Il periodico di Palermo ” S” edizione cartacea legata al giornale online più cliccato dell’ isola ” Live Sicilia ” fondato dal grande Francesco Foresta, pubblica uno speciale di 7 pagine su Gianfranco Becchina a firma di Rino Giacalone.
Pagine che raccontano anni di indagini giudiziarie sull’imprenditore a cui la Dia di recente ha sequestrato tutti i beni.
Grigoli lo accusa di aver dato soldi a Matteo Messina Denaro
Con chi ha fatto affari Becchina oltre ai Messina Denaro?
Un patrimonio il suo, che vale decine e decine di milioni di Euro , escluso il Palazzo Pignatelli che gli inquirenti non sanno quanto possa valere
Giorno 17 gennaio la prima udienza presso il Tribunale di Trapani, dove verrà chiesta la totale confisca di beni è società nella disponibilità di Becchina e delle figlie Gabriella, Valeria , Raffaella e la moglie Ursula originaria della Svizzera. Tutti cointestatari , con altri soci come Ronald Blacker e la famiglia Divella di Bari titolare del pastificio Divella , di varie quote di società e beni. Sono finite nel mirino degli inquirenti le società: Becchina & Co srl; Olio Verde srl; DEMETRA srl, Leditte con sede in Svizzera: LA CULINARIA GMBH; PALLADION ANTIKE KUNST; URSULA; BECCHINA PALLADION ANCIEN & FINE ART AG
Tra i beni sequestrati e a rischio confisca anche il Palazzo Pgnatelli dall’inestimabile valore storico
Nelle pagine pubblicate da “S” si evince un percorso imprenditoriale abbastanza complesso.Un ginepraio di società che consentivano a Becchina e alla sua famiglia di spaziare su vari fronti.
Le indagini su Becchina affondano le radici nella storia della mafia belicina
La Dia di Trapani impegnata nella caccia ai grandi patrimoni nella disponibilità anche dei colletti bianchi che sostengono questi patrimoni hanno avuto contezza anche dalle dichiarazioni di Lorenzo Cimarosa
Cimarosa, dopo la condanna al processo Eden ha comnciato a collaborare riempendo decine di pagine di verbali tutti al vaglio dei magistrati. Tra queste dichiarazioni si parla anche di Becchina.
Cimarosa avrebbe raccontato agli inquirenti che molti anni fa, occupandosi di estrazione di sabbia a Selinunte, gli capitava spesso di trovare reperti archeologici. ” le cosiddete ” truvature” che non capitavano solo a Cimarosa in quegli anni, dovevano seguire un preciso percorso. ” Le cose antiche le vendevano-afferma CImarosa- Francesco Messina Denaro se ne occupava attraverso Gianfranco Becchina che abitava in Svizzera”. Secondo Cimarosa molti reperti selinuntini sono finite nelle mani di Becchina che sapeva piazzarli sul mercato internazionale. Un vero scempio di opere d’arte selinuntine che è durato per decenni e di cui nessuno si accorgeva. Adesso, a distanza di oltre 30 anni la Dia di Trapani sta ricostruendo questo vorticoso giro d’affari che ha depauperato il territorio e che avrebbe alimentato le casse dei Messina Denaro e di Gianfranco Becchina ex rotariano e frequentatore dei salotti buoni di mezzo mondo.
Becchina, secondo gli inquirenti, avrebbe consentito alla famiglia mafiosa di Castelvetrano e loro addentellati di avere un importante varco finanziari in Svizzera. becchina, uomo dal carattere forte, aveva amici ovunque. Anche tra i politici. Non amava molto Cuffaro. Addirittura sentiva di poter fare il consulente per Sebastiano Tusa soprintendente regionale. Lo chiese con forza ma non fu accontentato. Ovviamente questa è la tesi dell’accusa. Gli avvocati difensori annunciano battaglia.La vicenda della famiglia Becchina è ancora tutta da decifrare. Sarebbe auspicabile che, anche le figlie facesso la loro parte nel ricercare la verità. Gabriella, in particolare ha vissuto molto il tessuto sociale di Castelvetrano. E’ stata assessore comunale ha fatto parte di associazioni animaliste e di movimenti civici tesi a migliorare le sorti di Castelvetrano.
Ha sostenuto per anni , blog e blogger dalla spiccata vivacità investigativa e giornalistica, occupandosi spesso anche di questioni legate alla criminalità organizzata e alla politica.
continua
Fonte .”S”
Il Circolaccio
Salvo Serra