La recente operazione Stige ha messo in evidenza come le cosche riescano a penetrare nei partiti
In questa operazione il PD calabrese paga un prezzo altissimo
Parla il segretario Pd di Catanzaro che fa autocritica
“I clan fuori da circoli e liste? Non è difficile»
l segretario del Pd di Catanzaro Gianluca Cuda: «Meglio perdere tesserati che alimentare ombre». E sui finanziamenti “sospetti” a Oliverio: «Sono sicuro che chiarirà». Il nodo della divisione tra dem e LeU («sono qui per unire a sinistra») e le polemiche sulla Boschi («fuorvianti, è sempre stata vicina alla Calabria»)
CATANZARO Non c’è momento più complicato, per il segretario provinciale di un partito, di quello in cui si scelgono le candidature. Figurarsi se il periodo coincide con un blitz della Dda, Stige, che ha mostrato quanto profonda sia l’infiltrazione della ‘ndrangheta nella politica. Gianluca Cuda, sindaco di Pianopoli eletto con un consenso bulgaro alla guida del Pd catanzarese, non ha dubbi: non si può arretrare di un passo davanti alla “scalata” dei clan. A tutti i livelli istituzionali.
I clan crotonesi avevano una vera e propria squadra politica: lo testimonia il numero degli amministratori arrestati nell’operazione Stige e lo confermano le parole del procuratore Gratteri: «Ormai nelle istituzioni locali la ‘ndrangheta ha messo suoi uomini funzionali agli interessi dell’organizzazione criminale». Da amministratore locale quali pensa possano essere gli argini a questo tipo di espansione?
L’inchiesta “Stige” ha confermato, ancora una volta, che la ‘ndrangheta è una delle organizzazioni criminali più potenti al mondo, soprattutto per la grande capacità di penetrare in maniera radicata nel tessuto sociale, e nei gangli della Pubblica amministrazione. Al procuratore Nicola Gratteri e alla Direzione distrettuale antimafia va tutta la nostra stima, il nostro sostegno e la nostra gratitudine per lo straordinario lavoro messo in campo negli ultimi due anni. Un lavoro coraggioso e determinato che ha consentito a magistratura e forze dell’ordine di colpire in maniera decisiva l’azione distruttiva delle ‘ndrine riaffermando nel territorio i principi della legalità. Da amministratore locale penso che gli argini all’espansione criminale e globalizzata della ‘ndrangheta possano essere costruiti giorno dopo giorno nel rapporto con le nostre comunità: l’impegno quotidiano che parla il linguaggio dell’onestà, del rispetto delle regole, della legalità in tutte le articolazioni della società rappresenta il primo e fondamentale anticorpo sociale e culturale alla prepotenza criminale.
Uno degli arrestati, il sindaco di Strongoli Michele Laurenzano, è un dirigente regionale del Pd. Questo apre la questione dei controlli all’interno dei partiti. L’approccio non è semplice: di solito, per evitare imbarazzi, ci si rimette alle azioni della magistratura. È davvero così difficile liberare circoli, assemblee e liste oppure si preferisce un approccio passivo per non perdere consenso?
Il Partito democratico calabrese, guidato dal segretario regionale Ernesto Magorno, e la Federazione provinciale di Catanzaro sono da sempre in trincea contro la ‘ndrangheta, in prima linea nel contrasto alla pervasività criminale in ogni settore, a partire dalle infiltrazioni nella Pubblica amministrazione. Siamo consapevoli del fatto che per sconfiggere i clan la repressione non basta: serve anche un impegno senza precedenti della politica che non deve piegarsi alle logiche passive della conservazione del consenso. Non è difficile “liberare” assemblee, circoli e liste: dobbiamo essere ancora più vigili e coerenti nel rifiutare in maniera esplicita la ricerca del voto marchiato da illegalità e corruzione.
Una delle ditte sequestrate nell’operazione della Dda contro il clan Farao-Marincola ha sostenuto la campagna elettorale del governatore Oliverio nel 2014 con 2mila euro. Secondo lei il presidente dovrebbe chiarire la natura dei suoi rapporti con quegli imprenditori?
Il presidente della Regione, Mario Oliverio, è stato tra i primi ad intervenire pubblicamente per congratularsi con il procuratore Gratteri e la direzione distrettuale antimafia per i risultati dell’operazione “Stige”. La sua azione politico-amministrativa ha sempre tenuto una condotta lineare contro le mafie e le infiltrazioni nella gestione della cosa pubblica. Siamo certi che riuscirà a chiarire ogni dubbio emerso sulla vicenda.
Fonte :Altro Corriere
Il Circolaccio