Il rapporto diffuso dalla Regione: “Bisogna ridurre immediatamente i prelievi”. Altrimenti città a secco entro due mesi
Fra due mesi gli invasi che garantiscono l’acqua a Palermo e nei comuni della provincia saranno a secco. È scritto nero su bianco in una relazione del dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti che fra oggi e domani arriverà nelle mani del governatore della Sicilia Nello Musumeci. Primo passo per chiedere al governo nazionale lo stato di calamità naturale. Un’emergenza idrica che, secondo i tecnici del dipartimento della Regione, visto che le piogge continuano a farsi attendere, richiede «l’immediata riduzione dei prelievi dai serbatoi al fine di prolungare la fase di esaurimento, anche a costo di dover ricorrere a una distribuzione turnata dell’acqua». Bisognerebbe ridurre il prelievo dell’acqua almeno del 30 per cento per scongiurare il peggio. L’acqua a giorni alterni nelle case dei palermitani dovrebbe essere pianificata a zone: un giorno l’acqua arriverà in alcuni quartieri e il giorno successivo in altri. L’Amap, l’azienda acquedotto del Comune, intanto, sta mettendo in campo tutte le strategie per rimandarla il più possibile, la turnazione. Il dato certo è che nelle quattro dighe che portano acqua
alla provincia di Palermo — Rosamarina, Poma, Scanzano e Piana degli Albanesi — sono rimasti appena 21 milioni di metri cubi di acqua. Per fare solo un esempio nel bacino di Piana degli Albanesi ne sono rimasti soltanto 1,67 milioni a fronte di una capienza di oltre 32 milioni. In condizioni simili tutti gli altri invasi.
Fonte : Repubblica
Il Circolaccio