Marco Campagna: abbiamo i migliori candidati

Lo dice sulle pagine del più “quotato” giornale online che da sempre ha posizioni “morbide” sul Pd e suoi leader e durissime su altri

Marsala ormai è roccaforte del PD e di Gucciardi che fa candidare Paolo Ruggirello per defenestrare definitivamente Giacomo Tranchida.

Ruggirello fu il maggiore sponsor di Lillo Giambalvo alle elezioni del 2012.

Lo fece candidare nelle liste con Errante. A quel”tavolo” elettorale  sedevano anche Marco Campagna e Pasquale Calamia del Pd

Gucciardi si è formato alla scuola dell’ex deputato Nino  Papania conosce bene i metodi della politica democristiana

La stampa alleata del Pd e lo stesso Campagna dimenticano che, molta gente di sinistra negli anni ,ha considerato Ruggirello il peggio della politica locale

Perchè i giornalisti della “legalità a modo loro” non parlano del vissuto di Paolo Ruggirello?

Un pò di ricordi non guastano

da un articolo di qualche anno fa

Ruggirello family, storia di una dinastia

 Paolo Ruggirello fu  parlamentare trapanese dell’Mpa con Raffaele Lombardo per diversi anni. Sua l’idea di una bella sanatoria edilizia lungo le coste. Ma chi è costui? Da dove arriva?

Parlare di lui senza raccontare del padre e fondatore della dinastia, Giuseppe Ruggirello, non è possibile.
Giuseppe Ruggirello è un ragioniere nato in una contrada trapanese, Guarrato, che negli anni ’60 del secolo scorso fonda una piccola impresa di costruzioni e, acquistando una speciale betoniera, abbatte i prezzi e conquista tutti gli appalti pubblici delle strade del Trapanese. Comincia così a dar “fastidio” a un pezzo importante dell’economia di quel territorio.

Con i primi soldi compra una banca. Sì, avete letto bene, una banca: la Banca Industriale trapanese, con un solo sportello e quasi in fallimento. In un territorio dove banca era sinonimo di “Sicula” – glorioso istituto creditizio della famiglia D’Alì Staiti – la mossa di Ruggirello suona quasi come una sfida. La banca ha successo, in poco tempo passa da uno a sedici sportelli disseminati in tre province, mentre Giuseppe Ruggirello diviene, addirittura, presidente della Trapani calcio.
Si apre così, nei primi anni ’70 del secolo scorso, uno scontro interno ai gruppi di potere economico e finanziario di Trapani. E si apre quando (per ingenuità o per superbia?) Carlo Alberto Malizia (fratello del generale dei servizi segreti, Saverio Malizia), all’epoca ai vertici del Tribunale di Trapani,  accetta la presidenza onoraria della banca di casa Ruggirello.
Appena poche settimane dopo partono interrogazioni parlamentari nei confronti del magistrato trapanese, mentre Ruggirello (che nel 1971 sostiene un allora giovane socialista, il geometra Bartolo Pellegrino, eletto deputato regionale a sorpresa) viene accusato di  reati contro il patrimonio. Malizia si dimette e al suo posto arriva un altro esponente dalla magistratura, Cristoforo Genna, che aveva firmato l’inchiesta contro Ruggirello. Ruggirello si rende latitante. ‘Riemerge’ solo dopo più di un anno, quando le accuse nei suoi confronti si sono dissolte.
Ruggirello allora liquida tutte le sue attività, cede le quote della banca a una delle più ricche famiglie palermitane, i Cassina, e si trasferisce a Roma.
Alcuni anni dopo, nel rapporto sulla “Colosseo Connection”, finito in seguito negli atti della commissione Antimafia nazionale (Doc. XXIII n.41, 20.11.91), la Guardia di Finanza romana scrive: “Nel settore bancario sono in corso indagini su un soggetto (Giuseppe Ruggirello) sospettato di collegamenti con esponenti vicini alla mafia, il quale starebbe per rilevare o avrebbe già rilevato una considerevole partecipazione in un Istituto di credito romano. Il soggetto, tramite tre società finanziarie, è presente sulla piazza di Roma e opera nel settore mobiliare e immobiliare impiegando ingenti capitali”.
Dopo la pubblicazione di quel rapporto, Giuseppe Ruggirello lascia ogni attività economica, torna a Trapani con i tre figli e inserisce la maggiore, Bice, che ha scelto per succedergli nelle attività finanziarie e bancarie, tra i soci della “Cassa Rurale ed Artigiana San Paolo” di Guarrato. E a Guarrato ritrova Bartolo Pellegrino, in quel momento assessore regionale al Bilancio nei governi presieduti da Franco Martino e Matteo Graziano. Ruggirello viene nominato, in quota Regione, vice presidente della Fondazione Banco di Sicilia.
Giunto a questo punto, Ruggirello decide di scendere in politica in prima persona. Rompe con Pellegrino e fonda un movimento territoriale, ‘Giustizia e libertà’ in funzione anti famiglia D’Alì. Questo avviene mentre un esponente di questa potente famiglia trapanese – Tonino D’Alì – è da pochi mesi divenuto senatore di Forza Italia (l’anno è la fine del 1994). Rileva anche una tv locale, ‘Video Sicilia’, chiamandovi due tra i migliori giornalisti trapanesi, l’ex direttore di ‘Tele Scirocco’ Giacomo Di Girolamo, e l’ex direttore di RTC, Peppe Rizzo.  Il progetto è quello di una sua candidatura alle elezioni regionali del 1996.
Il figlio Paolo, in quegli anni, è solo il presidente del Paceco calcio, una squadra dilettantistica, ed è la figlia Bice il punto di riferimento di tutte le attività della famiglia, che ha anche acquisito quote della società di gestione dell’aeroporto di Birgi e inserito il marito della terza figlia come ammistratore delegato.
Nell’estate del 1995, improvvisamente, Giuseppe Ruggirello muore. Dopo un momento di sbandamento è Bice a tenere le redini della famiglia, entrando nel Credito siciliano e preparando  la sua candidatura alle elezioni regionali. Corre l’anno 2001 e Bice è candidata nelle liste del Ccd. Scende Pierferdinando Casini in persona a sostenerla, ma è solo prima dei non eletti.
Chiusa la parentesi elettorale, Bice decide di seguire solo le attività finanziarie, mentre il fratello Paolo è il ‘prescelto: sarà lui ad occuparsi di politica. C’è il riavvicinamento con Bartolo Pellegrino che, tornato assessore regionale al Territorio e Ambiente nel primo governo presieduto da Totò Cuffaro, sceglie Paolo come proprio segretario particolare.

Quando Pellegrino è costretto alle dimissioni per la famosa intercettazione in cui definisce “sbirri” la polizia, i Ruggirello si avvicinano al nascente Mpa di Raffaele Lombardo. Alle elezioni regionali del 2006 Paolo Ruggirello viene eletto deputato dell’Mpa a Sala d’Ercole con oltre 10 mila voti di preferenza in provincia di Trapani. A quel punto è lui il “capofamiglia” e la stessa Bice lascia anche il Credito siciliano. Un’indagine su Pellegrino della procura di Trapani li sfiora, ma si conclude con l’archiviazione.
Nel 2008 Ruggirello riconferma elezione e preferenze e va a ricoprire il ruolo di deputato questore. Il seguito è storia di questi giorni. Dopo cinque anni senza infamia e senza lode, Ruggirello firma, insieme con il capogruppo del suo partito, Musotto, il ‘famigerato disegno di legge che prevede la sanatoria edilizia lungo le coste. E’ un maldestro quanto ‘gesuitico’ tentativo, da parte del governo regionale, di far passare per iniziativa parlamentare un obiettivo perseguito dallo stesso esecutivo.
L’allora assessore alll’Economia, Gaetano Armao, presenta una bizzarra proposta di sanatoria edilizia mescolata nel ‘bozzone’ di bilancio e finanziaria. L’iniziativa viene ritirata per le proteste del Pd che adesso lo sostiene. C’é anche il nome del deputato regionale Paolo Ruggirello  nelle carte dell’inchiesta che ha decapitato la cosca mafiosa di Campobello di Mazara. Ruggirello non era indagato. Giovanni Buracci, 77 anni, arrestato oggi per mafia, avrebbe appoggiato la candidatura di Ruggirello . Certi dirigenti del PD e certi autorevoli operatori dell’informazione ,guardano solo le tasche dei nemici e dimenticano quelli dei loro amici

Fonte : Meridione News

Redazione Il Circolaccio

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