Assessori, emergenze ed elezioni
Il nuovo anno inizia col “botto”
Musumeci dovrà cercare il successore di Figuccia e forse anche di Sgarbi. Mentre si avvicinano le Politiche in una Sicilia nel caos.
Dopo i botti, un inizio d’anno scoppiettante. Nei prossimi mesi, infatti, per il governo e il parlamento regionali, sono tante le sfide, gli appuntamenti e gli ostacoli.
A cominciare proprio dalla giunta di Nello Musumeci. Che ha già perso un pezzo. E che dovrà quindi cercare, in fretta, il successore di Vincenzo Figuccia. Anche perché l’assessorato lasciato vuoto dal deputato centrista non è certamente il più tranquillo, oggi. All’Energia, che si occupa di acqua e rifiuti, infatti, è sempre – ancora oggi – emergenza. Tra differenziata a picco, discariche stracolme e ipotesi di termovalorizzatori, quella poltrona è scottante e scomoda. Ma bisognerà trovare presto una guida di quel ramo dell’amministrazione. E già da esponenti di partiti della maggioranza circola qualche nome: quello del dirigente generale Salvo Cocina e quello del docente universitario Aurelio Angelini. Si vedrà.
Anche perché, nel frattempo, Nello Musumeci potrebbe essere costretto a cercare non un solo assessore, bensì due. Come era stato, del resto, ampiamente annunciato, Vittorio Sgarbi non si è detto certo di proseguire a lungo la propria avventura nel governo regionale. “Mi piace stare in Sicilia – ha detto – è più divertente stare qui. Ma non so ancora cosa farò in futuro, devo decidere come affrontare la campagna elettorale per le politiche. Non so se continuerò a fare l’assessore o se tornerò a Roma”. Per i Beni culturali si “scalda” già Alessandro Aricò, ma potrebbe non essere l’unico nome in corsa.
Proprio le elezioni politiche, poi, rappresenteranno un altro passaggio fondamentale per il futuro delle istituzioni siciliane. Sia nel centrodestra che nel centrosinistra, infatti, il voto (e prima ancora la stessa composizione delle liste) potrebbe portare nuove divisioni e nuovi avvicinamenti, nuove tensioni e fusioni. A partire, ad esempio, dai rapporti tra Forza Italia e i partiti “di destra” che compongono la coalizione a sostegno di Musumeci. Già in qualche occasione, infatti, nelle scorse settimane, Lega e Fratelli d’Italia hanno preso le distanze da alcune dichiarazioni del coordinatore azzurro Gianfranco Micciché, e dagli accordi politici tra i berlusconiani e il Pd per l’elezione dei rappresentanti nel Consiglio di presidenza. La spia, forse, di un malessere latente che potrebbe emergere proprio nel corso di una campagna elettorale che si prospetta caldissima. Dinamiche che potrebbero ovviamente produrre qualche conseguenza anche nel governo e nella maggioranza. Stesse incognite nel Pd, dove le Politiche rischiano di rendere ancora più ampie le distanze tra un pezzo di classe dirigente (quella più riferibile ai Ds) e un altro (quello dei ‘renziani’). Si vedrà.
Nel frattempo, in Sicilia potrebbero tornare anche le elezioni delle risorte Province. Serve ancora un passaggio legislativo, ma il governo Musumeci sembra intenzionato a confermare la propria idea – approvata pochi mesi fa dall’Ars – di ripristinare il voto diretto negli enti. “Penso anche – ha detto il governatore – che proprio alle Province possano essere trasferite alcune competenze, come quelle riguardante i rifiuti”.
Prima di allora, però, il parlamento siciliano dovrà mettersi a lavorare sodo. Perché i problemi sono tanti. E alcuni di questi trovavano già una prima risposta nell’esercizio provvisorio, prima che venissero stralciate molte norme, da quelle per i disabili a quelle per i precari, passando per i lavoratori delle partecipate. Tutte emergenze che il governo e l’Ars dovranno affrontare fin dai primi giorni del nuovo anno.
E insieme a queste, l’emergenza delle emergenze. La scelta di approvare l’esercizio provvisorio per tre mesi, infatti, ha solo rimandato l’esame del bilancio e della Finanziaria. Una manovra che sarà condizionata anche dai dubbi sul bilancio regionale, legati anche a un deliberazione della Corte dei conti relativa alle anticipazioni, oltre alle altre ombre apparse in occasione dell’ultima, sofferta, parifica. Entro marzo bisognerà approvare tutto. Quando la Sicilia avrà già visto cambiare un assessore o forse due, e l’identikit del parlamento nazionale verso il quale guardano molti politici siciliani.