Anche nella famosa e pubblicizzata Pasta Barilla ci sono tracce di micotossine e altre sostanze che dimostrano la provenienza del grano da paesi esteri
Per la seconda volta, il Tribunale dà ragione a GranoSalus e a I Nuovi Vespri: le analisi su otto marche di pasta industriale sono corrette e gli articoli riportati dai due siti non ledono i diritti degli industriali: sono solo corretta informazione in favore dei cittadini. Gli industriali condannati al pagamento delle spese. Una grande vittoria del Sud Italia e, soprattutto di Puglia e Sicilia,dove si concentra la produzione del grano duro italiano
Sono arrivate e sono state pubblicate sul sito di GranoSalus i risultati delle analisi sulle otto marche di pasta più note del nostro Paese. In tutt’e otto sono presenti il glifosato e le micotossine DON entro i limiti di legge. In due marche superati i limiti previsti per la tutela della salute dei bambini. Il ‘caso’ della pasta Granoro 100% Puglia. Da qui una domanda: perché dobbiamo mangiare pasta che contiene queste sostanze dannose per la salute umana? Il problema del Cadmio
Battaglia del grano: GranoSalus e I Nuovi Vespri vincono su tutta la linea. Il Tribunale di Roma, Prima Sezione Civile, ha rigettato il ricorso presentato dagli industriali della pasta e ha condannato gli stessi industriali (Aidepi, sigla che sta per Associazione delle industrie del dolce e della pasta, la Barilla G & R Fratelli spa, i Fratelli De Cecco di Filippo Fara S. Martino spa, la F. Divella spa, La Molisana spa e il pastificio Lucio Garofalo) al pagamento delle spese.
La storia è nota. Da tempo GranoSalus (associazione che raggruppa consumatori di tutta l’Italia e produttori di grano duro del Mezzogiorno) e I Nuovi Vespri (il cui editore è Franco Busalacchi) conducono una battaglia culturale e politica in difesa del grano duro del Sud Italia.
La pasta industriale – c’era da aspettarselo – contiene glifosato (o glifosate) e micotossine DON. E contiene anche il Cadmio, un metallo pesante che non è certo un toccasana per la salute umana. Sono questi, in estrema sintesi, i dati che emergono dalle analisi su alcune marche di pasta italiane volute da GranoSalus, l’associazione che raccoglie produttori di grano duro di tutte le Regioni del Mezzogiorno d’Italia e tanti consumatori. Le analisi sono state effettuate da un laboratorio estero. Le marche di pasta industriale analizzate sono: Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro 100% Puglia
In questo contesto GranoSalus ha promosso le analisi su otto marche di pasta prodotte in Italia. Da tali analisi è venuto fuori che la pasta industriale prodotta in Italia presenta contaminanti: glifosato, micotossine DON e cadmio
Tali contaminanti sono presenti entro i limiti previsti dalla legislazione dell’Unione Europea. Ma non per questo fanno bene alla salute umana. Tutt’altro!
Per inciso, va detto che la legislazione dell’Unione Europea ha tarato la presenza di tali contaminanti per un consumo di pasta pro capite pari a circa 5 kg all’anno. Solo che in Italia il consumo di pasta è molto più elevato rispetto alla media annuale calcolata dall’Unione Europea.
Fonte: i Nuovi Vespri