Fisco, “in Sicilia 52 miliardi di tasse non riscosse in 10 anni e appalti tutti irregolari. Serve intervento dello Stato”

Lo aveva detto il presidente di Riscossione Sicilia, Fiumefreddo in commissione antimafia nel febbraio del 2017

Già nel 2009 un indagine amministrativa aveva messo in evidenza la perdita di tributi in Sicilia e nessuno intervenne

 

Fiumfreddo aveva denunciato una situazione grave in tutti i comuni siciliani. Di questa  grave denuncia ne parlo solo “Il Fatto Quotidiano”, alcune testate locali  e qualche blog . Il dato metteva in forte imbarazzo anche il Pd che con Crocetta aveva amministrato la Regione negli ultmi 5 anni

Evadere le tasse o fare i furbi non è mai un atteggiamento giustificabile. Vi è un’evasione di necessità ma come diceva Fiumefreddo,  certa politica e la burocrazia hanno costruito congrue clientele.

 Fiumefreddo :”Si dovrebbero  punire i responsabili. Per prima cosa c’è il totale monstre dei tributi non riscossi negli ultimi 10 anni, quantificato in 52 miliardi di euro 30 dei quali già prescritti. Poi l’accusa ai Comuni – in testa Catania , seguita da Messina, Siracusa e Palermo – che sono “i maggiori debitori”

 

La “battaglia con alcuni deputati regionali che non pagavano e non erano perseguiti, anche per importi milionari”, ma questo era noto: lo scorso anno Fiumefreddo ha disposto il pignoramento delle indennità dei deputati dell’Assemblea regione siciliana, avendo scoperto che 64 membri su 90 avevano pendenze col fisco. L’avvocato ha parlato anche di “gestione opaca” per cui “il poveretto paga mentre si tendono a salvaguardare i grandi capitali“. Da uno studio sui grandi evasori è emerso che le categorie interessate “erano dedite a ortofrutta, onoranze funebri, appalti, carni, settori infiltrati tradizionalmente da Cosa Nostra. Alcuni nomi sono famigerati e in testa alle evasioni ma nessuno li ha mai cercati, una situazione di sostanziale impunità“. E ancora: “A Trapani la Riscossione da più di 15 anni non riesce a nominare un responsabile, all’ultimo hanno puntato la pistola e lasciò l’incarico”.

 

Il caso ‘Tributi ”  gli 83 Comuni siciliani dove le tasse sono un optional

Nel 2009 questo studio dimostrava un problema serio nei comuni siciliani

CIRCA 50 MILIONI DI EURO ANDATI IN FUMO PER L’INCAPACITA’ DEI COMUNI DI SCOVARE GLI EVASORI E GESTIRE IL RAPPORTO CONVENZIONALE CON SERIT

Nella Sicilia sull’orlo del precipizio economico e finanziario, con la Regione siciliana in default, gli enti locali rischiano di chiudere i battenti non solo per i ridotti trasferimenti dello Stato e della Regione ma anche a causa dell’incapacità a scovare gli evasori dei tributi locali.

 

Gli 83 enti locali siciliani pari a circa il 20 per cento del totale, titolari di un credito per la riscossione dei tributi locali con la citata società, hanno perduto qualcosa come circa 50 milioni di euro dal 2009 ad oggi.

In alcune amministrazioni comunali l’evasione al 31 dicembre 2009 è superiore al milione di euro. Si tratta di: Castelvetrano-Selinunte con oltre 6,5 milioni di euro, Adrano con oltre 5 milioni, Augusta con poco meno di 5 milioni di euro, Scordia con oltre 4 milioni di euro, Zafferana Etnea con meno di 2 milioni di euro, Avola con più di 2 milioni di euro, Termini Imerese con circa 2,5 milioni di euro, Misilmeri con oltre 2,5 milioni di euro, Grammichele con oltre un milione e mezzo, Motta Sant’Anastasia con oltre un milione di euro, Tremestieri Etneo con oltre 1,3 milioni di euro, Rosolini con oltre un milione di euro, Marsala, Piedimonte Etneo con oltre 1,1 milioni di euro e Viagrande con una evasione di circa 1,3 milioni di euro.

L’evasione, sempre al 31 dicembre 2009, sotto il milione di euro, riguarda i seguenti Comuni: Licodia Eubea, Roccalumera, Partinico, Favara, Naro, Assoro, Pedara, Belpasso, San Giuseppe Jato, Priolo Gargallo, Furnari, Aragona, Furci Siculo, Ravanusa, Palma di Montechiaro, Ispica, Campobello di Licata, Melilli, Lipari, Mineo, Porto Palo di Capo Passero, San Giovanni Gemini, Carini, Linguagrossa, Nizza di Sicilia, Acate, Campofelice di Roccella, Cefalù, Villarosa, Lercara Friddi, Petrosino, Venetico, Isola delle Femmine, Sambuca di Sicilia, Santa Ninfa, Raddusa, Campobello di Mzara, Bolognetta, Mazzarino, Spadafora, Trapani, Maletto, Agira, Sant’Alessio Siculo, Bronte, Fiumedinisi, Custonaci, Pietraperzia, Polizzi Generosa, San Michele di Ganzaria, Merì, Pollina, Buccheri, tre castagni, San Gregorio di Catania, Erice, Petralia Sottana, Buseto Palizzolo, Centuripe, Nissoria, Rodì Milici, Regalbuto, San Mauro Castelverde, Castronovo di Sicilia, Ganci, Capaci, Scaletta Zanclea, Mazzarrà Sant’Andrea.

 

Castelvetrano con i suoi debiti che risalgono al 2103 per almeno 45 milioni di Euro rimane nella media siciliana di chi non paga .  Infatti, in ragione dei crediti certificati da riscuotere il comune con la delibera . 480  del 2/12/2014 indice una gara per l’affidamento a società specializzata per il recupero crediti delle somme.  Sempre nello stesso anno con delibera 501 veniva istituito il servizio di riscossione e compensazioni crediti. La cifra da recuperare al 2014 era di 45 milioni di Euro maturata dal 2008. Cosa diversa se i burocrati o certi  politici hanno chiuso gli occhi. In questo caso la magistratura dovrebbe intervenire e punire i responsabili.Invece , i commissari, probabilmente non informati bene mandano  ai giornali dati che già nel 2014 erano pubblici. Lo stesso Messineo ex procuratore della Repubblica ne parla nella sua relazione. Ma quando è guerra non si bada a nulla. La gogna mediatica si abbatte ancora una volta su tutti ,anche su chi paga tutto

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano, Live Sicilia, Meridione news

 

Il Circolaccio

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