Università: a Palermo tasse raddoppiate in dieci anni, Messina la più esosa
l report dell’Unione degli universitari “Sulle nostre spalle”: nel capoluogo 822 euro a studente contro i 1.168 di Messina e i 742 di Catania ma l’ateneo di viale delle Scienze vanta il primato isolano dell’incremento più consistente nell’ultimo decennio: più 105 per cento
Tasse universitarie più che raddoppiate a Palermo negli ultimi dieci anni. Il vero e proprio salasso cui sono state sottoposte le famiglie palermitane e di coloro che hanno deciso di studiare in città salta all’occhio dall’ultima fatica dell’Unione degli universitari che porta come titolo “Sulle nostre spalle”.
Una inchiesta che descrive il trend, dal 2005 al 2015, della tassazione universitaria a carico di studenti e famiglie di tutti gli atenei statali italiani che mette in luce quelli più esosi, quelli dove gli incrementi sono stati più consistenti e il valore medio di esborso per frequentare le aule universitarie e ambire al diploma di laurea. Dal report, pubblicato qualche settimana fa, emerge che se a Palermo siamo ancora, mediamente, ben al di sotto dei mille euro all’anno per studente – lo studio riporta il dato di 822 euro, contro i 1.168 di Messina e i 742 di Catania – l’ateneo di viale delle Scienze vanta il triste primato isolano dell’incremento più consistente nell’ultimo decennio: più 105 per cento.
A Messina, l’aumento delle tasse universitarie ha sfiorato il 99 per cento, a Catania appena il 46 per cento. In altre parole, le tasse universitarie (medie) per coloro che frequentano le aule del capoluogo siciliano si sono più che raddoppiate, passando dai 401 euro del 2005/2006 agli 822 del 2015/2016. In media, a livello nazionale, l’incremento è stato pari al 61 per cento. Ma la tassazione media sfiora i 1.248 euro a ragazzo.
Per Fabrizio Lo Verso, coordinatore dell’Udu di Palermo, la colpa è da attribuire alle “diverse riforme nazionali degli ultimi anni (che) hanno costretto anche l’università di Palermo ad aumentare le tasse in maniera spropositata, facendo gravare sempre più il bilancio dell’ateneo sulle tasse degli studenti”. Ma secondo gli studenti, adesso, quella di scaricare sulle famiglie i tagli dei precedenti governi a carico del sistema universitario italiano, sarebbe ormai una scusa.
Perché, continua Lo Verso, “l’amministrazione d’ateneo non dovrebbe utilizzare più la scusa dei tagli dei fondi nazionali per aumentare le tasse, ma cominciare una operazione di spending review volta ad eliminare gli sprechi e a razionalizzare le risorse, investendo ciò che ha a disposizione per fronteggiare una situazione che, ad oggi, sembra a rischio anche con l’introduzione della
no-tax area”. L’unica notizia positiva che è possibile scorgere nel rapporto dell’Udu riguarda la stessa tassazione media palermitana, una delle più basse del Sud Italia, dove ci si attesta sui 964 euro. Una dato che non contribuisce comunque a trattenere i diplomati palermitani in città perché nel 2015/2016 ben 1.133 di loro su 5.697 (l’80 per cento) hanno preferito immatricolarsi in un’altra università italiana e non a Palermo.
Fonte : repubblica
Il Circolaccio