Accuse di abuso d’ufficio e rivelazioni di segreti d’indagine. L’inchiesta partita dalla denuncia di un gestore multato
Cinque vigili urbani di Palermo sotto inchiesta con le accuse di abuso d’ufficio e rivelazione dei segreti delle indagini: secondo la Procura, prima di andare a fare i controlli nei locali della cosiddetta “movida” notturna nel centro storico, avrebbero avvisato telefonicamente i titolari, poi mai controllati, perchè risultati sempre in regola, o multati per poche decine di euro e per violazioni minime. L’ipotesi si basa sull’acquisizione dei tabulati telefonici dei periodi delle verifiche, ad agosto 2015 e nel gennaio-febbraio scorsi.
L’avviso di conclusione delle indagini, atto che in genere prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, è stato notificato a tre ispettori capo: si tratta di Francesco Damiata, di 64 anni, Rosario Remo Di Bartolo, 55 anni, e Gaetano Prestigiacomo, di 62. Indagati anche Benedetto Cottone e Giosuè Martines, entrambi di 24 anni, accusati di avere violato i sigilli messi dagli agenti della polizia municipale durante una verifica nel locale “A rarigghia di Tony”.
L’inchiesta sui vigili era partita dopo che il titolare di un negozio della zona della movida, che aveva subito numerosissime contravvenzioni, era andato in Procura a dire che alcuni vigili avrebbero favorito i suoi concorrenti, non multandoli mai o infliggendo loro sanzioni minime. Attraverso i tabulati è stato trovato un riscontro a
questa ipotesi, che è e rimane indiziaria. Il 20 agosto 2015 e poi tra il 15 gennaio e il 19 febbraio scorsi, secondo l’accusa, e in particolare nella notte tra il 27 e il 28 gennaio, furono effettuati controlli interforze nei luoghi della movida: i tre ispettori ebbero giusto in quei giorni contatti con i titolari di locali della zona di piazza Olivella, nel pieno centro di Palermo. Due soli i multati, gli altri non furono mai controllati nè nel 2015 nè quest’anno.
Fonte Repubblica