C’era una volta la  società Megaservice, nata per gli ex lavoratori  IMAM di Castelvetrano  finiti in mezzo alla strada  nel 2000 ,dopo la decisione della famiglia Agnelli di chiudere l’indotto  Fiat di Castelvetrano e andata distrutta per malagestione

 Fu costituita dal presidente della Provincia di Trapani, Giulia Adamo su forte richiesta dell’allora assessore provinciale, Enzo Chiofalo dell’ex conisigliere provinciale, Lucia Titone, delle forze sindacali e  con il sostegno di Giacomo Tranchida. La società  pubblica Megaservice  nacque con  capitale al 51% della Provincia di Trapani  e per il 49% partecipata da Italia Lavoro, una società del Ministero dell’Economia. Si doveva occupare di vari servizi manutentivi per conto della  stessa Provincia con un notevole risparmio per le casse dell’Ente. Dopo Giulia Adamo , la Megaservice , con la presidenza del  Senatore D’ali  prima, e con la successiva di   Mimmo Turano , perde  sempre più l’originaria connotazione e diventa il classico carrozzone politico, fino al completo fallimento.

I  40  castelvetranesi  circa, assunti inizialmente, quasi tutti operai qualificati  e tecnici, non bastarono. La politica del tempo ci mise le  mani . Si rese conto che la Megaservice poteva diventare un postificio. Fu creata una classe dirigente all’interno della società con molti trapanesi , marsalesi e alcamesi in organico. Assunzioni che, spesso, vennero contestate dagli stessi dipendenti. Il nepotismo imperava.

Nel giro di pochi anni, la Megaservice passò dalle 40 unità lavorative a  80 . Molti dipendenti  vennero assunti per stare dietro la  scrivania. Tanto, chi si doveva sporcare le mani già c’era: gli operai di Castelvetrano. Molte assunzioni furono fatte nel ruolo di impiegati e dirigenti. La Megaservice  che aveva più generali che soldati, comincia a scricchiolare e  fallisce agli inizi del 2013. Nell’ultimo anno si è creato un buco  di bilancio da diversi milioni di Euro. Sotto accusa finì  l’allora  presidente Mimmo Turano . I sindacati lo criticarono per aver dirottato milioni di Euro di gare fuori dalla società ed avere contribuito alla sua chiusura.  I danni venivano da lontano. Turano, dal canto suo ,ha sempre respinto le accuse. Ma nell’ultimo anno della sua presidenza continuarono stranamente le assunzioni nella società che era già quasi in banca rotta sotto la guida del suo braccio destro Gino Lo Presti. Furono decine le interrogazioni presentate  in quel periodo dalle opposizioni in consiglio provinciale su Megaservixce e tanti gli esposti alla Procura  ma, ad oggi, di questo disastro ,stanno pagando il conto solo i lavoratori e quelli castelvetranesi in particolare.  L’esito di Megaservice , con i libri in Tribunale, dimostrò ancora una volta l’incapacità della politica a gestire società pubbliche. Fu anche l’ennesima sconfitta per i castelvetranesi  e per la locale classe politica e dirigente che , nei momenti cruciali , non seppe difendere una società nata per dare ristoro occupazionale agli ex dipendenti IMAM rimasti in mezzo alla strada.  La politica trapanese , marsalese e alcamese , da sempre dominante  in questo territorio, condusse molti ex operai ad alta specializzazione  e periti di Castelvetrano a pulire gli uffici provinciali, facendo accettare loro condizioni di lavoro  da terzo mondo.L’obiettivo iniziale non era certo questo. La Megaservice doveva  garantire lavoro e stipendi ai licenziati dell’IMAM,  attraverso la gestione di servizi di competenza della Provincia, come le manutenzioni delle strade, le manutenzioni e le pulizie nelle scuole, i piccoli lavori allo stadio provinciale, la gestione del teatro all’ interno del polo universitario. Le entrate dovevano essere giusto appunto quelle utili  a pareggiare le uscite, all’ incirca 4 milioni di euro all’anno tra stipendi, oneri, e costi di gestione. E  invece tra il 2008 e il 2012 l’affidamento dei lavori è  cominciato a scemare, le assunzioni aumentavano  e i conti non tornavano più. Sulle ceneri della Megaservice , i commissari nominati da Crocetta, fecero nascere una nuova cooperativa per dare ancora lavoro a chi non era andato ancora  in quiescenza.

Il Circolaccio

Farinata Degli Uberti

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