Noi de “Il Circolaccio” non amiamo il giustizialismo sfrenato e neanche l’informazione tesa solo a colpire in modo strumentale le persone e loro vite . Un modus che non condividiamo . ARMI USATE con certa abitudine da alcuni blog locali e da “rinomati”giornali online
Non amiamo chi mistifica i fatti per averne un vantaggio. La ricerca della verità non deve essere vantaggio per nessuno tranne che per il bene comune
Anche in questa complessa vicenda del caso Giambalvo useremo il massimo rispetto per tutti :sopratutto per Lorenzo Cimarosa che, avendo lasciato questo mondo, non potrà dire più nulla a sua difesa e non potrà più spiegare alcuni punti delle sue dichiarazioni. Rimangono solo i verbali accusatori rilasciati ai pubblici ministeri a gennaio e febbraio del 2016 quando già sapeva di avere il cancro.
Il nostro lavoro d’informazione parte dai documenti e dai fatti acclarati e non dalle supposizioni o dai “si dice” o da parziali intercettazioni . La vicenda Giambalvo è costata molto alla comunità castelvetranese. Noi sappiamo che la Magistratura non ha avuto vita facile nel contrastare il malaffare politico mafioso .Questo dato inconfutabile però , non autorizza nessuno a sparare nel mucchio
l’ex consigliere , battezzato dagli amici “petto di pollo”si è fatto un anno di carcere e ha subito una gogna mediatica infinita. La sua vicenda e” costata moltissimo ai castelvetranesi che sono stati tutti bollati come “mafiosi” .
Tante le responsabilità politiche
Giambalvo che per le sue simpatie per Matteo Messina Denaro non doveva neanche essere messo in lista ,non è mafioso e lo dicono due sentenze di Tribunale. I Pm di Palermo, firmatari di altri processi in corso ,volevano far condannare Lillo Giambalvo usando le dichiarazioni rilasciate da Cimarosa a gennaio e febbraio del 2016. Dichiarazioni, a quanto pare, riservate solo a loro. In quelle dichiarazioni si dicono tante cose e Cimarosa fa nomi e accusa diverse persone tra cui anche Giambalvo.
Questi verbali rimangono nelle mani dei Pm di Palermo che intendono usarli per colpire Matteo Messina Denaro e suoi fiancheggiatori, attraverso i nomi che fa Cimarosa
In uno Stato di diritto , chi viene accusato deve avere la possibilità di difendersi altrimenti, diventa tutto rilegabile ai famosi processi sommari dei paesi privi di libertà . Processi di siffatta natura sono stati celebrati in Cile ai tempi di Pino Chet e nella vecchia Urss ai tempi di Stalin . Il dittatore comunista eliminò diversi avversari con i processi sommari e la pena di morte.
In Italia, fortunatamente, esiste la Costituzione scritta nel 1946 da chi sconfisse il fascismo e il nazismo. In Italia, tutti abbiamo il diritto di usufruirne e tutti il dovere di rispettarla
Le dichiarazioni di Cimarosa hanno aiutato anche il Ministro Minniti a sciogliere il comune . Purtroppo le sue dichiarazioni non sono servite ad oggi, a far catturare Matteo Messina Denaro che rimane ancora uccel di bosco per disgrazia di tanti castelvetranesi onesti
Ecco perchè è necessario fare chiarezza su questa complessa vicenda in nome del principio costituzionale che indica il diritto e non la ” sommarietà” come base della democrazia
Il terzo e quarto comma dell’art. 192 disciplinano l’annosa questione della valutazione della chiamata in correità, cioè le dichiarazioni rese da un imputato contro altri coimputati o da imputati di reati connessi o collegati a quello per cui si procede. Non può mai essere leso il diritto della difesa al contro interrogatorio e all’incidente probatorio.
Il rischio e che un pentito possa dire cose non riscontrabili e mandare gente in galera solo con le sue dichirazioni
Nei processi in cui è stato sentito come testimone ha sempre rivestito la posizione di dichiarante: “Non sono un pentito – ha messo a verbale Cimarosa davanti ai sostituti Marzia Sabella e Paolo Guido e al procuratore aggiunto Teresa Principato – ma voglio parlare, perché sono esasperato dai continui arresti, dalle perquisizioni”. Nel maggio del 2015 è stato condannato dal gup del Tribunale di Palermo, Cesare Vincenti, a 5 anni e 4 mesi. La Procura in quella occasione ha chiesto che gli venissero concesse le attenuanti generiche, ma non la speciale attenuante prevista per i pentiti che apportino un contributo rilevante alle indagini.
Il metodo del pizzo imposto da Matteo Messina Denaro spiegato da Grigoli e amplificato dalle dichiarazioni di Lorenzo
Giuseppe Grigoli , l’ex re dei supermercati che ha appena finito di scontare 10 anni di carcere disse al processo di Marsala , per fatti risalenti fino al suo arresto avvenuto nel 2007 che il metodo del pizzo imposto dal boss era il seguente: ” fuori Castelvetrano le ditte locali dovevano pagare il pizzo alla famiglia del luogo. A Castelvetrano ,invece, pizzo non se ne pagava ma Messina Denaro tramite i suoi portavoce stabiliva chi far assumere nelle attività e nei lavori edili e le ditte che dovevano avere le commesse nei vari settori”.
Dice ai PM :”Tutto gira attorno ai Messina Denaro a Castelvetrano. Non si può fare neanche una rapina senza il loro consenso”
Se è come diceva Lui, qualcosa non torna
Tra il 2003 e il 2013 a Castelvetrano sono stati fatti molti lavori pubblici e per decine di milioni
Alcuni esempi: Il nuovo sistema delle piazze; il nuovo comune, le nuove caserme di Polizia e Guardia di Finanza, gli alberghi , i centri commerciali
Al processo d’appello “Eden2”
Cimarosa viene chiamato a testimoniare dalla procura generale contro Antonino Lo Sciuto attualmente in carcere per una condanna per associazione mafiosa determinata proprio in appello. Cimarosa era già agli arresti domiciliari a causa del cancro che avanzava. Il processo è ascoltabile su Radio Radicale
Ne riportiamo alcuni passaggi senza commento
Procuratore Generale: ci parli della vicenda Lo Sciuto
Cimarosa: Signor Giudice io nel primo processo contro Lo Sciuto sono stato reticente, lo volevo aiutare e non ho detto tutta la verità. Però adesso sono un altra persona e ho scelto di stare con la legge. sono stato mafioso ma chi non si pente sta con loro deve essere punito
Procuratore Generale: in che senso ci spieghi
Cimarosa: Lo Sciuto lavorava con mio cognato e faceva gli interessi della famiglia. Era lui che coordinava i lavori quando mio cognato era in carcere. Come ho detto e già dichiarato
Presidente del Tribunale: dichiarazione del primo processo?
Cimarosa: no signor Giudice, come ho già detto sono stato reticente ma da gennaio ho detto la verità
Il presidente : A chi?
Cimarosa: ai pubblici ministeri nei verbali del 22/1/2016 e del 16/02/2016. A loro ho raccontato tutto quello che sapevo e anche delle colpe di Antonino Lo Sciuto.
Fonte : Radio Radicale
Il Circolaccio