Altra clamorosa assoluzione per un politico che ha amministrato la provincia di Milano
Penati, amico di Bersani venne coinvolto nell’inchiesta nel 2011
La sua carriera politica venne stroncata
Anche in questo caso i PM e alcuni giornali avevano già emesso la condanna senza passare dai tribunali previsti dalla legge.
Adesso chi paga l’enorme danno arrecato a Penati?
«Il sistema Sesto non è mai esistito, come ha stabilito già la sentenza di primo grado. E qualora fosse esistito, oggi abbiamo avuto ulteriore conferma che Filippo Penati non ne ha mai preso parte».
Sorride sollevato e ribadisce il suo addio alla politica l’ex presidente della provincia di Milano che oggi si è visto confermare in Appello il verdetto di assoluzione del 2015 nel procedimento sul cosiddetto “sistema Sesto”. Assolti anche gli altri otto imputati nel processo, tra cui l’architetto Renato Sarno e Bruno Binasco. «Sono in pensione e farò il nonno – spiega – anche se nella vita non si può mai sapere».
Sei anni dopo l’inizio dell’inchiesta, cadono quindi anche in secondo grado le accuse di corruzione e finanziamento illecito ai partiti per l’ex sindaco di Sesto San Giovanni nonché braccio destro ai vertici del Pd di Pier Luigi Bersani. La Corte d’Appello ha confermato oggi che «non sussiste» la ricostruzione della procura secondo cui Penati avrebbe incassato denaro dall’imprenditore Piero Di Caterina nella vicenda Sitam, il Sistema di trasporto pubblico dell’hinterland a nord di Milano. Cadute anche le accuse per la caparra di una compravendita immobiliare tra Bruno Binasco e Di Caterina, per le riserve milionarie incassate dai Gavio nell’appalto della terza corsia della Milano Serravalle e per i finanziamenti illeciti alla sua fondazione “Fare metropoli”.