I sindacati : “Disoccupazione, crisi aziendali, corruzione. La nostra regione è in enorme difficoltà, mentre  la giunta e il governo nazionale fanno poco o nulla. Serve invece un piano di rilancio produttivo serio”. 
Neanche la mafia da più lavoro. 
Le confische stroncano l’occupazione e lo Stato non riesce a rilanciare le zone ad alta presenza mafiosa , agendo più da inquisitore e non spendendo nessuna risorsa per lo sviluppo
“Anzi ,  – dicono molti cittadini incazzati- forse , da più lavoro l’antimafia di convenienza continuando però ,a far sprofondare l’isola e non contribuendo ad estirpare il male mafioso”

“La condizione dell’occupazione in Sicilia è purtroppo tragica da sempre. La nostra regione sicuramente non ha avuto dei vantaggi dal jobs act, anzi è vero il contrario. E’ chiaro che soffriamo anche per gli episodi di corruzione e concussione nella pubblica amministrazione che alla fine favoriscono anche un crollo dell’occupazione, basti pensare a quanto avviene nell’ambito degli appalti”. A dirlo ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1 è il segretario regionale della Cgil . 

In Sicilia si discute molto della manovra finanziaria regionale, un testo sommerso da una pioggia di emendamenti. “Eppure sul lavoro non c’è praticamente nulla  – afferma ancora  Genovese – perché manca un disegno complessivo che possa veramente aiutare l’occupazione. Un bilancio che zoppica, e in cui manca una strategia che punti allo sviluppo industriale, del terziario, dell’agricoltura. Il quadro è veramente desolante, in una regione sulla quale tra l’altro insistono due aree di crisi già definite: Termini Imerese, con la tragedia abbastanza nota della Fiat, e il Petrolchimico di Gela e di Priolo”.

I giovani fuggono dall’Isola

Molti lavoratori dell’indotto gelese, tra l’altro, non stanno ricevendo alcun sostegno al reddito, “perché gli ammortizzatori in deroga sono praticamente cessati il 31 dicembre 2015. E anche quelli relativi al periodo precedente non sono stati ancora erogati materialmente per intoppi di tipo burocratico che stanno coinvolgendo un po’ tutti i lavoratori dell’isola, non soltanto i lavoratori dell’indotto dell’Eni. E’ chiaro che in una situazione di cronica mancanza di lavoro questa situazione diventa più pesante e più problematica”.

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