dimissionario: “Il futuro prima o poi torna”. Il vicesegretario Pd: “No subito al congresso, prima progetto. Guiderò con collegialità”
ROMA – La prima direzione del Pd del post Renzi si apre alla presenza di Maurizio Martina, il segretario reggente, del presidente Matteo Orfini, Lorenzo Guerini, Ettore Rosato, Luca Lotti e del premier Paolo Gentiloni. Una direzione che inizia con la lettura della lettera del segretario dimissionario dem, assente. Solo poche parole le sue, poi la voce passa a Martina che esordisce: “Guiderò il partito con il massimo della collegialità e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze, individuando subito insieme un luogo di coordinamento condiviso. Chiedo unità”.
E lancia la prima sfida: “L’Assemblea nazionale di aprile anziché avviare il congresso e le primarie dovrebbe dar vita a una Commissione di progetto per una fase costituente e riorganizzativa”. Quindi si rivolge alle forze che hanno vinto le elezioni: “A Lega e Cinque Stelle dico: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità”. Il vicesegretario del Pd ha poi ribadito che il Pd “continuerà a servire i cittadini dall’opposizione, dal ruolo di minoranza parlamentare”.
Spazio poi al bilancio sul risultato delle elezioni, dove un plauso merita la vittoria alla Regione di Nicola Zingaretti – “un risultato molto significativo” – e complimenti a Giorgio Gori “per l’impegno e la passione”; sguardo al futuro con una chiamata a iscritti ed elettori “solo noi possiamo essere l’alternativa popolare ai populisti. Abbiamo seimila circoli, realizziamo seimila assemblee aperte tra venerdì, sabato e domenica prossimi. Io inizierò dal circolo Pd di Fuorigrotta a Napoli” e infine ribadisce la stima e la fiducia nella persona e nell’operato di Sergio Mattarella.
“La destra – ha detto Martina – ha sostituito l’epoca del neoliberismo dei tempi di Reagan e Thatcher con una nuova idea di chiusura. La destra si è trasformata, come si vede dal sorpasso di Salvini su Berlusconi”. “Ma – ha aggiunto – manca una risposta globale di sinistra democratica progressista ai nuovi rischi. La società aperta è per troppi un’idea di rischio”.