Luigi Miserendino interrogato dal gip. La procura: “Deve restare ai domiciliari”
Si difende Luigi Miserendino, l’amministratore giudiziario del patrimonio di Ferdico finito agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento, per non aver fermato lo strapotere del ‘re dei detersivi’, che continuava a gestire il centro commerciale di Carini confiscato. Miserendino, assistito dall’avvocatessa Monica Genovese, nega davanti al gup Walter Turturici di aver fiancheggiato Ferdico e sostiene di aver fatto regolari comunicazioni all’agenzia dei beni confiscati su alcune irregolarità nell’azienda.
La difesa chiede la revoca degli arresti domiciliari, ma la procura ha dato parere contrario. Secondo i pubblici ministeri Roberto Tartaglia e Annamaria Piccozzi, il commercialista non ha spiegato la gravità delle sue affermazioni intercettate dai finanzieri del Gico.
“A me in questa situazione, chi me lo fa fare di intervenire? – diceva Miserendino al direttore commerciale che invece denunciava il caso Ferdico – Lei mi continua a sollecitare che posso risolvere la situazione, io la situazione la posso risolvere con un atto di forza, ma a me in
una situazione del genere chi mi ci porta a fare un atto di forza?». Dunque Miserendino sapeva che un bene confiscato veniva gestito dall’ex proprietario. E non ha denunciato la situazione né alla procura, né all’Agenzia Beni confiscati, autorizzando di fatto lo strapotere di Ferdico. Un caso grave, dalle intercettazioni emerge che i fidati di Ferdico avrebbero consentito l’ingresso nel centro commerciale di soggetti vicini alla criminalità organizzata.
Fonte : Repubblica