Bertinotti, storico leader della sinistra italiana si confessa a “Libero”: “non sono più comunista e vi spiego perché ho scelto Comunione e Liberazione”
L’ha stupita il popolo di Cielle?
«Guardi, non aggiungo altro: ho subito un’offensiva mediatica e una campagna di strumentalizzazione. Sono abituato. Ho ricordato che per Gramsci l’intellettuale può rappresentare il popolo solo se ha con lui “una connessione sentimentale”. Questo sentimento, tra loro, l’ho trovato».
Però la sento arrabbiata.
«Anche lo scontro politico più duro dovrebbe partire dai fatti, e non dalle invettive. Ma lasciamo perdere. Io dico cose sgradevoli per la destra e per la sinistra, ne sono consapevole».
Ad esempio?
«Sostengo che la storia politica nata col movimento operaio del Novecento si è esaurita».
E a chi dà fastidio?
«A molti: è un terreno di lotta politica a sinistra».
Ma perché ci tiene così tanto a sottolinearlo proprio lei che ha lavorato per venti anni alla Rifondazione del comunismo?
«Mi interessa costruire. Se non si prende atto dolorosamente di una sconfitta irrevocabile della sinistra storica non si può riprendere il cammino, in nessuna direzione».
E chi altro scontenta?
«Ovviamente la sinistra liberista. Ormai, a tenere alto il livello di criticità contro la dittatura del mercato è rimasta, praticamente sola, la Chiesa di Papa Francesco».
È un Fausto Bertinotti che stupisce. L’ex presidente della Camera non ha mai smesso il suo lavoro di riflessione sulla sua rivista, Alternative per il Socialismo. Però un conto è il passo del saggista, un altro sono le sue opinioni contundenti, spesso spiazzanti, e le sue uscite pubbliche. Oggi Bertinotti si dedica soltanto alla ricerca intellettuale, ma le sue posizioni sono più radicali di quando – una vita fa – era un leader politico. «La democrazia rappresentativa, in Occidente – sostiene oggi – non esiste più. È stata disarticolata, svuotata di ogni significato».
Bertinotti, se un compagno di Rifondazione la sentisse elogiare Cielle, dichiarare esaurita la storia del movimento operaio, o che la democrazia è finita dubiterebbe di lei.
«Io dico che a sinistra le piste sono esaurite: le due anime che conosciamo non hanno più nulla da dire».
I populismi?
«I cosiddetti populismi nascono dalla contesa tra alto e basso, poveri e ricchi. Ci sono anche quelli di tipo trasversale, come Grillo. Ma sia a destra che a sinistra il nodo è questo. Podemos e Syriza sono un esempio clamoroso di popolo contro le élite».
Fonte :Libero intervista Luca Telese